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Un servizio di EWTN News

Carlo Acutis: i ricordi di Suor Miranda del suo “alunno Santo”

A Milano una piazza in particolare “parla” di Carlo Acutis. Si tratta di Piazza Niccolò Tommaseo, una piazza elegante, che a marzo esplode di fiori primaverili. Qui, a pochi passi l’uno dall’altra, si trovano la sua scuola primaria e secondaria e la sua parrocchia, Santa Maria Segreta. La preside della sua scuola elementare di allora era Suor Miranda Moltedo, che abbiamo raggiunto a Milano, nella scuola dove insegna adesso, l'Istituto Marcelline a Quadronno. Suor Miranda racconta ad ACI stampa / EWTN Vatican i primi anni scolastici di Carlo, i ricordi di quel bambino semplice, ma speciale e cosa insegna a ricordare oggi ai più piccoli.

Suor Miranda come era Carlo Acutis alle elementari?

Era un bambino tranquillo, di quei bambini buoni, non dico invisibili, ma non dava problemi, non era esagitato, non aveva neanche una strana situazione familiare. Era un bambino del tutto normale, chi conta sono i genitori a quell’età e da questo bambino si poteva capire che la sua era una famiglia molto, molto normale, affettuosa. Era sicuramente una famiglia benestante, ,ma il bambino veniva a scuola con i suoi vestitini non strani, non originali. Tutto regolare, diciamo. I genitori non insistevano per nulla, erano molto discreti cosa molto piacevole per una scuola che i genitori siano sereni, siano discreti e non facciano strane richieste. La famiglia di Carlo era molto normale, molto serena.

Ha un ricordo particolare legato al piccolo Carlo?

Ecco, dal punto di vista religioso ho soltanto un episodio, una cosa un pò particolare che posso raccontare, perché tra l'altro è la prima e l'unica volta che mi è capitata una cosa così. La mamma un giorno è venuta con un libro di religione in mano dicendo “Suora, guardi, questo libro è molto bello, provi a vedere se può andar bene per i bambini. Quasi incoraggiandomi ad accettare questo libro. Allora io l'ho sfogliato, l'ho guardato bene, ho letto i contenuti e mi è sembrato un pò difficile per i bambini di quell'età, ma capivo che la signora ci teneva al libro. C’era un buon interesse, sacrosanto di una buona formazione religiosa per tutti i bambini, non solo per suo figlio. E lei ha detto “e sì, sì Miranda, forse è troppo difficile”. Allora io l'ho restituito alla signora Acutis con un bel sorriso dicendo “Mi spiace, ma noi abbiamo già il nostro libro di religione”.

Suor Miranda come era Carlo con i suoi compagni?

Le elementari sono andate via lisce. Certo poi c'erano qualche situazione particolare che la maestra conosceva, per esempio in quella classe c'era un bambino molto sfortunato di cui Carlo era molto amico, cioè Carlo se l'era proprio preso sotto la sua amicizia, la sua protezione. Questo bambino non aveva più la mamma. La mamma era andata via, era rimasto solo col papà e con due zie anziane. Una storia molto triste. Probabilmente Carlo sapeva anche più cose, perché poi noi non chiedevamo eccessivamente. Sapevamo che era un bambino da attenzionare con cura, con affetto e con amore speciale. E Carlo ci teneva. Questo bambino probabilmente Carlo lo invitava anche a casa sua. Poi sono diventati grandi. È rimasto amico Carlo di questo bambino. Carlo è andato via prima, il bambino è diventato grande, poi purtroppo è morto. Insomma, tragicamente ancora giovane. Ma la signora Acutis una volta aveva commentato: “Carlo lo ha chiamato a sé, perché era meglio così”. Comunque una storia particolare, molto dolorosa, ma lì Carlo si era dimostrato evidentemente molto amichevole con questo bambino. Io che ero la preside, avevo una visione di insieme. Quando ho fatto la docente di disegno a Carlo devo dire che Carlo era molto attento, bravo bambino, molto osservatore… ecco se posso dire era un bambino che osservava, osservava molto, non parlava tanto, ma osservava, questo sì.

E poi Carlo è diventato Beato, e tra qualche giorno Santo…

Carlo è stato con noi otto anni, praticamente sette anni e mezzo, quindi era un nostro ragazzo. Quando c'è stata la morte di Carlo abbiamo saputo di questa cosa improvvisa avvenuta in pochi giorni e poi abbiamo saputo del funerale. La cerimonia funebre di Carlo è stata straordinaria, c'era un sacco di gente, anche gente povera e allora lì abbiamo cominciato a capire che certo era conosciuto il bambino, c'era qualcosa effettivamente che ci sfuggiva come scuola che non potevamo sapere…E per me questo è un esempio interessante, sono stata anche interrogata dalla Curia di Milano, adesso non posso entrare nei particolari, però posso dire che i segnali di qualcosa di straordinario c’erano…Ma i genitori di Carlo mai hanno addotto particolari qualità del figlio per renderlo migliore ai nostri occhi. Per noi lui era uno come gli altri.

Suor Miranda voi raccontate l'esperienza, l'esempio di Carlo ai ragazzi, ai giovanissimi e come lo fate?

Bella domanda. Si raccontano le storie dei santi, soprattutto inerenti alla storia del cristianesimo, santi come San Paolo, San Domenico, San Francesco, i grandi della storia del cristianesimo. Introdurremo anche San Carlo Acutis, perché non possiamo farne a meno, io poi personalmente mi sento anche interpellata sull’argomento. Noi cerchiamo di presentare queste figure particolari non come degli esseri alieni irraggiungibili, ma come persone che anzitutto hanno avuto una loro libertà nell'accettare l'amicizia con Dio. Quindi essere amici di Dio per scelta proprio assoluta. Ognuno di noi è chiamato a un'amicizia con Dio. Carlo già mi è capitato qualche volta in classe di parlarne, ma di solito cerchiamo di rispondere alle domande dirette dei bambini. Carlo si presenta come un bambino che è stato amico di Gesù e ha trovato gioia, perché il cristianesimo è gioia, felicità e allegria. Carlo era molto contento, gentile, obbediente ai genitori. Un bravo bambino con cui si parlava volentieri. Ecco questo si può dire alla primaria.

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