venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Leone XIV: “Il servizio e l’ascolto, due dimensioni gemelle dell’accoglienza”

Papa Leone XIV durante la celebrazione di oggi

Dopo aver celebrato domenica scorsa la Messa nella parrocchia pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, il pontefice presiede la Celebrazione eucaristica nella cattedrale di Albano. 

Nella sua omelia, papa Leone XIV, sottolinea che sia il Vangelo che le Letture ci “parlano di ospitalità, di servizio e di ascolto”. Dio - nell’incontro con Abramo - è nella persona di "tre uomini che vengono alla sua tenda "nell'ora più calda del giorno". Tre “sconosciuti” che per il troppo caldo “cercano riparo”. E, in questo caso, “Abramo, seduto "all'ingresso della tenda", è nella posizione del padrone di casa, ed è molto bello vedere come esercita il suo ruolo: riconosciuta nei visitatori la presenza di Dio, si alza, corre loro incontro, si prostra fino a terra, li prega di fermarsi. Così tutta la scena si anima. L'immobilità del pomeriggio si popola di gesti d'amore che coinvolgono non solo il Patriarca, ma anche Sara, sua moglie, e i servi”, così papa Leone XIV.

La dinamica di questo incontro può farci riflettere: “Dio sceglie la via dell'ospitalità per incontrare Sara e Abramo e dar loro l'annuncio del dono della fecondità, che tanto desideravano e in cui ormai non speravano più. Dopo tanti momenti di grazia in cui già li aveva visitati, torna a bussare alla loro porta, chiedendo accoglienza e fiducia”. Abramo e Sara offrono a Dio “il cibo, la compagnia, il servizio, l’ombra di un albero” e “ne ricevono la promessa di una vita nuova e di una discendenza”.

 

Da questo episodio, allora, la riflessione del pontefice sul Vangelo:  in questo passo, Gesù si presenta come ospite a casa di Marta e Maria. “Non è uno sconosciuto: è a casa di amici e il clima è di festa”, così il pontefice. Papa Leone XIV descrive, allora, la scena: “Una delle sorelle lo accoglie con mille attenzioni, mentre l’altra lo ascolta seduta ai suoi piedi, con l’atteggiamento tipico del discepolo nei confronti del maestro. Come sappiamo, alle lamentele della prima, che vorrebbe avere un po’ di aiuto nelle faccende pratiche, Gesù risponde invitandola ad apprezzare il valore dell’ascolto”. Precisa, allora,  che  “sarebbe però sbagliato vedere questi due atteggiamenti come contrapposti l’uno all’altro, come pure fare dei paragoni di merito tra le due donne. Il servizio e l’ascolto, infatti, sono due dimensioni gemelle dell’accoglienza. Prima di tutto nel nostro rapporto con Dio. Se infatti è importante che viviamo la nostra fede nella concretezza dell'azione e nella fedeltà ai nostri doveri, a seconda dello stato e della vocazione di ciascuno, è però pure fondamentale che lo facciamo partendo dalla meditazione della Parola di Dio e dall'attenzione a ciò che lo Spirito Santo suggerisce al nostro cuore”. 

 

Lo sguardo, poi, al presente: “È questa una dimensione della vita cristiana che oggi abbiamo particolarmente bisogno di recuperare, sia come valore personale e comunitario che come segno profetico per i nostri tempi: dare spazio al silenzio, all’ascolto del Padre che parla e «vede nel segreto». A questo scopo i giorni estivi possono essere un momento provvidenziale in cui sperimentare quanto è bella e importante l'intimità con Dio, e quanto essa può aiutarci anche ad essere più aperti e accoglienti gli uni verso gli altri”. L’esortazione, allora, proprio in questo tempo estivo di “prenderci cura gli uni degli altri, per scambiarci esperienze e idee, per offrirci reciprocamente comprensione e consiglio: questo ci fa sentire amati, e tutti ne abbiamo bisogno”. Il pontefice invita a fare ciò “con coraggio” perché così “promuoveremo, in questo modo, nella solidarietà e nella condivisione della fede e della vita, una cultura di pace, aiutando anche chi ci sta attorno a superare fratture e ostilità e a costruire comunione: tra le persone, tra i popoli, tra le religioni”.

 

“Certo tutto ciò costa fatica”, sottolinea il pontefice. “Sia il servizio che l’ascolto non sono sempre facili: richiedono impegno e capacità di rinuncia”. Ma aggiunge che è solo con lo sforzo, con la fatica, che nella vita si costruisce qualcosa di buono”. Infine, cita Sant’Agostino che in uno dei suoi discorsi, riflettendo sull’episodio di Marta e Maria, commentava: “In queste due donne sono simboleggiate due vite: la presente e la futura; l'una vissuta nella fatica e l'altra nel riposo; l'una travagliata, l'altra beata; l'una temporanea, l'altra eterna”. E conclude: “Abramo, Marta e Maria, oggi, ci ricordano proprio questo: che ascolto e servizio sono due atteggiamenti complementari con cui aprirci, nella vita, alla presenza benedicente del Signore. Il loro esempio ci invita a conciliare, nelle nostre giornate, contemplazione e azione, riposo e fatica, silenzio e operosità, con sapienza ed equilibrio, tenendo sempre come metro di giudizio la carità di Gesù, come luce la sua Parola e come sorgente di forza la sua grazia, che ci sostiene oltre le nostre stesse possibilità”.

 

Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica

Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.

Clicca qui

La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!

La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.

Donazione a CNA