Città del Vaticano , 05 September, 2025 / 1:14 AM
“Siete accomunati da un unico grande desiderio: la convivenza pacifica dei popoli, specialmente di quelli che abitano attorno al Mediterraneo. A questo desiderio state dando corpo e anima, con il vostro impegno e con numerosi progetti, sia nei territori sia a livello europeo, in dialogo con le Istituzioni ecclesiali e politiche. Vi ringrazio per quello che fate: siete una dimostrazione che il dialogo è possibile, che le differenze sono fonte di ricchezza e non motivo di contrapposizione, che l’altro è sempre un fratello e mai un estraneo o, peggio, un nemico”. Lo ha detto Papa Leone XIV, stamane, ricevendo in Vaticano i rappresentanti del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo.
Il Papa ha ricordato il convincimento di Giorgio La Pira, secondo cui “la pace nella regione del Mediterraneo sarebbe stata l’inizio e quasi la base della pace fra tutte le nazioni del mondo. Questa visione mantiene oggi tutta la sua forza e la sua carica profetica, in un tempo dilaniato dai conflitti e dalla violenza, dove la corsa agli armamenti e la logica della sopraffazione hanno la meglio sul diritto internazionale e sul bene comune. Ma non dobbiamo scoraggiarci, non dobbiamo rassegnarci! E voi giovani, con i vostri sogni e la vostra creatività, potete dare un contributo fondamentale. Ora, e non domani! Perché voi siete il presente della speranza”.
Voi – ha aggiunto ancora il Pontefice – “rappresentate una generazione che immagina un futuro migliore e sceglie di costruirlo. Siete il segno di un mondo che non cede all’indifferenza e alla compiacenza, ma si rimbocca le maniche e lavora per trasformare il male in bene”.
“La pace – ha proseguito - è all’ordine del giorno dei leader internazionali, è oggetto di discussioni globali, ma purtroppo spesso viene ridotta a un semplice slogan. Ciò di cui abbiamo bisogno è coltivare la pace nei nostri cuori e nelle nostre relazioni, lasciarla sbocciare nelle nostre azioni quotidiane, operare per la riconciliazione nelle nostre case, nelle comunità, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, nella Chiesa e tra le Chiese”.
“Per i credenti – ha concluso Papa Leone - il futuro non è fatto di muri e di fili spinati, ma di accoglienza reciproca. In questo modo, il patrimonio spirituale delle grandi tradizioni religiose nate nel Mediterraneo potrà continuare a essere un fermento vivo in questa area e oltre, una sorgente di pace, di apertura agli altri, di fraternità e di cura del creato. Quelle stesse religioni sono state, e talvolta continuano a essere, sfruttate per giustificare violenza e conflitti armati. Dobbiamo respingere queste forme di blasfemia che disonorano il Santo Nome di Dio, e farlo con lo stile di vita che scegliamo. Siamo chiamati a coltivare preghiera e spiritualità, insieme all’azione, come sorgenti di pace e punti di incontro tra tradizioni e culture. N on abbiate paura: siate germogli di pace, là dove cresce il seme dell’odio e del risentimento; siate tessitori di unità là dove prevalgono la polarizzazione e l’inimicizia; siate voce di chi non ha voce per chiedere giustizia e dignità; siate luce e sale là dove si sta spegnendo la fiamma della fede e il gusto della vita. Non desistete se qualcuno non vi capisce”.
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