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Letture, Bartolo Longo e la storia di Pompei raccontati da un giornalista

Valle di Pompei, ottobre 1872. I resti dell’antica, opulenta città romana appaiono ancora sommerse, almeno parzialmente, dalla lava, rovine che appassionano gli studiosi, certo, e che qualche viaggiatore straniero trova interessanti e pittoresche, ma sconosciute ai più; la campagna è costellata di piccoli insediamenti di contadini, tra i possedimenti agricoli che si allargano alla vista.

I contadini vivono in condizioni critiche, i giovani senza istruzione, i bambini lasciati a se stessi. Un sentimento di desolazione, di pena stringe il cuore di Bartolo Longo, giovane avvocato mandato fin quaggiù dalla contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco a controllare cosa succede nelle sue terre. Da tempo il giovane è in preda ad una profonda crisi, non fa bene quale sia la sua strada, che cosa debba fare della propria vita. Ed è proprio in questa campagna, tra le rovine antiche che risuona nel suo cuore una voce di speranza. Sarà da qui che partirà la sua rinascita, dopo anni di confusione, di errori, di angosce. Nel nome di Maria, nel nome del Rosario. Vede, attraverso le nebbie del futuro, sorgere una grande chiesa, proprio dedicata a Lei e alla preghiera a Lei ispirata.

Comincia così la storia straordinaria di Pompei e della sua basilica, della devozione diffusa in tutto il mondo, e la costruzione di  una comunità, attraverso opere di carità e una operosa laicità che non tradisce le radici cristiane, anzi ne trae costantemente nuova linfa.

Una storia ora giunta ad un capitolo cruciale, quella della canonizzazione di Bartolo Longo, il 19 ottobre prossimo in piazza San Pietro. Per comprendere meglio il senso di questa storia, si rivela prezioso un libro appena arrivato in libreria, dal titolo “Bartolo Longo, un santo per l’oggi”, nato anche grazie alla collaborazione tra le Edizioni del Santuario di Pompei e Francesco D'Amato editore, con la prefazione del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità Leone XIV. L’autore è  Angelo Scelzo, fino al 2016 vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede ed editoralista di Avvenire e de Il Mattino, ha dedicato al fondatore del Santuario di Pompei, delle Opere di Carità e della stessa nuova città mariana.
   L’autore non ha voluto propriamente scrivere una biografia del futuro santo, anche se la sua vita viene raccontata accuratamente, ma questo racconto si interseca nella ricostruzione  e nell’analisi  della straordinaria capacità d’azione di Longo, della sua visionarietà e insieme della sua concretezza, che sono un modello e una fonte di ispirazione per questi nostri tempi travagliati . Sì, era una visione, la sua: un santuario là dove c’erano campi e rovine, e case sparse, gente piegata dal bisogno e dall’ignoranza, da una fede debole, venata dalla superstizione… E tutt’intorno la crescita di una città, con la sua vita di tutti i giorni ma anche aperta all’accoglienza. Perché, nella visione di Longo, c’era  anche l’idea che la grande “casa di preghiera” da edificare sarebbe nato un movimento, per così dire, di devozione e di incontro. 

Il libro di Scelzo, da 40 anni direttore de Il Rosario e la Nuova Pompei, il periodico fondato dal nuovo santo, pur raccontando i tratti salienti della vita e dell'opera di Longo,  come sottolineato, scandaglia soprattutto il rapporto su Longo e sul suo capolavoro, la rinata  Pompei. L’autore scrive  con competenza e con conoscenza profonda, ben  documentato, con uno stile coinvolgente. Quello che emerge, dunque, è la testimonianza di quello che dalla fede può  far nascere, sfidando i pregiudizi e le difficoltà di ogni genere. 

Maria e il Rosario: ecco il centro e il motore di tutto. Il Rosario, che a lungo è stato considerato  una pratica devozionale dei tempi andati, un residuato della “fede delle campagne”, appannaggio di anziani  e di parrocchie d’antan. Invece da Pompei è  scaturita rinnovata la forza trascinante di questa preghiera, definita da molti la più potente, una vera “arma” contro il Male. Da recitare insieme, in tutte le circostanze della vita. I Pontefici l’hanno invocata nei tanti momenti terribili della storia. Papa Leone ha chiesto la recita del Rosario per invocare la pace nelle tante zone della terra martoriate dalla guerra e dalla violenza.

San Bartolo Longo aveva la chiara percezione di quella forza, capace di plasmare esistenze e destini, personali  e collettivi. Così, seguendo il racconto di Angelo Scelzo, il lettore vedrà sorgere, insieme alla costruzione del santuario,  una dopo l’altra, opere come l'orfanotrofio femminile, l'Istituto per i figli dei carcerati e  quello per le figlie dei carcerati, la Congregazione femminile delle suore domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei, con lo scopo principale di dare  assistenza ed educazione ai bambini e alle ragazze, le case operaie per i dipendenti, la tipografia con annessa legatoria anche artistica, le officine, la scuola di arti e mestieri e la scuola serale, la stazione ferroviaria per la quale offre il terreno. Longo capisce anche, con grande intuito, che la nascente città avrebbe avuto una forte vocazione turistica, sia per l'interesse archeologico verso gli scavi archeologici pompeiani (che sarebbe diventato uno dei siti più visitato al mondo) , sia per il sempre maggiore interesse religioso che comincia ad attirare  migliaia di pellegrini presso il santuario. Quindi ecco nascere  farmacie, luoghi di ristoro ed accoglienza per i visitatori, un ufficio postale, negozi e nuove strade. In qualche decennio quella che il giovane avvocato aveva contemplato, un triste giorno di ottobre, come una valle desolata, in penoso stato di abbandono e degrado, si trasforma in una città moderna, meta di pellegrini e turisti provenienti da tutto il mondo. Come scrive il cardinale Parolin nella prefazione, “ San Bartolo sembra tuttora presente a Pompei, si può dire che finanche le pietre riportino la sua firma” “Longo – aggiunge il cardinale – «giunse in una Valle “sconsolata” e la trasformò in un centro mondiale di spiritualità mariana facendo sorgere, intorno al Santuario, una vera e propria città, con le sue case operaie, le strade, le piazze, la ferrovia, una linea tranviaria, una sede delle Poste, i servizi necessari a ogni agglomerato urbano. Il santo guarda sì il Cielo, ma sa anche rivolgere lo sguardo ai suoi fratelli, nei quali vede sempre il volto di Cristo”. Quella lontana visione è diventata realtà, che continua a dare forza, speranza, a seminare frutti di carità.

Angelo Scelzo, Bartolo Longo, un santo per l’oggi, Edizioni del Santuario di Pompei e Francesco D'Amato editore

 

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