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Morioni, zuccotti, elmetti da cavallo, borgognotte e taschetti nella mostra "in difesa del Papa"

Morioni, zuccotti, elmetti da cavallo, borgognotte e taschetti – manufatti spesso inediti – appartenuti alle milizie pontificie tra il XVI e il XVII secolo. Saranno in mostra dal 18 ottobre 2025 al  01 febbraio 2026.  “In difesa del Papa”, esposizione, curata da Sandro Barbagallo, Curatore del Reparto Collezioni Storiche, con l’assistenza di Marco Iuffrida, porta per la prima volta all’attenzione del pubblico una selezione di rari elmi originali dei secoli XVI e XVII, provenienti dai depositi delle Collezioni Storiche dei Musei Vaticani, testimoni silenziosi della difesa del Pontefice in età moderna.

Un viaggio attraverso la storia della difesa papale. L’elmo, protagonista assoluto dell’allestimento, è interpretato non solo come strumento difensivo, ma come simbolo allegorico di un’autorità spirituale che si dota, nel cuore del Rinascimento e del Barocco, di una dimensione politico-militare. È l’epoca in cui il papato si trasforma in uno Stato moderno, dove la protezione del Pontefice diventa questione strategica e ideologica.

Tra gli esemplari esposti si segnalano il morione crestato e aguzzo, elmo tipico della Guardia Papale; lo zuccotto, impiegato da moschettieri e archibugieri; il cappello da picchiere svizzero, legato alla tradizione della Guardia Svizzera Pontificia, unico corpo armato al mondo che indossa ancora oggi un elmo rinascimentale; e l’elmetto da cavallo, usato dalle Lance Spezzate, spesso decorato con stemmi nobiliari come quello dei Barberini. Completano il percorso le borgognotte leggere e cerimoniali e il raro taschetto pontificio a coda di gambero, appartenuto a un corazziere del Seicento. Il percorso si inserisce in una cornice storica densa di significati: dal Sacco di Roma del 1527 alla Guerra di Castro del Seicento. “In difesa del Papa” non è solo una mostra: è un omaggio agli uomini d’arme che servirono la Sede Apostolica con disciplina e onore. È un invito a riflettere sul significato della protezione nel tempo: difesa di un corpo, sì, ma anche di un’idea, di una missione, di un’istituzione millenaria. E del resto quando la Chiesa di Roma fu minacciata, non furono solo le armi a salvarla, ma l’amore dei suoi figli, perché difendere il Papa, ieri come oggi, significa difendere la dignità dell’uomo, la verità del Vangelo e la libertà della coscienza.

Sabato l'inaugurazione poi la mostra è visitabile nel circuito della visita al Palazzo di Castelgandolfo.

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