Oslo, 01 November, 2025 / 4:00 PM
Il 21 ottobre, una delegazione del Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese, nell’ambito di una visita in Norvegia, ha avuto anche un incontro con il re Harald V nel Palazzo Reale di Oslo, nonché un dialogo con il ministro degli Esteri del Paese. Negli stessi giorni, il vescovo latino di Kyiv, Vitalii Kryvytski, è stato in Vaticano, dove ha visitato il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, l’Ambasciata Ucraina della Santa Sede e altri gerarchi vaticani.
Comincia, dalla prossima settimana, una lunga peregrinazione del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano: prima sarà in visita in Qatar, poi da lì si recherà a Belem, in Brasile, per guidare la delegazione della Santa Sede al COP30, la trentesima conferenza delle parti sul cambiamento climatico. La Santa Sede ha preso un impegno preciso dal COP 21 di Parigi, in occasione del quale Papa Francesco aveva anche pubblicato l’enciclica Laudato Si. Dieci anni dopo la Laudato Si, in un Brasile guidato da Lula che aveva lanciato lo scorso anno al G20 il Patto per la Povertà, la Santa Sede andrà a rinnovare quell’impegno.
Gallagher, invece, è stato in Lussemburgo, e si prepara per un viaggio in Sri Lanka, per i cinquanta anni di relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Colombo.
FOCUS EUROPA
Il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese dal re di Norvegia
Il 21 ottobre, il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose, che rappresenta il 95 per cento delle confessioni religiose in Ucraina, ha incontrato nel palazzo real e di Oslo il re di Norvegia Harald V. L’incontro era parte di un viaggio del Consiglio in Norvegia, dove ha anche partecipato ad un incontro ecumenico e ha fatto appello per una accoglienza della popolazione ucraina rifugiata che sia integrazione, ma non assimilazione.
Durante l’udienza, fa sapere che il servizio stampa della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, ha tracciato un parallelo tra l’aggressione russa contro l’Ucraina e l’Olocausto, sottolineando il carattere genocida della guerra.
In particolare, il padre e capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha ringraziato il re di Norvegia per aver visitato le comunità ucraine e per il ricordo costante dell’Ucraina. Ha detto che menzionare l’Ucraina significa restituirle un nome che la Russia cerca di negare, così come il diritto di esistere.
“Il semplice fatto che oggi siamo qui davanti a voi – ha detto Sua Beatitudine - è un miracolo. Tutti noi eravamo, e siamo ancora, nelle liste di esecuzione della Russia. Le truppe russe si sono fermate a pochi chilometri dalle nostre chiese e case a Kyiv. Se l’Ucraina fosse stata occupata, noi non saremmo più vivi: non saremmo qui davanti a voi, ma nelle celle di tortura”.
I leader religiosi ucraini hanno anche parlato dell’eroica resistenza del popolo ucraino e dei suoi difensori nella guerra per la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina, e Sua Beatitudine Shevchuk ha anche condiviso la profonda esperienza ecumenica delle Chiese in Ucraina.
Il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese si è anche costituito come Onlus già all’inizio del conflitto dieci anni fa e, dall’invasione su larga scala della Russia, ha mostrato di essere particolarmente vicino alla popolazione.
“Davanti alle fosse comuni di Bucha e Irpin – ha detto Sua Beatitudine Shevchuk - abbiamo compreso che lì siamo tutti eguali e uguali, indipendentemente dalla confessione. I crimini della Russia ci uniscono e generano una risposta ecumenica comune: insieme salviamo vite e parliamo al mondo”.
Shevchuk ha ricordato che “quattordici milioni di persone hanno lasciato le proprie case, quasi tre volte la popolazione totale della Norvegia. Circa 170.000 chilometri quadrati sono stati disseminati da mine, un’area pari alla metà del territorio norvegese. Quattro milioni di abitazioni sono state distrutte, l’equivalente a quasi tutte le case dei norvegesi”.
Da parte sua, Re Harald ha raccontato di essere stato lui stesso un rifugiato a tre anni, quando la sua famiglia fuggiva dall’occupazione tedesca, mentre la regina Sonja ha ricordato la gioia provata da bambina nel vedere la partenza dei tedeschi dal suo Paese, augurando che l’Ucraina possa presto vivere la stessa gioia e che gli occupanti lascino quanto prima la terra ucraina.
