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Il Cardinale Di Jorio e la berretta rossa di Giovanni XXIII

Conclave 1958: i cardinali eleggono Angelo Giuseppe Roncalli Romano Pontefice, quale successore di Pio XII. Uno ad uno i porporati sfilano davanti al Papa per l’atto di obbedienza. E tocca anche al segretario del conclave, Monsignor Alberto Di Jorio che - nella sorpresa generale - riceve sul capo dalle mani del Papa la berretta cardinalizia fino ad allora indossata dal Cardinale Roncalli. Giovanni XXIII “completerà” la creazione di Di Jorio a Cardinale due mesi dopo nel suo primo concistoro.

Il 15 dicembre 1958, infatti, Giovanni XXIII convocherà il suo primo concistoro, creando cardinale diacono di Santa Pudenziana Alberto Di Jorio. 23 i cardinali creati in quella occasione tra cui Giovanni Battista Montini, Amleto Giovanni Cicognani, Carlo Confalonieri, Domenico Tardini e Franz Koning.

Ricorre oggi il 40/mo anniversario della morte - avvenuta il 5 settembre 1979 - del Cardinale Di Jorio. Nato a Roma nel 1884, venne ordinato presbitero nel 1908. Iniziò a lavorare in Curia negli uffici della Camera Apostolica e in quelli del Sacro Collegio fino a diventarne - appunto - Segretario.

Dopo la creazione a cardinale Giovanni XXIII lo volle nella segreteria amministrativa per l’organizzazione del Concilio Vaticano II. Partecipò a tutte le sessioni del Concilio mentre aveva assunto gli incarichi d Pro-Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e di Presidente dell’Istituto per le Opere di Religione.

Nel 1962 fu eletto da Giovanni XXIII Arcivescovo titolare di Castra Nova.

Morì a Roma all’età di 95 anni. Le sue esequie vennero presiedute in San Pietro da San Giovanni Paolo II che ricordò così il Cardinale Di Jorio. “Tutta la sua esistenza terrena - disse il Papa - si può sintetizzare attorno a queste tre caratteristiche: egli fu buon sacerdote, solerte amministratore, generoso benefattore. Della prima è indice la molteplice attività di sacro ministero, esercitata fin dai primi anni di Presbiterato; la seconda è provata da vari decenni di servizio sia al Vicariato di Roma che alla Santa Sede; della terza sono documenti eloquenti varie iniziative di promozione sociale, culturale ed ecclesiale. Si tratta di buone qualità e di buone opere che il Signore certamente apprezza, così come lodò, sia pur in termini di parabola, quel servo buono e fedele, che aveva fatto ampiamente fruttificare i talenti ricevuti, non tenendoli per sé, ma rendendoli moltiplicati al suo padrone”.

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