Rimini, 29 August, 2025 / 11:00 AM
A Rimini il Meeting dell’Amicizia tra i popoli si è concluso all’insegna di due santi giovani, Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis. che saranno canonizzati in piazza san Pietro domenica 7 settembre, con don Paolo Asolan, docente di Teologia pastorale fondamentale e preside del Pontificio Istituto Pastorale ‘Redemptor Hominis’ alla Pontificia Università Lateranense, Marco Cesare Giorgio, presidente del Centro Culturale ‘Pier Giorgio Frassati’ e mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, ed un messaggio della madre di Carlo, Antonia Salzano: “L’anno in cui è morto eravamo a Santa Margherita Ligure e lui mi chiese: ‘Ma tu che ne penseresti se io mi facessi sacerdote?’ Gli dissi che, se lui si fosse sentito di percorrere quella strada, io ne sarei stata contenta. E la stessa domanda l’aveva fatta anche alla nonna, come mi confidò in seguito… Carlo mi ha insegnato a credere nell’Eucarestia, che ora mi guida. Non l’ho vissuta come una fine ma come una separazione”.
Inoltre ha ricordato la sua ‘allegria’, pur nella malattia: “La cosa più vicina alla grazia è l’umorismo, affermava papa Francesco, ed anche Carlo sapeva ridere e fare ridere tanto, capace di sdrammatizzare le situazioni”, persino al momento della diagnosi di leucemia fulminante: ‘Il Signore ha mandato la sveglia!’, fu la sua risposta ironica”.
Infine ha lanciato il messaggio finale ai giovani della kermesse riminese con la frase di Carlo Acutis (‘Non io, ma Dio; non il mio amor proprio, ma la Gloria di Dio’): “Signore, sia sempre fatta la Tua volontà. Non dimentichiamo mai di chiedere aiuto alla Tua santa Madre: sia sempre per noi un rifugio sicuro! Non dimenticate il suo appello a pregare il Rosario ogni giorno. E’ un mezzo molto potente al quale la Santissima Trinità ha conferito grazia straordinaria. Allora approfittiamone e seguiamo i consigli che portano al Cielo”.
Nell’intervento Marco Cesare Giorgio, presentando Piergiorgio Frassati, ha affermato che ‘Piergiorgio aveva capito come essere felici nelle circostanze ordinarie della vita’, leggendo le parole dello scrittore Stefano Iacomuzzi, che conobbe alcuni suoi amici Frassati: “Mi piaceva anche perché faceva da contrappeso alle immagini lontane dei grandi santi”. E con una citazione di don Luigi Giussani ha affermato che il santo “non è colui con i superpoteri, ma colui che aderisce all’ideale per cui è stato fatto’: “Era un giovane sportivo: alpinista ‘tremendo’ come lo definì sempre papa Giovanni Paolo II. Si rimane stupiti, leggendo i suoi scritti, in particolare le lettere agli amici, di quante volte parli della sua passione per la montagna, perché ‘fra i monti c’è qualcosa di grande, di immenso che eleva’. Ma Pier Giorgio era un giovane che ‘non voleva vivacchiare ma vivere’! Oggi si direbbe, citando la ormai famosa espressione di papa Francesco, non voleva essere un giovane-divano, ma vivere in pienezza la propria esistenza! Vivere in pienezza voleva dire per lui assumersi prima di tutto le proprie responsabilità di cittadino. E proprio in questo si può cogliere un aspetto della sua attualità, dal momento che viviamo, nel cattolicesimo attuale, un cristianesimo ripiegato su se stesso, del quieto vivere”.
Nel suo intervento don Paolo Asolan ha citato una frase del politico Filippo Turati, che nel luglio 1925 scrisse: ‘Ciò che si legge di lui è così nuovo e insolito, che riempie di riverente stupore anche chi non condivideva la sua fede’: “La vita di Frassati indica due vie: quella della preghiera contemplativa e quella del servizio della carità. La preghiera quotidiana di cui fu capace, in particolare l’adorazione eucaristica e il rosario, lo introdusse sempre più profondamente nel mistero di Dio, il cui potere appare nell’ostia così diverso dai poteri del mondo: inerme, silenzioso, completamente dato e offerto”.
Però dalla preghiera e dall’eucaristia quotidiane nasce l’azione caritativa, sempre fatta con allegria: “Il servizio della carità non ebbe in Frassati nulla di romantico, fu spesso anzi contrassegnato da preoccupazioni e difficoltà di ogni genere. Tuttavia, che si trattasse di vuotare i vasi da notte di poveri ammalati, o di sistemare famiglie senza lavoro (la sua ossessione, si potrebbe dire, era trovare un lavoro a chi l’aveva perduto), o condurre battaglie politiche in seno al Partito Popolare ed in opposizione al fascismo, la sua allegria mai lo abbandonò. E furono questi anche i campi di azione nei quali la strada delle beatitudini da lui percorsa lasciò tracce visibili anche all’esterno”.