Durante l’incontro, si è parlato anche delle azioni della Russia nei territori occupati, descritte come crimini dalle delegazioni ucraine, in particolare il rapimento dei bambini ucraini e la loro successiva indottrinazione secondo l’ideologia del Mondo Russo. Tutti i membri della delegazione hanno testimoniato l’unità della comunità religiosa nella difesa dell’Ucraina, la grande attività umanitaria delle Chiese e delle organizzazioni religiose e il loro impegno nel servizio di cappellania militare.
Shevchuk ha anche parlato della pastorale di guarigione delle ferite di guerra svolta nella chiesa greco-cattolica ucraina, e ha rimarcato che “è facile cadere nella guerra, ma è difficile ritornare alla via pacifica”.
Il Commissario Europeo per le Migrazioni incontra Leone XIV
Il 27 ottobre, Magnus Brunner, commissario europeo per gli Affari Domestici e le Migrazioni, ha avuto una udienza in Vaticano con Leone XIV.
Brunner ha fatto sapere, in un post su X, di aver discusso con il Papa del “benessere dei cristiani in Europa e nel mondo” e di aver anche discusso “dell’approccio dell’Europa alle migrazioni, fortemente radicato nei suoi valori”.
Brunner è stato anche ospite all’incontro per la Pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, in cui ha parlato del nuovo Patto per le Migrazioni e l’Asilo. Una riforma – ha detto – “tutt’altro che perfetta, ma necessaria per governare i flussi” e togliere le persone dalle mani dei trafficanti di esseri umani.
Il patto entrerà formalmente in vigore a giugno 2026 ed è stato contestato dalle associazioni che si occupano dei diritti dei rifugiati.
Secondo Brunner, “il numero così alto di arrivi ha svelato i limiti della nostra politica e del sistema di asilo. Abbiamo così offerto opportunità ai trafficanti di esseri umani e dato ai cittadini l’impressione di aver perso il controllo sul fenomeno”. Tuttavia, ha sottolineato Brunner, il nuovo Patto continuerà a “fornire protezione e asilo, che è un dovere morale”, e sosterrà “percorsi legali di ingresso”, distinguendo “l’immigrazione legale da quella illegale”.
FOCUS SEGRETERIA DI STATO
Il cardinale Parolin in Qatar e a Belen
(La storia continua sotto)
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Il cardinale Parolin partirà la prossima settimana per una serie di viaggi dal 3 al 7 novembre, che lo porteranno prima in Qatar e poi a Belém, in Brasile, dove guiderà la delegazione della Santa Sede alla COP 30. Ci saranno, ha annunciato la presidenza del Brasile, dopo che Lula ha incontrato Leone XIV lo scorso 13 ottobre, anche eventi pastorali a cui parteciperà la delegazione della Santa Sede.
Non ci sono ancora dettagli ufficiali sul viaggio del Segretario di Stato in Qatar. Parolin ha ricevuto in Vaticano lo scorso 22 maggio l’ambasciatore del Qatar presso la Santa Sede, Sheikh Mohammed bin Yousef Jassim al-Thani, per discutere appunto delle relazioni bilaterali tra le due nazioni.
Il Qatar è stato molto attivo nel lavoro di mediazione. In Qatar, Parolin dovrebbe prendere la parola ad una conferenza sulla pace.
L’arcivescovo Gallagher in Lussemburgo
Un viaggio di un solo giorno, senza discorsi, ma con diversi incontri. Invitato dal vice-primo ministro e ministro degli Affari Esteri e del Commercio Estero di Lussemburgo, Xavier Bettel, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher ha trascorso il 30 ottobre nel Granducato.
Bittel, in un post su X, si è detto “felice” di aver incontrato il “ministro degli Esteri” vaticano per “uno scambio costruttivo sulle relazioni tra Santa Sede e la Santa Sede”.
Gallagher ha anche incontrato il primo ministro Luc Frieden.
In visita alla Basilica di Echternach e alla Cripta di San Villibrordo, l’arcivescovo Gallagher ha reso omaggio al Santo Patrono del Granducato di Lussemburgo. L’arcivescovo Gallagher ha iniziato la visita con un incontro con il Cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo.
Gallagher in Sri Lanka
Dal 3 all’8 novembre, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, sarà in visita ufficiale in Sri Lanka, su invito di Vijitha Herath, ministro degli Affari Esteri, Impiego Straniero e Turismo del Paese. La visita marca il 50esimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Sri Lanka.
L’arcivescovo Gallagher renderà visita al presidente Anura Kumara Disanayaka e al Primo Ministro Arini Amarsuriya, e avrà un bilaterale con il ministro degli Esteri Herath.
