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Il pensiero di Benedetto XVI, gli incontri dei dottorandi in Fondazione Ratzinger

Fondazione Joseph Ratzinger | Uno degli incontri dei dottorandi nella Fondazione Joseph Ratzinger | Luca Caruso / Fondazione Joseph Ratzinger Fondazione Joseph Ratzinger | Uno degli incontri dei dottorandi nella Fondazione Joseph Ratzinger | Luca Caruso / Fondazione Joseph Ratzinger

L’interesse crescente per il pensiero di Joseph Ratzinger, il Papa emerito Benedetto XVI, è testimoniato da un piccolo, ma prezioso, gruppo di 11 dottorandi che la Fondazione Ratzinger ha incontrato nella Biblioteca dedicata alle opere del Papa emerito e situata nel Camposanto Teutonico, nel cuore del Vaticano, e che riunisce periodicamente per sviluppare un dialogo sul loro lavoro, nella tradizione delle università tedesche.

Il professor Pierluca Azzaro, traduttore delle opere di Benedetto XVI, collaboratore della Fondazione, presente due giorni la settimana nella Biblioteca Ratzinger per fare da guida agli studenti, racconta con modestia di questo piccolo gruppo di studenti che ha conosciuto “ad uno ad uno” nella Biblioteca che questi hanno cominciato a frequentare appena aperta.

“Si è creato con loro – dice – un rapporto di consuetudine, di amicizia, direi… un rapporto quasi obbligato, perché nuotiamo nelle stesse acque. Ed è nata così l’idea di raggrupparli, dar loro la possibilità di conoscersi e di coinvolgerli nell’attività della Fondazione”.

Quale lo spirito? Spiega il professore Azzaro che “in Germania, il ‘Doktorfater’ fa ogni due mesi un incontro con i dottorandi. Si chiama ‘colloquio’. Durante questo colloquio, ognuno di loro ha possibilità di esporre parte del suo lavoro di fronte agli altri. Il colloquio è coordinato dal professore che non è lì come un monarca o un giudice, ma semplicemente coordina la discussione. Abbiamo ripreso questo spirito”.

Fino ad ora, ci sono stati tre incontri: un primo incontro introduttivo, un altro con padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger, che è stato direttore della Sala Stampa della Santa Sede durante il pontificato di Benedetto XVI; e un altro con padre Stephan Horn, che coordina il Ratzinger Schuelerkreis e che di Joseph Ratzinger è stato assistente universitario.

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“Padre Horn – dice Azzaro – ha sottolineato che Ratzinger mai ha voluto affermare se stesso con le sue idee, ma ha sempre voluto aprire le persone ad uno sguardo sulla vita della Chiesa. E ha messo in luce che per Benedetto XVI è sempre rimasto un sacerdote, ha sempre avuto a cuore la trasmissione della fede”.

Se gli studenti del Nuovo Schuelerkreis sono studenti che hanno già fatto un dottorato sul pensiero di Joseph Ratzinger, gli studenti che si sono riuniti intorno alla Fondazione sono i primi studiosi che provengono dalle università pontificie romane.

Il gruppo non include solo dottorandi, e la lista completa degli studiosi di Ratzinger che orbitano intorno alla Fondazione conta, oltre agli 11 che si impegnano in un dottorato di ricerca, 2 studiosi e 5 laureandi.

La loro appartenenza geografica è variegatissima: ci sono due indiani, tre italiani, una albanese, diversi spagnoli. E poi, studenti dal Congo, dal Madagascar, dal Messico, dalla Croazia, al Vietnam. I temi delle loro tesi vanno dalla teologia sistematica alla teologia fondamentale, sacramentaria e morale, fino alla antropologia teologica. Una tesi si concentra anche sulla “Teologia della musica sacra in Joseph Ratzinger”.

Due di queste tesi presentano come docente di riferimento James Corkery, irlandese, docente della Gregoriana, molto noto nel mondo anglosassone per i suoi studi sui rapporti tra Benedetto XVI e la teologia della Liberazione, che di recente ha pubblicato un lavoro su Ratzinger e Lutero. Sarà anche il prossimo conferenziere del circolo di dottorandi, con l’idea di estendere l’ audience ai frequentatori della Biblioteca. Questo avverrà a maggio.

Invece, per i 90 anni di Benedetto XVI, ad aprile, il professore Azzaro sta lavorando ad una ‘Festschrift’, un volume collettaneo di tutti i saggi dei premiati Ratzinger.

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La presenza di questi studenti e studiosi – conclude il professore Azzaro - sono piccoli fiori che spuntano, ma sono fiori preziosi. Sono persone, con le loro storie. Fanno un percorso di studio su un tema, parlano con l’autore ogni giorno, attendono risposte dei suoi libri. Non sono la falange ratzingeriana delle università pontificie romane. Sono piuttosto lo specchio di quello che accade. L’interesse per Ratzinger è crescente. ‘Imparare a insegnare l’amore di Dio’, il libro sul sacerdozio pubblicato in occasione dei 65 anni di sacerdozio del Papa emerito, è giunto in pochi mesi alla seconda edizione in tutte le lingue. Capisce? Un libro sul sacerdozio!”