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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco in Iraq, Cardinale Parolin: “Un messaggio verso il futuro”

Il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, durante l'intervista con Vatican News

Quello di Papa Francesco in Iraq si prospetta come un viaggio difficile, non solo per via della pandemia. Ma è un viaggio che rappresenta anche “un messaggio per il futuro”, spiega il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nella tradizionale intervista a Vatican News che precede i viaggi da papali.

Il 33esimo viaggio internazionale di Papa Francesco è il primo dal tempo del COVID 19. Il Cardinale Parolin sottolinea che si tratta di un viaggio che “ha come scopo e significato proprio quello di manifestare la vicinanza del Papa all’Iraq e agli iracheni, e lanciare un messaggio importante: che si deve collaborare, ci si deve mettere insieme per ricostruire il Paese, per sanare tutte queste piaghe, e per ricominciare una nuova tappa”.

Il Cardinale Parolin – che è stato in Iraq tre anni fa – affronta anche il tema della fraternità che nasce dal fatto di essere figli dello stesso padre. Ha un riferimento anche ad Abramo, che proprio in Iraq ha avuto i suoi natali”.

Scopo centrale del viaggio, secondo il Segretario di Stato vaticano è che “il Papa vuole lanciare un messaggio verso il futuro: questo è il centro. Ci sono situazioni e realtà che vivono una certa sofferenza, a parte proprio dove c’è stata la persecuzione, il martirio. La Chiesa stessa vive una situazione di difficoltà, il dialogo interreligioso ha bisogno di essere promosso”.

Quindi, il messaggio sarà: “non lasciamoci bloccare da tutto quello che è successo, per quanto negativo possa essere stato – ed è stato molto negativo – ma guardiamo avanti con speranza e con coraggio per ricostruire questa realtà dell’Iraq”.

Parlando dell’incontro con il Grande Ayatollah al Sistani, il Cardinale Parolin sottolinea che l’autorità sciita “si è sempre pronunciato in favore di una convivenza pacifica all’interno dell’Iraq, dicendo che tutti i gruppi etnici, i gruppi religiosi, sono parte del Paese”, e questo “è molto importante”. . Questo è molto importante perché va nel senso e nella direzione proprio della costruzione di questa fraternità fra cristiani e musulmani, che dovrebbe caratterizzare il Paese”.

La sfida è ricostruire l’unità del Paese. “Per mettersi insieme per collaborare – dice il Cardinale Parolin - per costruire questa unità, certamente c’è bisogno di perdono e di riconciliazione. Bisogna superare il passato, guardare avanti in questo senso, nuovo e positivo. Nello stesso tempo, poi, ci sono anche dei provvedimenti da prendere, per esempio, contro il settarismo, che purtroppo caratterizza ancora ampie

frange della società, contro la corruzione, le disuguaglianze e le discriminazioni, perché ognuno possa avere il suo posto e ognuno si senta cittadino del Paese, con gli stessi diritti, con gli stessi doveri e con lo stesso impegno e responsabilità di contribuire a costruirlo. Mi pare che queste dovrebbero essere le vie maestre per tentare di ricostruire il Paese”.

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