Ultime Notizie: Il vangelo della domenica

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Offro la mia vita per le pecore. IV Domenica di Pasqua

Gesù, in questa quarta domenica di Pasqua, si presenta con queste parole: “Io sono il buon Pastore”. Questa presentazione che Cristo fa di se stesso è una delle più commoventi e suggestive. Non a caso in una delle prime raffigurazione - in un affresco nelle catacombe romane - Cristo viene raffigurato come un Pastore che porta  sulle spalle una pecora. Al mercenario, cioè al pastore prezzolato, le pecore non interessano poiché non sono sue e così quando si avvicina il lupo le abbandona al loro drammatico destino. Il Signore, utilizzando questa immagine, ci svela che il  rapporto tra Lui e i suoi discepoli è di appartenenza. 

Ricevete lo Spirito Santo. II Domenica di Pasqua

Al centro dell’episodio del vangelo di questa domenica seconda Domenica di Pasqua sta la persona di Gesù. Ci troviamo nel Cenacolo, dove gli apostoli vivono reclusi per timore dei capi del popolo ebraico. Improvvisamente il Signore si rese presente in mezzo a loro. Egli è risorto dai morti e poiché è vivo può venire e fermarsi in mezzo ai suoi amici. Chi si manifesta non è un fantasma, ma lo stesso Gesù che due giorni prima avevano visto morire con atroci sofferenze sulla croce. E perché i discepoli non avessero alcun dubbio al riguardo, Egli "mostrò loro le mani e il costato". Le mani che erano state confitte sulla croce ed il costato che era stato aperto dalla lancia del soldato

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L'impossibile è possibile. Pasqua di Resurrezione

Nella Veglia Pasquale - la “Veglia delle veglie”,- meditiamo le meraviglie operate da Dio nel corso dei secoli in favore del suo popolo e nello stesso tempo siamo pervasi da un senso di gioiosa gratitudine per la resurrezione da morte di Cristo. Il testo di Vangelo che la Chiesa ci propone è quello di san Marco. Tra i tanti insegnamenti in esso presenti ne raccogliamo uno che ci aiuti a fare nostra la Pasqua di Cristo. In questo capitolo (16,1-8) ritroviamo di nuovo la presenza di tre donne, Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome, che avevano seguito e servito Gesù fin dalla Galilea. Nel momento del pericolo i discepoli sconvolti sono fuggiti, uno ha tradito (Giuda) e un altro ha rinnegato Gesù (Pietro). Le donne, invece, sono state presenti alla morte di Gesù e hanno assistito alla sua sepoltura. Queste discepole fedeli, coraggiose, amanti ora stanno recandosi al sepolcro.

Nella croce la luce che vince la notte. Domenica delle Palme

Con la domenica delle Palme inizia la settimana più santa dell’anno, perchè riviviamo il mistero della nostra salvezza. La Chiesa ci fa meditare il racconto della Passione di Gesù secondo il Vangelo di san Marco. Ci soffermiamo al momento della crocifissione. L’evangelista  non fa commenti, racconta i fatti nella loro cruda realtà. Le ore in cui Gesù rimane appeso alla croce trascorrono tra gli insulti e gli scherni. Tutto questo odio e questa violenza che si abbattono conto di Lui non devono scandalizzarci. Tutto era già stato predetto. San Marco divide i denigratori di Gesù in tre gruppi. Innanzitutto la folla che si unisce al coro di coloro che lo beffeggiano e lo deridono. Poi i capi del popolo ebraico i quali si godono la vittoria e, osservando dai piedi del Calvario l’agonia del crocifisso, lo provocano: “scendi dalla croce e crederemo in te”. Ma Gesù non scende dalla croce, Dio non lo salva, e quindi, secondo il loro modo di ragionare, Gesù non è Figlio di Dio. Non capiscono che Gesù non scende dalla croce non perchè gli è impossibile farlo, ma per amore degli uomini. Se Dio vuole mostrare la sua potenza, allora la croce è un fallimento. Se Dio vuole mostrare il suo amore, allora la croce è un trionfo, è una scuola meravigliosa di vita. A questi due gruppi di schernitori si aggiungono anche quelli che erano crocifissi con Lui. Gesù non trova un minimo di comprensione e di compassione nemmeno in coloro che dividono con Lui gli atroci dolori della crocifissione.

La vera morte è l'incapacità di amare. V Domenica di Quaresima

Manca poco più di una settimana alla morte di Gesù e alcuni simpatizzanti ebrei di origine greca che si trovano a Gerusalemme rivolgono a Filippo e ad Andrea la richiesta di potere vedere Gesù. Questo gruppo di greci rappresentano i popoli della terra che saranno attirati a Cristo dalla fecondità del suo sacrificio. Gesù stesso, infatti, affermerà che una volta innalzato sul patibolo della croce, attirerà tutti a sè, perché  l’uomo non rimane insensibile “a tanto amore” di Dio nei confronti dell’umanità.

