Città del Vaticano , 14 October, 2025 / 12:15 AM
Più che una visita un vero evento che inizia dal Vaticano quando il Papa con il corteo ufficiale giunge al confine con lo Stato Italiano in Piazza Pio XII, e riceve l'omaggio della Missione Straordinaria del Governo Italiano. Un Reparto di formazione italiano, con bandiera e banda, rende gli onori e il Papa scende dalla vettura. Dopo gli onori militari da Piazza Pio XII a Piazza Venezia, il Papa su una Jeep targata SCV1 è scortato da Corazzieri in motocicletta, poi dopo Piazza Venezia dai Corazzieri a cavallo fino al Cortile d'onore del Palazzo del Quirinale. Qui viene accolto dal Presidente della Repubblica e, si eseguono gli Inni nazionali. E per qualche ora la bandiera vaticana torna a svettare sul Palazzo dei Papi.
Nella Sala del Bronzino le foto ufficiali davanti alle Bandiere, e poi nello Studio alla Vetrata, il colloquio privato durato poco più di mezz'ora. I temi restano riservati ma con ogni probabilità sono gli stessi del discorso ufficiale.
Papa Leone XIV inizia con il grazie per l'impegno dell'Italia per la gestione del Giubileo, degli eventi di aprile e maggio con la morte di Papa Francesco e la sua elezione, ma soprattutto mette in chiaro i punti su cui lavorare insieme a partire dal prossimo centenario dei Patti Lateranensi: "mi sembra giusto ribadire, in proposito, quanto sia importante la reciproca distinzione degli ambiti, a partire dalla quale, in un clima di cordiale rispetto, la Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano collaborano per il bene comune, a servizio della persona umana, la cui dignità inviolabile deve sempre stare al primo posto nei processi decisionali e nell’agire, a tutti i livelli, per lo sviluppo sociale, specialmente per la tutela dei più fragili e bisognosi. A tale scopo lodo e incoraggio il reciproco impegno a improntare ogni collaborazione alla luce e nel pieno rispetto del Concordato del 1984".
Poi lo sguardo del Papa si allarga al mondo e parla di impegno per la pace: "Sono numerose
le guerre che devastano il nostro pianeta, e guardando le immagini, leggendo le notizie, ascoltando le voci, incontrando le persone che ne sono dolorosamente colpite riecheggiano forti e profetiche le
parole dei miei Predecessori". E chiede che si continui a lavorare per la pace. Il Papa mette in evidenza l'impegno per i bambini, la collaborazione con l' Ospedale Bambino Gesù, e sottolinea la necessità del multilateralismo: "un valore importantissimo. Le sfide complesse del nostro tempo, infatti, rendono quanto mai necessario che si ricerchino e si adottino soluzioni condivise".
Pensa a San Francesco il Papa e guarda alla cura della Casa Comune: "ritengo che l’Italia abbia ricevuto in modo speciale la missione di trasmettere ai popoli la cultura che riconosce la terra «come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia»".
Sulla famiglia il Papa è chiaro, il calo della natalità "richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti. “Padre”, “madre”, “figlio”, “figlia”, “nonno”, “nonna”, sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano naturalmente sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l’importanza di garantire a tutte le famiglie il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità. Facciamo tutto il possibile per dare fiducia alle famiglie, soprattutto alle giovani famiglie, perché possano guardare serenamente al futuro e crescere in armonia". E sul rispetto e la tutela della vita "in tutte le sue fasi, dal concepimento all’età avanzata, fino al momento della morte, auspico che continui a crescere questa sensibilità, anche per ciò che riguarda l’accessibilità delle cure mediche e dei medicinali, secondo le necessità di ciascuno".
Infine il tema dei migranti e della identità culturale italiana. Serve una "costruttiva integrazione di chi arriva nei valori e nelle tradizioni della società italiana, perché il dono reciproco che si realizza in questo incontro di popoli sia veramente per l’arricchimento e il bene di tutti. In proposito, sottolineo quanto sia prezioso, per ciascuno, amare e comunicare la propria storia e cultura, con i suoi segni e le sue espressioni: più si riconosce e si ama serenamente ciò che si è, più è facile incontrare e integrare l’altro senza paura e a cuore aperto".
E il Papa conclude con un affondo contro la " cancel culture": "Non disprezziamo ciò che i nostri padri hanno vissuto e ciò che ci hanno trasmesso, anche a costo di grandi sacrifici. Non lasciamoci affascinare da modelli massificanti e fluidi, che promuovono solo una parvenza di libertà, per rendere poi invece le persone dipendenti da forme di controllo come le mode del momento, le strategie di commercio o altro. Avere a cuore la memoria di chi ci ha preceduto, far tesoro delle tradizioni che ci hanno portato ad essere ciò che siamo è importante per guardare al presente e al futuro con consapevolezza, serenità, responsabilità e senso di prospettiva."
E conclude: "L’Italia è un Paese di una ricchezza immensa, spesso umile e nascosta, e che perciò talvolta ha bisogno di essere scoperta e riscoperta. È questa la bella avventura in cui incoraggio tutti gli italiani a lanciarsi, per attingervi speranza e affrontare con fiducia le sfide presenti e future".
Nello scambio dei doni il Papa ha portato un mosaico raffigurante il Colosseo, opera dello Studio del Mosaico Vaticano e una copia autografata con dedica dell'Esortazione Apostolica "Dilexi te" Mattarella ha donato una acquaforte della seconda metà del XVII secolo, che riproduce la scultura di Alessandro Algardi per l'altare di San Leone Magno nella Basilica Vaticana; e una biografia di Santa Rosa da Lima, del 1827.
Dopo i discorsi ufficiali il Papa e il Presidente visitano la Cappella Paolina, l'Oratorio di Paolo V, e raggiungono quella che era nata come Loggia delle Benedizioni, poi attraverso la Vetrata per gli Onori si svolge il congedo, il corteo papale lascia il Palazzo del Quirinale In Piazza Pio XII e la Delegazione Italiana, che ha accolto il Santo Padre alla partenza, si congeda, mentre un Reparto di formazione rende gli onori poi il rientro in Vaticano dall'Arco delle Campane.
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