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Italia-Santa Sede, sui migranti la CEI lancia un incontro dei vescovi del Mediterraneo

Cardinale Parolin e Gentiloni | L'arrivo del Cardinale Parolin a Palazzo Borromeo, sede dell'ambasciata di Italia presso la Santa Sede. Parolin è accolto dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni | Vaticannews - portale Cardinale Parolin e Gentiloni | L'arrivo del Cardinale Parolin a Palazzo Borromeo, sede dell'ambasciata di Italia presso la Santa Sede. Parolin è accolto dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni | Vaticannews - portale

L’idea di un incontro di tutti i vescovi del Mediterraneo, da tenere a Roma dopo il Sinodo dei giovani, è stata lanciata dal Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, durante i consueti colloqui bilaterali per l’anniversario dei Patti Lateranensi.

“Una iniziativa – dice il Cardinale Bassetti – accolta bene durante l’ultimo Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, ma anche dalle istituzioni civili. E questo è stato un incoraggiamento ad andare avanti. Ne parleremo con i vescovi in assemblea generale, e la organizzeremo naturalmente dopo il Sinodo del Papa".

Il Cardinale ha detto che l’idea gli è venuta “ripensando a Giorgio La Pira, il mio maestro, che sosteneva che il Mediterraneo è come il Lago di Tiberiade dove vivono tutti i popoli vicini. Il Mediterraneo è anche il luogo attorno al quale si sono sviluppate le tre religioni monoteiste”, le quali hanno “in comune il senso della trascendenza di Dio”. Fu proprio Giorgio La Pira, indimenticato sindaco di Firenze di cui è in corso la causa di beatificazione, a sviluppare e organizzare i primi dialoghi del Mediterraneo negli anni Sessanta.

Da qui, l’idea, come “Presidente di una Conferenza di vescovi che vive nel cuore del Mediterraneo, di chiamare i vescovi che vivono nelle varie nazioni, che sono una trentina - fino a Cipro, fino al Libano, il Marocco, l’Algeria, la Spagna e il Portogallo – di ritrovarci insieme e confrontarci su quelle che sono le grandi tematiche di oggi, per l’unità, la pace e la comunione”.

Le parole del Cardinale Bassetti fanno seguito ad un incontro bilaterale tra Italia e Santa Sede che ha focalizzato molta attenzione sulla situazione del Mediterraneo, con particolare riferimento ai migranti.

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L’incontro bilaterale si tiene ogni anno per celebrare l’anniversario dei Patti Lateranensi del 1929 e della revisione del concordato del 1984, ed è l’occasione perché Italia e Santa Sede facciano il punto sulle loro relazioni, discutano temi di interessi comuni e guardino a possibili future collaborazioni.

L'incontro si tiene a Palazzo Borromeo, sede dell'Ambasciata di Italia presso la Santa Sede. Per parte italiana, hanno preso parte al vertice per parte italiana il presidente Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. La delegazione vaticana era guidata dal Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.

I rapporti tra Italia e Santa Sede sono stati definiti “eccellenti”. Tra i temi di discussione, la situazione dei migranti del Mediterraneo, con una particolare preoccupazione per le popolazioni sub-sahariane e la necessità di consolidare i rapporti con la Libia. La Santa Sede ha sottolineato l’importanza dei corridoi umanitaria, e l’Italia si è impegnata a consolidarli.

Altro tema di comune interesse al centro dei colloqui, la situazione internazionale, con un focus su Libano e Siria. Da notare che Italia e Santa Sede, a livello di ministero degli Esteri, hanno avviato una serie di incontri bilaterali sui temi internazionali che affrontano periodicamente questi temi.

Sulla Siria, la Santa Sede ha fatto notare che la situazione resta grave e il governo italiano si è impegnato a monitorare con maggiore attenzione. Altro tema, la situazione e i rischi che corrono le scuole cattoliche in Turchia.

Secondo il Cardinale Bassetti, si è trattato di un colloquio “sereno, franco, su tante tematiche che abbiamo in comune”. Al di là dei temi internazionale, il Cardinale Bassetti ha sottolineato anche che i colloqui hanno affrontato i temi del lavoro e della famiglia.

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La Santa Sede ha fatto anche richieste precise, come quella di tutelare l’obiezione di coscienza dei medici nella legge del biotestamento.

“L’obiezione di coscienza – sottolinea il Cardinale – non è scritta sul Vangelo, è scritta ancora di più sulla Costituzione”.