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Il cuore di Dio batte anche per i peccatori. IV Domenica di Quaresima

Il brano di vangelo di questa domenica di Quaresima appartiene al dialogo tra Gesù e Nicodemo che ci viene riportato nel capitolo 3 del Vangelo di Giovanni. In esso troviamo questa rivelazione: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Siamo chiamati, dunque, a confrontarci con l’amore di Dio per l’umanità, per ognuno di noi.

Gesù al tempio di Gerusalemme - pd

Il Corpo di Cristo è tempio di Dio. III Domenica di Quaresima

Gesù si reca al tempio di Gerusalemme e trova che è stato trasformato in un “luogo di mercato” e “perde la pazienza”. La ragione profonda di questa ira che si accende nel cuore di Cristo va ricercata nel fatto che Egli riconosce nel tempio la casa del “Padre suo”. Chiamando Dio suo Padre rivela, ancora una volta, la sua identità di Figlio di Dio. Già all’età di dodici anni egli aveva dichiarato a Giuseppe e Maria: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma nessuno, allora, aveva compreso il significato di quelle parole (Lc 2, 49-50).

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L’ascolto è ciò che definisce il discepolo. II Domenica di Quaresima

Il Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima ci presenta l’episodio della Trasfigurazione di Cristo. Pochi giorni prima Gesù aveva annunciato ai suoi discepoli la sua passione e morte a Gerusalemme. Gli apostoli erano quindi rattristati e scandalizzati perché l’idea che essi avevano del Messia andava in tutt’altra direzione. Attendevano, infatti, un Messia glorioso, potente, vincitore non sconfitto, disprezzato e ucciso dai suoi nemici. 

Gesù nel deserto - pd

Il tempo è compiuto. I Domenica di Quaresima

Mercoledì scorso, con l’austero rito della Ceneri, abbiamo iniziato il nostro percorso di Quaresima. Questo tempo santo ha lo scopo di preparaci alla solenne festa della nostra redenzione, la morte e resurrezione di Cristo.

Gesù guarisce il lebbroso - pd

Assaggi di vita eterna. VI Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica ci presenta la guarigione di un lebbroso. La lebbra era una malattia terribile che condannava alla solitudine, ma quel che è peggio era percepita come una punizione di Dio. Gesù di fronte al lebbroso è “mosso a compassione” e lo tocca. Nella compassione e nel gesto di Cristo verso il lebbroso noi vediamo il porsi di Dio nei confronti dell’umanità da Lui separata a causa del peccato, la vera lebbra, che distrugge la vita delle persone. Tutti, dunque, siamo “lebbrosi” e bisognosi di essere salvati. E’ per questa ragione che il Figlio di Dio si è fatto carne. E’ venuto tra noi per porre le infinite ricchezze della sua divinità al nostro servizio e così darci  la vita. 

Gesù a Cafarnao - Pd

Il primato dell’amore. V Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica continua il racconto di come Gesù viveva le sue giornate a Cafarnao. Egli trascorreva il suo tempo alternando la predicazione del Regno di Dio con la guarigione dei malati e degli indemoniati. Il Signore si trovava, dunque, a confrontarsi con tutte quelle situazioni che fanno soffrire l’uomo: ogni sorta di malattia e, in più, quel male oscuro, il più terribile di tutti, che è la possessione diabolica.

Gesù guarisce il lebbroso - pd

Assaggi di vita eterna. VI Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica ci presenta la guarigione di un lebbroso. La lebbra era una malattia terribile che condannava alla solitudine, ma quel che è peggio era percepita come una punizione di Dio. Gesù di fronte al lebbroso è “mosso a compassione” e lo tocca. Nella compassione e nel gesto di Cristo verso il lebbroso noi vediamo il porsi di Dio nei confronti dell’umanità da Lui separata a causa del peccato, la vera lebbra, che distrugge la vita delle persone. Tutti, dunque, siamo “lebbrosi” e bisognosi di essere salvati. E’ per questa ragione che il Figlio di Dio si è fatto carne. E’ venuto tra noi per porre le infinite ricchezze della sua divinità al nostro servizio e così darci la vita.

Gesù nella sinagoga di Cafarnao - pd

L'ultima parola appartiene a Dio. IV Domenica del Tempo Ordinario

Cristo inizia la sua missione nella sinagoga di Cafarnao, dove commenta un testo delle Sacre Scritture. Il Suo insegnamento suscita l’ammirazione degli ascoltatori, i quali si sentono scossi, colpiti, interpellati dalle sue parole. Ma non solo! Il suo insegnamento, così nuovo, ma nello stesso tempo così vero, mette in crisi le false sicurezze e le mediocrità degli ascoltatori, facendo emergere il desiderio di confrontarsi con Gesù. In effetti la gente si interroga circa la sua identità; si domanda da chi gli viene l’autorità con cui parla. L’attenzione, quindi, non è più rivolta al contenuto della sua predicazione, ma alla Sua persona.

