venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

"Accresci in noi la fede". XXVII Domenica del Tempo Ordinario.

Icona rappresentante Cristo (immagine di repertorio)

Il Vangelo di questa domenica ci consegna due parole forti ed essenziali: la supplica degli apostoli – «Accresci in noi la fede!» – e l’invito di Gesù a vivere come “servi inutili”.

E’ possibile chiedere una fede più grande quando comprendiamo davvero che cosa significa credere. La fede non è un sentimento o un’emozione ma adesione a Cristo, vero Dio e vero uomo, venuto a rivelarci chi è Dio e chi è l’uomo. Per questo, avere fede non significa essere esenti da dubbi. Al contrario, il dubbio può diventare un alleato prezioso della fede, perchè può portare alla ricerca sincera e umile della verità. Ma c’è un altro grande ostacolo che impedisce di credere ed è la presunzione: l’idea, cioè, che la fede sia qualcosa di statico, di acquisito una volta per sempre. La fede, invece, è come un fuoco, che ha bisogno di essere alimentata per non spegnersi. E ogni giorno è un’occasione per rinnovare il nostro sì a Cristo, lasciandoci guidare, sostenere e trasformare dal suo amore.

Madeleine Delbrêl, convertitasi al cattolicesimo nel secolo scorso, ci ha lasciato una definizione luminosa della fede: «Credere è mettersi in cammino, e restarci. È camminare nel buio, ma nella direzione della luce». La fede, infatti, è una fedeltà  al Signore che si rinnova ogni giorno, anche quando il passo è incerto o il cielo sembra chiuso. Per custodire e sostenere la nostra fede in Cristo, abbiamo a nostra disposizione due doni: La preghiera e la Chiesa. La preghiera quotidiana, anche se breve, mantiene aperto il nostro dialogo con Dio, ci orienta verso di Lui e i permette di riconoscere la Sua presenza nelle pieghe della nostra giornata. La Chiesa, poi, è la grande famiglia di Dio che ci accompagna. In essa possiamo ascoltare la Parola di Dio, accostarci al sacramento della Riconciliazione e partecipare alla Santa Messa domenicale per ricevere Gesù che si dona a noi nella santa Comunione. 

Alla richiesta degli apostoli: Accresci la nostra fede, Gesù non risponde con promesse straordinarie. Dice semplicemente: «Se aveste fede quanto un granello di senape…» Non aumenta la loro fede, ma li invita a scoprire che anche una fede piccola, apparentemente insignificante, è sufficiente. Perché? Perché non siamo noi a compiere grandi cose, ma è Dio che opera, se Gli permettiamo di entrare nella nostra vita. Una fessura nel cuore basta perché Lui possa entrare. E quando entra, inizia a trasformare la nostra esistenza, silenziosamente, pazientemente, come solo l’amore sa fare.

Il linguaggio della seconda parte del brano evangelico, può apparire duro, quasi umiliante: Siamo servi inutili. Con queste parole Gesù non vuole svilire il valore dell’uomo, intende, invece, correggere una mentalità ancora molto diffusa, anche oggi: quella del “do ut des”, del “ti do, perchè tu mi dia”, che porta a ritenere che se facciamo il bene, Dio ci debba qualcosa in cambio. Ma Dio non è un datore di lavoro: è un Padre. Il nostro servire, dunque, non nasce dal desiderio di guadagnarci il Suo favore, ma dalla gratitudine per ciò che da Lui abbiamo già ricevuto di meraviglioso:  il dono della vita e, insieme ad esso, il dono della fede che porta gioia, ci rende migliori di quello che siamo e utili per il mondo. La fede non è una moneta di scambio, ma un dono che ci trasforma e che ci spinge a compiere il bene non per interesse, ma per amore, non perchè conviene, ma perchè è bello, e giusto vivere così. Comprendiamo, allora, le straordinarie parole di sant’Ambrogio: «il servo di Cristo è più libero del re del mondo».

Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica

Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.

Clicca qui

La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!

La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.

Donazione a CNA