venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Il cardinale Dziwisz al santuario di San Giovanni Paolo II a nome della Santa Sede

Il santuario di San Pietro della Ienca dedicato a Giovanni Paolo II

Il legame particolare che ha unito Giovanni Paolo II e San Pietro alla Ienca è anche il legame particolare che porta il Cardinale Stanislaw Dziwisz, quasi 40 anni segretario del Papa polacco, a tornare alla Ienca ogni volta che può per ricordarlo. E sarà proprio il Cardinale Dziwisz, il prossimo 3 agosto, ad essere nel primo santuario dedicato a San Giovanni Paolo II, uno speciale santuario sub umbra Petri nel cuore del Gran Sasso, per ritirare il XXIV premio “La Stele della Ienca”, attribuito quest’anno alla Santa Sede.

Il premio internazionale è destinato a persone ed associazioni che si sono distinte in vari ambiti, e nasce a seguito della prima grande iniziativa dell’Associazione Culturale di San Pietro alla Ienca, intitolata “Una stele per il Papa a San Pietro alla Ienca”.

Motore di tutte le iniziative dell’associazione è stato Pasquale Corriere, scomparso quest’anno, proprio dopo aver ricevuto il titolo di “Benemerito” dalla Fondazione Giovanni Paolo II, la cui memoria continua a vivere nelle molte iniziative del santuario.

E così, la presenza del Cardinale Dziwisz, spesso alla Ienca anche con poco preavviso, di passaggio da Roma, si configura anche come un momento particolare in cui fare memoria.

Dziwisz ha più volte raccontato della sua vita con Giovanni Paolo II. Un suo racconto, molto dettagliato, degli anni con Giovanni Paolo II si trova nel libro Giovanni Paolo II. Testimonianze (Editoriale Romani) della studiosa Monika Jablonska, esperta dei rapporti tra Giovanni Paolo II e Ronald Reagan. Nel volume, raccoglie più di 40 interviste con intellettuali, storici, ecclesiastici che hanno incontrato Giovanni Paolo II. C’è una domanda che resta una chiave di lettura profonda del libro, ed è “Come si può costruire la civiltà dell’amore” richiesta da Giovanni Paolo II.

Nel suo contributo, il Cardinale Dziwisz si sofferma a lungo sul senso del suo lavoro a fianco di Giovanni Paolo II, del modo in cui Karol Wojtyla era già conosciuto prima del Conclave come un cardinale che, seppur polacco, aveva possibilità di viaggiare, e “imparava in fretta”.

C’è un racconto dettagliato dei momenti che hanno fatto seguito all’attentato di cui Giovanni Paolo II fu vittima il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro, ma anche il resoconto dell’ultima giornata di vita del Papa polacco, e il suo “lasciatemi andare alla casa del Padre” che sapeva di serenità e di preghiera.

Racconti come quello del Cardinale Dziwisz permettono di conoscere a fondo l’uomo Giovanni Paolo II. Un po’ come ha fatto l’associazione di San Pietro alla Ienca in questi anni, andando a cercare prima l’uomo appassionato di montagna e poi il Papa che sapeva pregare.

In effetti, tra quelle montagne, Giovanni Paolo II amava andare a passeggiare, pregare e riflettere. Lì c’è una piccola chiesa che lo ricorda, che è ora un santuario “sub umbra petri”. Ogni tanto fa capolino anche il Cardinale Stanislaw Dziwisz, storico segretario del Papa polacco, quasi a ricordare le sortite del suo amato pontefice.

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