Città del Vaticano , 07 August, 2025 / 10:00 AM
"Io mi ricordo che la prima volta che venni a Roma (avevo 8 anni e mezzo) si fece con la mia famiglia una escursione fino a San Giovanni in Laterano; ricordo ancora benissimo il senso di desolazione che mi sorprese in quella grande casa, tetra, chiusa, abbandonata d’intorno, senza nessuna circolazione perché non c’erano i tram, né altro in quel momento; e mi dissero: questa è la «mater et caput» . . . Ricordo poi tutte le volte che, venuto a Roma giovane studente, appena detta la S. Messa, avevo occasione di passare davanti a quell’edificio, bello ma cadente: lo si vedeva dalle finestre e dalle porte chiuse, dall’impossibilità di entrare. Ricordo anche il senso di disagio che mi metteva la stessa basilica di S. Giovanni: la sera era come penetrare in una caverna, senza luce; cinque navate buie e paurose a chi osava inoltrarsi. E sempre, fino da allora, i ragazzi e i giovani sognano: da qui bisogna ridare la vita alla Chiesa romana . . . E mi piace cogliere l’occasione di questo ricordo per presentare al Cardinale Vicario la professione della mia affezione, della mia riconoscenza, della mia solidarietà".
Paolo VI aveva una speciale predilezione per Roma, e questo significava un lavoro maggiore per la sua diocesi e i suoi collaboratori. Questo ricordo è del 10 febbraio del 1975, Anno Santo e anno di cambiamento in diocesi con l'arrivo di monsignor Canestri ad aiutare il Cardinale Vicario.
Il Papa dice: "bisogna che io vi dica la gioia di vedere quel bel palazzo che adesso è San Giovanni in Laterano, trasformato in un alveare. Un alveare dove circola la vita, con corridoi pieni di uffici, di consigli presbiterali e pastorali e di tutti gli altri settori elencati nel vostro bellissimo annuario diocesano fino a confondere la mente del lettore che non abbia pratica di tutta questa nomenclatura, di questa geografia burocratica".
Paolo VI parla delle parrocchie che sono in crescita in quel momento a Roma: "ringrazio tutta la grande compagine di quelli che intorno al Vicariato vivono, tutte le ramificazioni che si protendono in tutta la diocesi, le prefetture, e i parroci. E quanti sono i parroci di Roma? 254, o son cresciuti? Ne sono già nati una quarantina, da quando io sono vostro Vescovo, e quindi sento questa levitazione, questo aumento, sì con la grande gioia di vedere crescere la Chiesa di Dio, ma anche, potete credere, con senso di trepidazione per i tanti problemi, che accompagnano questa necessaria espansione della Chiesa di Roma. Alcune parrocchie le abbiamo visitate, ne vorremmo visitare di più, ma diventa così difficile la circolazione personale per noi, non è vero? E non siamo così pronti e così facili a venirvi a trovare quanto vorrebbe il nostro desiderio. Però manterremo, se Dio ci aiuta, se ci dà la possibilità, le due visite annuali alle parrocchie, una per il «Corpus Domini», e l’altra per la quaresima, secondo le indicazioni che voi stessi, attraverso il Cardinale Vicario, vorrete darci. La preferenza? Dove è più grande il bisogno, dove maggiore è il merito della fatica pastorale esercitata, dove è più facile, anche in pratica, poter accedere a queste vostre diverse parrocchie".
Roma è nel cuore del Papa perché è nel cuore del suo Vescovo.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA