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Papa Francesco ai padri Stimmatini: “Essere missionari è una identità”

Papa Francesco e gli Stimmatini | Papa Francesco durante l'incontro con il Capitolo Generale dei Padri Stimmatini, Sala del Concistoro, Palazzo Apostolico Vaticano, 10 febbraio 2018 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco e gli Stimmatini | Papa Francesco durante l'incontro con il Capitolo Generale dei Padri Stimmatini, Sala del Concistoro, Palazzo Apostolico Vaticano, 10 febbraio 2018 | Vatican Media / ACI Group

È l’invito a diffondere “il fuoco del Vangelo” da diffondere “con mitezza e gioia” quello che Papa Francesco rivolge nel discorso preparato - ma non pronunciato, perché il Papa ha preferito un discorso a braccio ancora non diffuso ufficialmente - ai padri Stimmatini che riceve in udienza in occasione del loro capitolo generale. Perché essere missionari – nota Papa Francesco – non è prima di tutto un fare qualcosa, un’attività, è un’identità”. Nel discorso attualmente pronunciato, il Papa si è soffermato su fraternità, stimmate e famiglia.

Papa Francesco si è prima di tutto detto colpito della fraternità, perché "la vita di comunità, la vita di fraternità, è difficile perché ci sono i problemi umani, le gelosie, la competitività, le incomprensioni: tante cose che noi tutti abbiamo, tutti, io per primo". Per questo, ha detto il Papa, si deve essere comprensivi nella vita comunitaria, parlare come fratelli anche dicendo "cose che non piacciono", che però vanno dette "come fratello, con carità, dolcezza, senza nasconderle". Papa Francesco ha quindi invitato alla preghiera concreta del fratello, perché "non è peccato litigare. Peccato è il rancore, il risentimento che ti lascia dentro il cuore l’aver litigato, ma litigare è dire le cose come uno le pensa, respirare l’aria della libertà come fratelli". Per questo il Papa invita nella vita comunitaria ad "andare su questa via della comunità, della libertà, con molta carità e pregheira", andando oltre il "chiacchiericcio degli zitelloni", perché "noi abbiamo fatto voto di castità, non di zitellanza. 

Quindi, il Papa ha parlato delle stimmate, ispirato dal nome degli Stimmatini, perché "le stimmate del Signore, le piaghe del Signore sono proprio la porta da dove viene la misericordia". Papa Francesco ha chiesto di ricordare di essere "piagati", e di risolvere "la propria vita se la unisce alle piaghe del Signore", perché "soltanto la coscienza di una Chiesa 'piagata', di una Congregazione 'piagata', di un’anima o un cuore 'piagato' ci porta a bussare alla porta della misericordia nelle piaghe del Signore". 

La terza dimensione è la Santa Famiglia. Il Papa dice che gli piacerebbe inserire nelle litanie il titolo di Madonna della fretta, perché è "sempre in fretta per aiutare", mentre Giuseppe "è l’uomo mite, che nei sogni riceveva le notizie. Dicono le malelingue che, essendo già anziano, Giuseppe era malato di insonnia, non poteva dormire. Ma era un problema psicologico: si era spaventato perché, ogni volta che si era addormentato, gli avevano cambiato i piani! È l’uomo aperto alle rivelazioni del Signore".

Fretta e mitezza ha saputo aiutare il figlio, così come le devozioni, che non vanno perdute, dice il Papa. E invita ad avere la devozione del "manto della Santa Madre di Dio. E Giuseppe: l’uomo mite, l’uomo giusto, l’uomo del silenzio, l’uomo della pazienza, l’uomo del lavoro. Ma tutti insieme, in famiglia", perché questa "vi aiutarà tanto".

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"Non dimenticatev - conclude Papa Francesco - delle piaghe del Signore. Non dimenticatevi della fratellanza tra voi. E non dimenticatevi della Madonna sempre di fretta, e di Giuseppe, sempre al suo posto, in obbedienza e mitezza. 

Questo il discorso a braccio. Nel testo consegnato il Papa ricorda che la congregazione - fondata nel XIX secolo, sul modello dei gesuiti ma con uno speciale voto di obbedienza al vescovo locale, i Padri Stimmatini - è diffusa in 15 Paesi.

Il Papa sottolinea anche che San Gaspare Bertoni, il fondatore che “ha pensato la vostra congregazione per preparare dei missionari apostolici in aiuto dei vescovi nell’annuncio del Vangelo,” e la missione è una identità, perché “quando Dio sceglie e chiama per una particolare missione, allo stesso tempo dà un nome nuova, crea una realtà nuova”.

Papa Francesco esorta gli stimmatini “a ravvivare in voi e nelle vostre comunità il fuoco della parola di Dio”, e ricorda che “c’è un fuoco sbagliato e un fuoco buono, santo”. Il fuoco sbagliato è quello che i discepoli vogliono gettare su quanti non sono disposti ad accoglierlo, ricorda il Papa. “Dio nella Bibbia – chiosa – è paragonato al fuoco, ma è un fuoco di amore, che conquista il cuore delle persone, non con la violenza, ma rispettando la libertà e i tempi di ciascuno”.

Il Papa mette in luce che San Gaspare Bertoni annunciava il Vangelo “con mitezza e gioia”, accogliendo tutti e conquistando “le persone con la bontà, la misericordia, con la parola penetrante della Verità”. Le persone possono dunque essere portate alla conversione, alla comunione con Cristo, “per mezzo della gioia della vostra vita e con la mitezza”, perché “non sempre chi annuncia il Vangelo è accolto, applaudito”, e a volte è “rifiutato, ostacolato, perseguitato, addirittura imprigionato e ucciso”.

Per questo – aggiunge Papa Francesco – è necessario perseverare nell’annuncio, diffondendo il fuoco buono di Gesù che “purifica i cuori ed è divampato sulla croce di Cristo”, che è “sceso con potenza a Pentecoste”, che “aiuta a distinguere ciò che vale eternamente da ciò che ha poco valore”.

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La prova del fuoco, per il Papa, è “la testimonianza d’amore in una comunità fraterna di missionari”, perché “se in una comunità manca il fuoco buono, c’è freddezza, buio, solitudine”, mentre “se c’è il fuoco della carità fraterna, c’è il calore, la luce e la forza di andare avanti” e “nuove vocazioni vengono attratte dalla dolce missione di evangelizzare”.

È questo il fuoco che Papa Francesco invita i missionari stimmatini a portare, invitandoli a uscire “ad annunciare il Vangelo ai poveri, a quelli che non si sentono amati da nessuno, a chi vive nella tristezza e nella disperazione, ai carcerati, ai senza casa e senza tetto, agli immigrati, a chi fugge dalle guerre”, con una “attenzione particolare verso la famiglia”.

“Insieme con i laici – afferma il Papa - annunciate la letizia dell’amore. Portate il fuoco di Cristo ai giovani, che hanno bisogno di qualcuno che li ascolti e li aiuti a trovare il senso alla vita. Se annunciate Gesù, saranno attratti; conduceteli a Lui con pazienza e perseveranza. Siate missionari gioiosi e miti, ben preparati per incontrare ogni persona”.