giovedì, maggio 09, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Francesco alla guardie svizzere, siate testimoni del Risorto

Come può vivere un guardia svizzera pontificia il tempo pasquale? Come testimone del risorto.

Il Papa lo ha detto alle nuove reclute della Guardia e alle famiglie nella udienza abituale in occasione del Giuramento che si celebra il 6 maggio ogni anno.

“Si tratta - ha detto il Papa alle nuove guardie- di rendere attuale l’annuncio di gioia della Pasqua, diffondendo la cultura della risurrezione, specialmente in quei contesti esistenziali dove prevaleva la cultura della morte. Anche a voi capita di incontrare, sia durante il servizio in Vaticano, sia nel tempo che trascorrete a Roma, persone che giacciono nei “sepolcri” contemporanei del dolore, dello smarrimento e del disagio, e attendono una luce che li faccia rinascere a vita nuova. Vi esorto a recare ad essi una parola di conforto e un gesto di fraternità, per diventare convincenti testimoni di Cristo risorto, vivo e presente in ogni tempo. Vivrete così in maniera feconda la vostra vocazione cristiana, radicata nel Battesimo, origine della fede”.

Il Papa ha indicato alle guardie un compito: “fate in modo che quanti incontrate nel vostro quotidiano servizio, membri della Curia, colleghi di lavoro nei vari ambiti del Vaticano, pellegrini o turisti, possano scoprire anche attraverso di voi l’amore di Dio per ogni uomo. Questa è la prima missione di ogni cristiano!”.

Qualche indicazione anche per la vita di comunità: “La realtà della caserma insegna alcuni principi etici e spirituali, che riflettono molti dei valori che vanno perseguiti anche nella vita: il dialogo, la lealtà, l’equilibrio nei rapporti, la comprensione. Vi è data la possibilità di sperimentare momenti di gioia e inevitabili momenti di difficoltà, tipici di una esperienza collettiva. Ma soprattutto avete l’opportunità di costruire sane amicizie e allenarvi al rispetto delle peculiarità e delle idee altrui, imparando a riconoscere nell’altro un fratello e un compagno con cui condividere serenamente un tratto di strada.

Ciò vi aiuterà a vivere nella società con l’atteggiamento giusto, riconoscendo la diversità culturale, religiosa e sociale come ricchezza umana e non come una minaccia. Questo è particolarmente importante in un mondo che sta vivendo, come mai prima d’ora, ingenti movimenti di popoli e di persone alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa”.

Infine il grazie speciale per il “lavoro diligente e la vostra dedizione generosa”.

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