venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Leone XIV: nel Risorto la “fonte viva che non inaridisce”

Papa Leone XIV all'Udienza Generale (immagine di repertorio)

Una catechesi breve, concisa. Frasi che arrivano dritte al cuore dei fedeli. E’ la catechesi di papa Leone XIV del mercoledì: l’udienza generale tanto attesa dai fedeli di tutto ilmondo che arrivano a Roma con la speranza, il desiderio di vedere il proprio Pastore. Il papa ormai ci ha abituato a catechesi asciutte che dicono tutto.

La "scenografia" dei pellegrini è davvero sorprendente: grande sventolio di bandiere di tutto il mondo; cori festanti; famiglie con i propri bambini che attendono in piazza San Pietro il papa. E’ un tripudio di colori ed entusiasmo. La piazza sembra davvero un mare in movimento, onde di fedeli si accavallano. Oggi piazza San Pietro è davvero gremita fino a via della Conciliazione. E proprio da via della Conciliazione il pontefice decide oggi di fare il proprio ingresso in papamobile. Percorre tutta la strada per poi arrivare alla piazza: saluta e benedice. Sorride festoso anche lui per rispondere all'ondata di affetto della piazza. 

Poi, comincia la Catechesi: “Nelle catechesi dell’Anno giubilare, fino a questo momento, abbiamo ripercorso la vita di Gesù seguendo i Vangeli, dalla nascita alla morte e risurrezione. Così facendo, il nostro pellegrinaggio nella speranza ha trovato il suo fondamento saldo, la sua via sicura. Ora, nell’ultima parte del cammino, lasceremo che il mistero di Cristo, culminante nella Risurrezione, sprigioni la sua luce di salvezza a contatto con la realtà umana e storica attuale, con le sue domande e le sue sfide”, così esordisce papa Leone XIV.

 

Il papa guarda alla vita di tutti i giorni “scandita - dice - da innumerevoli accadimenti, colmi di sfumature e di vissuti differenti. A volte ci sentiamo gioiosi, altre volte tristi, altre ancora appagati, oppure stressati, gratificati, demotivati. Viviamo indaffarati, ci concentriamo per raggiungere risultati, arriviamo a conseguire traguardi anche alti, prestigiosi. Viceversa, restiamo sospesi, precari, in attesa di successi e riconoscimenti che tardano ad arrivare o non arrivano affatto”. In questa contraddizione, allora, dice papa Leone XIV, l’uomo sperimenta “una situazione paradossale: vorremmo essere felici, eppure è molto difficile riuscire a esserlo in modo continuativo e senza ombre. Facciamo i conti con il nostro limite e, allo stesso tempo, con l’insopprimibile spinta a tentare di superarlo”. 

 

In questa vita così colma di contraddizioni, è inevitabile quasi che ci manchi “sempre qualcosa” sottolinea il pontefice. Eppure - ribadisce con forza - “non siamo stati creati per la mancanza, ma per la pienezza, per gioire della vita e della vita in abbondanza”. Dove trovare allora questa pienezza che tanto desideriamo? Non certo “nei ruoli, non nel potere, non nell’avere”. E’ altro: è la certezza “che c’è qualcuno che si fa garante di questo slancio costitutivo della nostra umanità; nella consapevolezza che questa attesa non sarà delusa o vanificata. Tale certezza coincide con la speranza”. Una speranza che solo Gesù Risorto può dare perché è lui “la fonte che soddisfa la nostra arsura, l’infinita sete di pienezza che lo Spirito Santo infonde nel nostro cuore”. 

 

Il papa, allora, dona al popolo riunito in piazza una metafora: parla della fonte di acqua che disseta. Così il “Risorto è la fonte viva che non inaridisce e non subisce alterazioni. Resta sempre pura, pronta per chiunque abbia sete. E tanto più gustiamo il mistero di Dio, tanto più ne siamo attratti, senza mai restare completamente saziati”. Cita, a riguardo,  sant’Agostino, il decimo Libro delle Confessioni“Effondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace”.  Così il Signore è sempre pronto “di offrirci ristoro nel cammino terreno e assicurarci la quiete perfetta nell’eternità. Solo Gesù morto e risorto risponde alle domande più profonde del nostro cuore: c’è davvero un punto di arrivo per noi? Ha senso la nostra esistenza? E la sofferenza di tanti innocenti, come potrà essere riscattata?”. Sono domande profondamente umane quelle che pone il papa. A queste, allora, dice papa Leone XIV “Gesù Risorto non fa calare una risposta “dall’alto”, ma si fa nostro compagno in questo viaggio spesso faticoso, doloroso, misterioso. Solo Lui può riempire la nostra borraccia vuota, quando la sete si fa insopportabile”.

 

Nella vita tante volte è possibile cadere, essere nel peccato. E, allora, “risorgere significa invece rialzarsi e mettersi in piedi. Il Risorto garantisce l’approdo, ci conduce a casa, dove siamo attesi, amati, salvati. Fare il viaggio con Lui accanto significa sperimentare di essere sorretti nonostante tutto, dissetati e rinfrancati nelle prove e nelle fatiche che, come pietre pesanti, minacciano di bloccare o deviare la nostra storia” conclude papa Leone XIV.



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