La chiamata dei discepoli - pd

Portare la salvezza alle persone. III Domenica del Tempo Ordinario

Nelle letture di questa domenica troviamo due affermazioni che sembrano in contrasto tra di loro. Gesù, nel Vangelo, afferma: “ Il tempo è compiuto”, mentre l’apostolo Paolo nella seconda lettura dice “ il tempo è breve”. Si parla, dunque, di due tempi diversi. Gesù si riferisce all’attesa del Messia e pertanto può affermare che il tempo è compiuto perché in Lui le promesse di Dio, finalmente si sono pienamente adempiute. Con Cristo l’attesa è finita, perché in Lui il Regno di Dio si è fatto visibile e l’uomo può entrarvi con la fede e la conversione della vita, cioè con una decisione che coinvolge la sua libertà.

Gesù con i discepoli - pd

Entrare in una relazione d’amicizia con Gesù. II Domenica del Tempo Ordinario

“Che cosa cercate?” sono le prime parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni  e, pertanto, appaiono particolarmente significative. Esse sono indirizzate a due persone (Giovanni e ad Andrea) che si sono messi a seguirlo dopo avere lasciato il Battista che battezzava presso il fiume Giordano. E’ interessante notare che il Signore  non inizia il dialogo parlando di sé o presentando il suo messaggio, ma facendo parlare i due. Si interessa alla domanda che portano nel cuore

Il Battesimo di Gesù - pd

Siamo figli di Dio incamminati verso l’incontro con Lui. Battesimo del Signore

La Chiesa celebra oggi la solennità del battesimo di Gesù. Con questa festa si conclude la celebrazione del Mistero natalizio. Racconta il testo evangelico che Gesù fu battezzato da Giovanni il Battista. È importante ricordare che il battesimo di Giovanni manifestava l’accoglienza nella propria vita del suo invito alla penitenza e si compiva mediante un rituale ben preciso. Il penitente entrava nelle acque del fiume Giordano e sul suo capo veniva versata l’acqua, cosicché questi ne era come sommerso.

La Santa Famiglia - pd

La principale scuola di tutte le virtù sociali. Santa Famiglia di Nazareth

Il Figlio di Dio ha voluto iniziare la sua missione di Salvatore all’interno di una famiglia, la quale non solo è la prima realtà che Gesù ha santificato con la sua presenza, ma anche luogo dove il Bambino Gesù, fragile, senza potere e minacciato ha trovato aiuto, cure e protezione. Erode cerca di ucciderlo. La famiglia è luogo di amore, di donazione e di trasmissione della vita. Per quanto riguarda i figli è opportuno ricordare che i genitori non ne sono i proprietari. Gesù, infatti, non fu solo di Giuseppe e di Maria, ma soprattutto del Padre celeste. I figli, dunque, e non solo il Figlio che è Gesù, sono il segno della visita di Dio e della sua benedizione.

L'annunciazione - pd

Senza Cristo l’uomo è smarrito. IV Domenica di Avvento

In questa IV domenica di Avvento la Chiesa ci porta a meditare l’episodio dell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria Santissima. Trova, così, compimento la profezia di Isaia: “Ecco la Vergine concepirà e partorirà un Figlio che chiamerà Emmanuele: Dio con noi”. Con questo episodio siamo introdotti nel cuore del Natale, che tra qualche giorno celebreremo nel suo evento storico, accaduto circa duemila anni fa. Dio, assumendo una carne come la nostra nel seno della Vergine Maria,  da “Dio altissimo” e “onnipotente”, avvolto nello splendore di una luce che abbaglia, si è fatto uno di noi per parlarci; farci conoscere il suo volto; divenire nostro compagno di vita; salvarci dal peccato e dalla corruzione, svelarci chi è Dio e chi è l’uomo.

San Giovanni Battista - pd

L'amicizia con Dio è un'opportunità data a tutti. III Domenica di Avvento

Questa terza domenica di Avvento è chiamata anche la domenica della gioia. 

la celebrazione della Messa - CNA

Riscoprire la centralità della santa Messa. I Domenica di Avvento

Inizia oggi, con la prima domenica di Avvento, il nuovo Anno Liturgico. Durante l’Avvento, che si prolunga per quattro settimane, la Chiesa ci porta a meditare sulle  tre venute di Cristo. La prima celebra l’incarnazione del Figlio di Dio, evento accaduto in un tempo determinato ed in un luogo ben preciso. Con essa noi abbiamo conosciuto l’infinito amore di Dio che, per liberare l’uomo dalla schiavitù del peccato ed aprirgli la porta del Paradiso, ha accettato di entrare nel nostro mondo e di assumere la debolezza della nostra carne. Questa venuta noi la celebriamo nel santo Natale, che inaugura il tempo della salvezza.