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Un servizio di EWTN News

Papa Leone XIV: "Per garantire la pace e lo sviluppo sono necessarie azioni concrete"

Immagine di repertorio


Un messaggio scritto in spagnolo, quello che papa Leone XIV ha inviato ai partecipanti alla 44esima Sessione della Conferenza FAO.
Nel documento - reso noto dalla Sala Stampa Vaticana - ci sono soprattutto riferimenti alla condizione tragica di molti bambini e madri: la fame, in maniera scandalosa, è usata  come arma di guerra. 

“La Chiesa incoraggia ogni iniziativa volta a porre fine allo scandalo della fame nel mondo, condividendo i sentimenti del suo Signore, Gesù, il quale, come narrano i Vangeli, vedendo una grande folla avvicinarsi a lui per ascoltare la sua parola, si preoccupò soprattutto di sfamarla”, con queste parole inizia il Messaggio. 

Sono parole che fanno riflettere quelle di papa Leone XIV che sottolinea che “nonostante alcuni passi importanti compiuti”, ancora il problema della fame del mondo avvinghia molte persone tanto che - denuncia il pontefice - diviene così “sempre più improbabile il raggiungimento dell'obiettivo "Fame Zero" dell'Agenda 2030. Ciò significa che siamo ben lontani dall'adempiere al mandato che ha dato vita a questa istituzione intergovernativa nel 1945. Ci sono persone che soffrono crudelmente e desiderano ardentemente che i loro molteplici bisogni siano soddisfatti. Sappiamo bene che non possono risolverli da sole. La tragedia costante della fame e della malnutrizione diffuse, che persiste oggi in molti Paesi, è ancora più triste e vergognosa se ci rendiamo conto che, sebbene la Terra sia in grado di produrre cibo a sufficienza per tutti gli esseri umani, e nonostante gli impegni internazionali per la sicurezza alimentare, è deplorevole che così tanti poveri del mondo continuino a non avere il pane quotidiano”.

 

Parla di "polarizzazione delle relazioni internazionali" che avvengono a causa di crisi e di conflitti. In questo panorama, allora, avviene che le “risorse finanziarie e tecnologie innovative vengono distolte dall’obiettivo di sradicare la povertà e la fame nel mondo per essere invece utilizzate per la produzione e il commercio di armi”.  Sottolinea, inoltre, quanto sia importante mai come oggi divenire “artigiani di pace, lavorando per il bene comune, per ciò che giova a tutti e non solo a pochi, che sono sempre uguali. Per garantire la pace e lo sviluppo, intesi come miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che soffrono la fame, la guerra e la povertà, sono necessarie azioni concrete, basate su approcci seri e lungimiranti".

 

Esamina con profondità il problema di oggi: “Affamando una popolazione, si fa la guerra a basso costo. Ecco perché oggi, quando la maggior parte dei conflitti non è combattuta da eserciti regolari, ma da gruppi di civili armati con poche risorse, incendiare terreni, rubare bestiame e bloccare gli aiuti sono tattiche sempre più utilizzate da chi cerca di controllare intere popolazioni indifese. Così, in questi tipi di conflitti, i primi obiettivi militari diventano le reti di approvvigionamento idrico e le vie di comunicazione”. 

 

Sono tanti i problemi che il pontefice evidenzia nel suo Messaggio: “Gli agricoltori non riescono a vendere i loro prodotti in contesti minacciati dalla violenza e l'inflazione è alle stelle. Questo porta un gran numero di persone a soccombere alla piaga della fame e alla morte. Il fattore aggravante è che, mentre i civili sono indeboliti dalla povertà, i leader politici si arricchiscono grazie alla corruzione e all'impunità”. Per questi motivi - esorta il pontefice - “è tempo che il mondo adotti limiti chiari, riconoscibili e concordati per punire questi abusi e perseguire i loro autori e i loro autori”.

 

“Crisi politiche, conflitti armati e sconvolgimenti economici giocano un ruolo centrale nel peggiorare la crisi alimentare, ostacolando gli aiuti umanitari e mettendo a repentaglio la produzione agricola locale, negando così non solo l'accesso al cibo, ma anche il diritto a una vita dignitosa e di opportunità. Sarebbe un errore fatale non sanare le ferite e le fratture causate da anni di egoismo e superficialità. Inoltre, senza pace e stabilità, non sarà possibile garantire sistemi agroalimentari resilienti né assicurare cibo sano, accessibile e sostenibile per tutti”, continua il pontefice. 

 

Lo sguardo, poi, si pone sul cambiamento climatico: “I sistemi alimentari hanno un'influenza significativa sul cambiamento climatico e viceversa. L'ingiustizia sociale causata dai disastri naturali e dalla perdita di biodiversità deve essere invertita per realizzare una transizione ecologica giusta che ponga l'ambiente e le persone al centro. Per proteggere gli ecosistemi e le comunità svantaggiate, comprese le popolazioni indigene, dobbiamo mobilitare risorse da governi, enti pubblici e privati, e organizzazioni nazionali e locali per adottare strategie che diano priorità alla rigenerazione della biodiversità e alla ricchezza del suolo”. E sottolinea che “senza un'azione climatica decisa e coordinata, sarà impossibile garantire sistemi agroalimentari in grado di nutrire una popolazione globale in crescita”. Il pontefice auspica, allora, di “ripensare e rinnovare i nostri sistemi alimentari in una prospettiva solidale, superando la logica dello sfruttamento selvaggio del creato e orientando meglio il nostro impegno nella coltivazione e nella cura dell’ambiente e delle sue risorse, per garantire la sicurezza alimentare e orientarci verso una nutrizione sufficiente e sana per tutti”

Per il Papa, dunque, "è imperativo passare dalle parole ai fatti, concentrandosi su misure efficaci che consentano a queste persone di guardare al presente e al futuro con fiducia e serenità, e non solo con rassegnazione, ponendo così fine all'era degli slogan e delle promesse ingannevoli".

 

"La Santa Sede sarà sempre al servizio della concordia tra i popoli e non si stancherà di cooperare per il bene comune della famiglia delle nazioni, avendo uno sguardo speciale per gli esseri umani più provati, coloro che soffrono la fame e la sete, e anche per quelle regioni remote, che non possono rialzarsi dalla loro prostrazione a causa dell'indifferenza di coloro che dovrebbero avere come emblema nella loro vita l'esercizio di una solidarietà incrollabile", così si conclude il Messaggio.

 

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