Città del Vaticano , 10 July, 2025 / 10:00 AM
Il 19 marzo del 1978 la Domenica delle Palme Paolo VI non la vive con la gioia consueta. Malato nel corpo, sofferente nello spirito. Tre giorni prima le Brigate Rosse hanno rapito Aldo Moro. Una strage nella scorta e la sparizione di un amico personale per il Papa.
Ma la Domenica della Palme è per i giovani e Paolo VI affida la lettura della sua omelia al suo Vicario per la Diocesi di Roma il Cardinale Ugo Poletti.
Nella introduzione al testo sul sito della Santa Sede si legge che "in Piazza San Pietro, in un momento in cui le coscienze sono turbate da gravi episodi di violenza e si sente più viva che mai l'istanza di un solido punto di riferimento nell'autentica fede che si traduce in rinnovamento di vita. Paolo VI, convalescente, non presiede al concelebrazione eucaristica, ma non fa mancare la sua parola di conforto, di incoraggiamento, di esortazione alle decine di migliaia di giovani che gremiscono il sagrato della Basilica, dapprima nel messaggio letto durante la Santa Messa dal Cardinale Vicario Ugo Poletti, e poi nel breve discorso rivolto direttamente ai presenti a mezzogiorno, dalla finestra dell'appartamento".
La riflessione del Papa parte dalla cronaca: "Siamo infatti ancor tutti sconvolti, turbati e sgomenti perché ancora una volta le forze disgregatrici della società hanno colpito con freddezza e cinismo. Giorni fa, cinque cittadini, che con il loro onesto lavoro si guadagnavano da vivere, sono stati barbaramente trucidati. Un’alta personalità politica è stata rapita in aperta sfida allo Stato. Al vile ed efferato comportamento degli assassini anonimi voi rispondete oggi con la vostra massiccia presenza di cattolici, che rifiutate qualsiasi tipo di violenza e proclamate il rispetto e l’amore universale. E allora - possiamo chiederci - perché un così gran numero di giovani, lavoratori e studenti, i quali vivono in prima persona i problemi e le vicende di questo anno 1978, si sono riuniti in questo luogo per cantare, per pregare, per partecipare ad un rito?".
La riposta del Papa è forte e semplice: "Voi siete venuti per rivivere, per rinnovare, per celebrare oggi l’ingresso trionfale di Gesù Cristo nella città santa, ingresso messianico, segno di passione ma altresì della imminente sua definitiva glorificazione".
E aggiunge: "Vale veramente la pena, carissimi, di impegnare la propria vita per seguire Lui, solo Lui, pur sapendo che questa decisione comporterà rinunce, sacrifici, rischi, incomprensioni".
E soprattutto per i giovani vale la pena, perché " voi giovani cercate appassionatamente la gioia, la cercate negli altri, nelle vicende, nelle cose. Gesù vi promette la sua gioia piena. Voi cercate l’autenticità ed aborrite la doppiezza: Gesù ha smascherato l’ipocrisia di coloro che volevano strumentalizzare l’uomo specialmente nei suoi rapporti con Dio. Voi volete essere considerati per quello che siete e non per quello che possedete. Gesù ha detto: «Guardatevi e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni». Voi avete paura della solitudine, che intristisce il cuore ed accentua l’individualismo egoistico. Gesù ci partecipa la comunione che esiste tra lui e il Padre e dilata il nostro cuore all’amore verso tutti gli uomini, figli dello stesso Padre.
Voi cercate la libertà dal peccato, che degrada l’uomo, la libertà dal male, dai condizionamenti sociali, dalle tenebre dell’ignoranza. Cristo è la luce che «illumina ogni uomo», è la nostra liberazione. Voi giovani volete trasformare il mondo, renderlo più bello, più giusto: Cristo con la sua incarnazione, passione e risurrezione ha rinnovato la realtà e noi stessi: «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove»".
Paolo VI muore il 6 agosto dello stesso anno. Non aveva ancora 81 anni. Oggi sembra fin troppo presto. Era stato eletto a 65 anni. Il suo sguardo profetico venne colto perfettamente da San Giovanni Paolo II, che portò a compimento molte delle iniziative appena iniziate. Altre sono state riprese da Papa Francesco. Altre ancora non le ha mai ancora riprese nessuno. Come le messe di Pasqua nelle parrocchie di Roma.
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