Città del Vaticano , lunedì, 22. dicembre, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Una Lettera che guarda non solo al passato ma anche al futuro. Una Lettera da leggere nella sua i nterezza per importanza di contenuti e per la sua forma chiara, intelligibile, profonda. Al centro, il ministero sacerdotale. E' questa la Lettera apostolica di papa Leone XIV uscita oggi, in occasione del LX Anniversario dei Decreti Conciliari Optatam Totius e Presbyterorum Ordinis . Un documento in pieno segno del pontificato di papa Leone XIV così attento alla vita religiosa e ai presbiteri, “chiamati anche oggi, nella consapevolezza che perseverare nella missione apostolica ci offre la possibilità di interrogarci sul futuro del ministero e di aiutare altri ad avvertire la gioia della vocazione presbiterale”. Parla di Concilio Vaticano II la Lettera e nello specifico di due documenti, frutto dell'assise conciliare: i Decreti Optatam totius e Presbyterorum Ordinis, promulgati rispettivamente il 28 ottobre e il 7 dicembre del 1965. Papa Leone ne parla come di due testi “nati da un unico respiro della Chiesa”.
Ma più che al passato, la Lettera è un vero e proprio programma per il futuro del sacerdozio. Un testo in cui la parola “formazione” è la più importante. E non è la prima volta che papa Leone XIV sottolinea l'importanza della formazione per ogni sacerdote. Una formazione che richiede massima attenzione visto che “l'umanità ha vissuto e sta vivendo cambiamenti che richiedono costante verifica del cammino percorso e coerente attualizzazione degli insegnamenti conciliari”. Una formazione “continua, permanente, in modo da costituire un dinamismo di costante rinnovamento umano, spirituale, intellettuale e pastorale” scrive nella Lettera, papa Leone XIV.
Ciò che il documento pontificio desidera fare è quello di “riconsiderare insieme l'identità e la funzione del ministero ordinato alla luce di ciò che il Signore chiede oggi alla Chiesa , protraendo la grande opera di aggiornamento del Concilio Vaticano II”.
Altra parola chiave del testo è vocazione: “Ogni vocazione nella Chiesa nasce dall'incontro personale con Cristo”. Un incontro che va alimentatore appunto con la formazione. E alla parola vocazione dedica parole molto dense e spirituali: “Non si tratta solo di una voce interiore, ma di un impulso spirituale, che spesso ci arriva attraverso l'esempio di altri discepoli del Signore e che prende forma in una coraggiosa scelta di vita”. Una scelta che ha bisogno di fedeltà che non è “staticità o chiusura, ma un cammino di conversione quotidiana che conferma e fa maturare la vocazione ricevuta”.