Mentre mons. Domenico Sorrentino ha scelto le parole del beato Giuseppe Toniolo, ‘consulente di papa Leone XIII per l’enciclica Rerum Novarum’ con la richiesta di ‘riscoprirlo’ alla prossima edizione del Meeting, per descrivere le figure di Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ‘Carlo, come Piergiorgio, stanno in questa logica’, ma soprattutto san Francesco d’Assisi, attratto dal ‘Cantico delle Creature’: “Un passaggio viene poi dedicato a un altro santo, Francesco d’Assisi, il cui Cantico delle Creature Carlo lo vive, attraverso l’amore per la bellezza della vita…
Infatti il motivo per cui Carlo Acutis è spesso paragonato a San Francesco nell’ambito della spogliazione è perché entrambi hanno interpretato, seppur in maniere molto diverse, lo stesso gesto compiuto da Gesù. Francesco, decidendo di vivere in povertà ed eliminando dalla sua vita tutti i privilegi che aveva acquisito dalla nascita, Carlo Acutis, attraverso un videoclip da lui registrato. In questo video, il giovane preannuncia la sua morte due mesi prima di venire a mancare: Sono destinato a morire”.
Mentre in un incontro precedente dal titolo ‘Investire sul talento di ogni persona’ i genitori di Sammy, Laura Lucchin e Amerigo Basso, partendo da una sua frase (‘Non si misura la vita dai giorni che si vivono ma da come li si vive’), hanno raccontato il figlio: “Amava la vita e quella degli altri, felice quando poteva aiutare. Sammy era un vulcano di idee: ricercatore, sportivo, testimonial della sua e delle malattie rare, giovane di fede. Ha fatto cose assurde insieme agli amici. Al termine di ogni impresa diceva: il traguardo raggiunto da solo è bello, fatto con gli altri è meraviglioso”.
Prezioso testimonial sulle possibilità di fare anche con gravi patologie, ha corso maratone con i suoi amici, che gli hanno prestato le gambe, come ha raccontato la madre: “Sammy aveva dei talenti, io ho fatto la mamma e basta. Abbiamo fatto un cammino insieme e non è stato facile, ma sono convita di aver fatto un percorso di vita che non sarebbe stato uguale se non avessi avuto Sammy e la sua malattia”.
Nella giornata precedente Diane Foley, madre di James Wright Foley, giornalista americano free-lance rapito nel nord della Siria nel 2012 ed ucciso dall’Isis 11 anni fa, ha portato la sua testimonianza assieme allo scrittore Colum McCann, che ha dedicato alla vicenda un libro (‘Una madre’): “Lui aspirava ad essere un uomo di coraggio morale. Era attratto dalla voglia dei popoli di ottenere la liberà che noi diamo per scontato. Jim sapeva che la sua presenza in Siria stava diventando pericolosa, ma ha deciso di restare per informare. Ha pagato con la sua vita il diritto degli altri ad informarsi”.
Ed ha raccontato il motivo per cui ha incontrato anche colui che ha ucciso suo figlio: “Il mondo non può lasciare che queste atrocità rimangano impunite. Quindi la giustizia deve arrivare. Ma credo che la riconciliazione debba passare attraverso il perdono, anche se è molto difficile. Sapevo che Jim avrebbe voluto che lo incontrassi, avrebbe voluto sapere il motivo, per cui si era radicalizzato, visto che la sua famiglia era stata accolta come rifugiata in Gran Bretagna? Sua madre era cristiana ortodossa, quindi era ancora più strano, si era convertito all’Islam. Eppoi volevo che lui sapesse chi era Jim”.
Infine nel concerto finale, dedicato a Claudio Chieffo, il presidente Bernhard Scholz ha dato appuntamento al 47^ meeting dell’Amicizia tra i popoli, che si svolgerà dal 21 al 26 agosto 2026, prendendo spunto dall’ultimo verso della ‘Divina Commedia’ di Dante Alighieri, ‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’: “Sulla scorta del titolo ‘Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi’ sono emerse esperienze e prospettive per affrontare i deserti del nostro tempo: la solitudine e la frammentazione sociale, i conflitti e le guerre, la crisi ambientale ed economica.
Già dall’incontro inaugurale con le madri di Israele e Palestina, capaci di trasformare il dolore della perdita in cammino di riconciliazione, e dalla presenza di testimoni come i sopravvissuti di Hiroshima Toshiyuki Mimaki e Masao Tomonaga, si è percepito il filo rosso della pace”.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA