Roma, 03 October, 2025 / 6:00 PM
Cinquant’anni vissuti tra grandi crisi, conflitti, speranze, incontri con persone straordinarie: pontefici, cardinali, capi di Stato, leader politici, intellettuali, artisti, persino futuri santi….Una vita intensa, forse irripetibile, ma soprattutto sorretta da una fede solida, non esente da imperfezioni o momentanei cedimenti, certo, ma forte; una fede attorno alla quale ruota tutta la vita e acquista senso e spessore.
Perché, in fondo, questa è la cosa più importante, come dice san Paolo: alla fine della corsa aver conservato la fede, aver combattuto la buona battaglia.
E’ quel che racconta nel volume Il Testimone. Mezzo secolo di un laico nelle stanze vaticane, edito da Edizioni Cantagalli, il giurista uruguayano Guzmán Miguel Carriquiry Lecour, nato nella capitale Montevideo il 20 aprile 1944, fino al marzo scorso ambasciatore dell'Uruguay presso la Santa Sede, in cui ripercorre la memoria del proprio servizio in Vaticano al fianco di cinque Pontefici, da san Paolo VI a Francesco, dal 1971 al 2019.
"Mezzo secolo di vita vaticana", di testimonianza attraverso lo sguardo formato nel cattolicesimo cresciuto in 'America Latina. Un servizio prestato attraverso la concreta analisi dei fatti e della geopolitica in continua trasformazione, ma anche con slanci profetici ed entusiasmo, con coraggio, nella speranza di poter davvero edificare un mondo e una Chiesa sempre migliori. Insomma, la personalità di un laico capace di stare al mondo, mai uno "yes man" e quindi capace di dire con franchezza quel che pensa.
Nel libro l’autore racconta la sua avventura umana e professionale arricchendola anche con gustosi aneddoti, è il caso di dirlo. Per esempio le cene e i pranzi con i futuri pontefici e santi. A cominciare da papa Wojtyla e Madre Teresa: due stili, a tavola, decisamente diversi, con il primo di buon appetito e buona forchetta, la seconda che invece “spizzica come un uccellino”, parola del futuro san Giovanni Paolo II. E le zuppe predilette dal cardinale Joseph Ratzinger…Tutto nella cornice di casa Carriquiry, primo laico nominato Capo Ufficio in Vaticano ( ne succederanno molti altri). Che ci tiene a sottolineare che “ non ho vissuto 48 anni in un covo di ladri ne’ di lotte di potere” o covi di vizi nascosti e intrighi, come spesso e volentieri viene dipinta il Vaticano e la Curia romana. Solo una visione realista e non idealizzata con tante persone che lavorano con coscienza, e amore verso la Chiesa. Riporta una frase di un anziano prelato tedesco: “ Qui vive un 10 per cento di santi, un 10 per cento di demoni, ma l’80 per cento sono poveri peccatori come te e me, mendicanti della grazia di Dio”. Un luogo “dove sovrabbonda la grazia di Dio" ma anche qualche "peccato", tra cui quello di credersi i “costruttori della Chiesa”, quando invece essa si fonda unicamente su Dio. Ma ecco che si impone la visione che sottende a tutte le esperienze, positive, esaltanti, frustanti e dolorose: “Ho combattuto la buona battaglia", spiega l’autore citando appunto san Paolo.
Una vita certo non comune, a volte difficile e non scevra da errori, a volte esaltante, perché vissuta al centro di eventi che hanno segnato il volto della Storia, a contatto con personalità straordinarie. “Tuttavia, mi sono sempre opposto a scrivere memorie autobiografiche”, sottolinea, tanto che “le mie potrebbero essere definite con il titolo di un libro dello scrittore italiano Giuseppe Pontiggia, che recita così: Storie di uomini non illustri. Potrei riflettermi anche nel titolo dell’opera di Ignazio Silone: L’avventura di un povero cristiano”.
Un’altra riflessione potrebbe illuminare la visione che questo grande laico al servizio della Chiesa, ossia che essendo giunto a una età avanzata, ora avverte “ la mancanza di una predicazione ecclesiale sui “novissimi”: la morte, il giudizio, il destino eterno, il cielo, il purgatorio, l’inferno… Non è certo una regressione verso la paura, l’immaginazione, il giudice collerico, ma non sono neanche realtà da ridurre a simboli per una religione buonista, “moderna”, mondana. Fanno parte del Credo della nostra fede e le sperimentiamo già nello spessore della nostra vita personale e collettiva. Forse non intravediamo, da lontano ma davvero presente, la realtà dell’inferno nelle guerre, distruzioni e violenze prive di ogni umanità, e persino nella “banalità del male”? E non sperimentiamo anche quei momenti di un amore tale che ti sembra di toccare il cielo con un dito? Avendo superato gli ottanta, mi sembra il momento opportuno per dare alla luce questo libro”. Un libro di memorie, dunque, ma soprattutto, come ribadito più volta, una testimonianza. Nell’amore per la Chiesa, senza nascondere problemi, errori, distorsioni…
Il passato, certo, che rappresenta le radici in cui affondano e prendono linfa le storie personali e La Storia con la S maiuscola, ma anche il futuro, per cui Guzman Carriquiry guarda con fiducia e speranza al pontificato appena iniziato di papa Leone XIV.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA