venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

I giovani di Azione Cattolica al giubileo con Piergiorgio Frassati

“Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci mette di fronte ad un aspetto singolare della vita di Gesù che suscita stupore e lascia perplessi. Come è possibile che proprio i suoi conterranei non riconoscano il Messia vedendo quello che diceva e faceva? Non solo. Si chiedono come sia possibile che uno di loro di cui conoscono bene la famiglia possa agire in modo così straordinario. Una tale asimmetria tra la conoscenza abituale e l’eccezionalità di quanto Gesù compie diventa addirittura motivo di scandalo. Gesù non si meraviglia più di tanto e rispetta anche questa sensibilità dei suoi concittadini ricordando un antico detto sapienziale che vede i profeti sempre poco compresi proprio nel loro ambiente”.

Con queste parole pronunciate dall’assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, mons. Claudio Giuliodori, nella celebrazione eucaristica, si sono concluse le catechesi organizzate in collaborazione con il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, durante il giubileo dei giovani con la presenza di circa 3000 giovani.

Nell’omelia l’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università della Cei, ha incentrato la riflessione sul beato Piergiorgio Frassati, che sarà canonizzato domenica 7 settembre: “Questa vicenda evangelica è illuminante anche per comprendere un aspetto della figura del beato Frassati di cui tutti percepivano la straordinarietà di vita, senza riuscire però a cogliere fino in fondo la profondità della sua esperienza spirituale e il suo cammino di progressiva santificazione”.

Riprendendo alcune lettere scritte agli amici ed ai familiare mons. Giuliodori ha evidenziato la sua fede: “Sappiamo che anche i suoi familiari, pur cogliendo la particolare sensibilità religiosa di Pier Giorgio, non avevano compreso quale ricchezza spirituale si nascondesse in quella vita apparentemente così normale, vivace e piena di interessi. Anche il padre, intellettuale di primo piano e uomo di grande levatura culturale, sociale e politica, non potrà che ammettere onestamente di aver compreso ben poco di quel suo figlio che pur vivendo a pieno nella Torino borghese del suo tempo, aveva il cuore e la mente rivolte alle cose alte di Dio e alle realtà più povere e umili dove cercava e sapeva di incontrare il volto di Cristo”.

Insomma il beato torinese è stato un ‘normale straordinario’: “Questa ‘straordinaria normalità’ che caratterizza la vita di Frassati ce lo fa sentire particolarmente vicino… La canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e di Carlo Acutis che avremo la gioia di vivere il prossimo 7 settembre, ci consente di riscoprire la preziosa testimonianza e la grande attualità di questi due giovani, differenti per età, periodo storico e contesto socio-culturale, ma accomunati dall’essere riconosciuti dalla Chiesa come modelli di vita cristiana. In particolare, ora siamo qui nel contesto del Giubileo dei Giovani e abbiamo la fortuna di poter avere in mezzo a noi il corpo di Pier Giorgio. Per questo dono siamo grati alla Chiesa di Torino e alla famiglia”.

Il giovane Frassati è stato innanzitutto un giovane che ha vissuto con impegno ed entusiasmo il proprio tempo: “Caro Piergiorgio, il tempo in cui tu hai vissuto non era certamente migliore di quello odierno, differenze sociali, tensioni politiche, scenari in rapida trasformazione negli anni che dal dramma della prima guerra mondiale conducono al secondo e ancor più devastante conflitto. La tua sensibilità spirituale non ti ha allontanato dall’agone socio-politico, anzi ti ha reso ancora più attento e partecipe delle vicende umane dei lavoratori e dei processi culturali del tuo tempo, portandoti a condividere percorsi associativi e anche a prese di posizione forti e spesso controcorrente”.

Ed ha concluso l’omelia con una preghiera per non restare semplici ‘spettatori’: “Aiutaci a non contrapporre vita spirituale e impegno sociale, cammino di fede e passione per il bene comune, ricerca della santità e costruzione concreta di percorsi di pace e di giustizia. Ti preghiamo, aiutaci a non rimanere spettatori inerti davanti ad un mondo che sembra andare in frantumi per il radicalizzarsi e ampliarsi dei conflitti”.

La ‘settimana’ giubilare dei giovani dell’Azione Cattolica si era aperta martedì 29 luglio con la presentazione del libro ‘Di Santa ragione. Con Frassati in cammino verso l’Alto’, scritto da Emanuela Gitto e Lorenzo Zardi (vice presidenti per il settore Giovani di Ac), e da don Michele Martinelli (assistente centrale per il settore Giovani), alla libreria San Paolo, con la presenza del card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, moderata dalla giornalista  Annachiara Valle.

Per il card. Marcello Semeraro l’importanza di questa canonizzazione è tutta nell’essere stato un fedele laico, citando Giuseppe Lazzati: “Questo serve oggi alla Chiesa. Ed anche a noi preti… Non posso, allora, non citare Giuseppe Lazzati, il quale proprio in questa luce guardò a Pier Giorgio Frassati ricordandolo il 5 aprile 1975, a cinquant’anni dalla morte. Visse (così egli disse) in un periodo per la Chiesa difficile ‘anche per la maturazione di un laicato percorso da un autentico amore di Chiesa, ma diviso nel modo di esattamente definire il proprio ruolo peculiare’.

E’ stato un collegamento, in un certo senso obbligato, ai santi ‘sociali’ torinesi: “Per Frassati, questo ruolo (lo si deduce dai suoi progetti di vita) altro non era che contribuire, quasi dall’interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo, manifestando Cristo agli altri principalmente con la testimonianza della sua stessa vita e con il fulgore della sua fede, della sua speranza e carità.

Sono testimonianze di cui nella Chiesa, e non in essa soltanto, c’è oggi bisogno. Sono forme di santità in cui vediamo senz’altro Pier Giorgio Frassati ed è sintomatico che oramai lo si unisca ai ‘santi sociali’ della Torino di fine ‘800 e inizio ‘900. Sono forme di santità talmente ‘ordinarie’ da essere ‘straordinarie’ proprio per questo”.

Ed ha concluso affermando che tale canonizzazione può essere una ‘nuova primavera’ per la Chiesa: “In questo senso la canonizzazione di Frassati è davvero un segno per tutta la Chiesa, una nuova primavera da vivere con gioia e rinnovata speranza. Frassati ha accostato la ragione alla fede, ha messo insieme allegria ed impegno, ha rinnovato l’amicizia con i suoi coetanei non dimenticando la contemplazione e l’adorazione al Santissimo, ha creduto alla politica come la più alta forma di carità. E si è speso per i poveri, gli ultimi, nel silenzio della sua vita ordinaria. Un santo che oggi serve più che mai a tutta la Chiesa. Un santo ‘laico’ di tutti i giorni, della prossimità e della speranza. Un santo ordinario e per questo sicuramente straordinario”.

 

 

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