Gallagher terrà un discorso in un evento commemorativo per i 50 anni di relazioni diplomatiche al Galle Face Hotel di Colombo. Il “ministro degli Esteri” vaticano visiterà anche siti di significato culturale e religioso, incluse le chiese colpite dagli attentati di Pasqua del 2019.
FOCUS ASIA
Pakistan, un cristiano esce dal braccio della morte
Anwar Kenneth, un cristiano pakistano di 72 anni, è stato rilasciato dalla prigione centrale di Faisalabad il 21 ottobre 2025, dopo 24 anni in carcere nel braccio della morte, dove era stato condannato a morte per blasfemia. Kenneth non è stato assolto, ma la sua condanna a morte per blasfemia è stata annullata dalla Corte Suprema del Pakistan nel giugno 2025.
Kenneth era stato arrestato il 14 settembre 2001. Funzionario del Ministero della Pesca, aveva scritto una lettera in cui esponeva le sue convinzioni cristiane, e per questo motivo era stato accusato di blasfemia ai sensi dell’articolo 295-C del Codice Penale del Pakistan, per aver diffamato il Profeta dell’Islam. Il 18 luglio 2002, un tribunale di Lahore lo dichiarò colpevole e lo condannò a morte e a una multa di 500.000 rupie. La sentenza fu confermata dall'Alta Corte di Lahore nel 2014, ma non fu eseguita.
Dopo che i suoi avvocati d'ufficio lo avevano abbandonato, il nuovo team di difesa di Kenneth, supportato dal Christian Solidarity International, guidato dall'avvocato Rana Abdul Hameed Khan, ha presentato ricorso alla Corte Suprema.
La condanna a morte è stata finalmente annullata il 25 giugno 2025. Il suo rilascio segna la fine di una battaglia legale durata quasi un quarto di secolo.
Il caso ha dimostrato, ancora una volta, l’abuso delle severe leggi pakistane sulla blasfemia, entrate in vigore nel 1987. Secondo un rapporto del 2022, quasi duemila persone sono state accusate di blasfemia in questi anni, e 86 persone sono state uccise extragiudizialmente a seguito di tali accuse.
Il numero di procedimenti giudiziari per blasfemia in Pakistan è attualmente in forte aumento, in parte a causa dell'aumento delle accuse di blasfemia online, spesso rivolte contro giovani cristiani da gruppi di vigilantes.
FOCUS AFRICA
Sudafrica, il nunzio parla all’università nella memoria liturgica di San Giovanni Paolo II
L’arcivescovo Henryk M. Jagodziński, nunzio apostolico in Sudafrica, è stato alla Facoltà di Teologia e Religione dell’Università di Pretoria lo scorso 22 ottobre, in occasione della memoria liturgica di San Giovanni Paolo II, tenendo una sessione di cura spirituale, alla quale hanno partecipato professori e studenti dell’università. Il nunzio era accompagnato da monsignor Giacomo Antonicelli, segretario della nunziatura, e del cappellano cattolico dell’Università Charles Mundia.
Nella sua riflessione, l’arcivescovo ha notato che la presenza di una facoltà di teologia nell’università “non è solo un’eredità storica, ma è anche un segno che l’università davvero cerca la pienezza della verità”, perché la teologia è sempre stata considerata “la regine delle scienze”, e inoltre occupa “un luogo vitale nella vita e missione della Chiesa”, non essendo solo una impresa accademica, ma “partecipazione all’atto di fede della Chiesa”.
“In un’epoca marcata dall’avanzamento tecnologico e dall’incertezza morale – ha detto il nunzio – la teologia diventa una bussola che orienta la ragione umana verso la saggezza divina”.
Jagodziński ha notato che la Facoltà di Teologia a Pretoria è uno “dei più antichi e vibranti centri di riflessione teologica in Africa”, fondata nel 1917 dalla Chiesa Presbiteriana, ed evolutasi “in un’istituzione multi-ecclesiale”.
Questo ecumenismo, ha sottolineato il nunzio, si riassume in Leone XIV e nel suo carisma agostiniano, così come nella sua vocazione per l’unità, che si trova già nel suo motto: “In Illo uno, unum”.
In conclusione, Jagodziński ha auspicato che la facoltà “continui ad essere un posto dove fede e ragione, teologia e vita, incontro e servizio camminino insieme” e che “studi e ricerche continuino a costruire ponti”.
FOCUS AMERICA
USA, un summit per terminare la persecuzione dei dei cristiani
Negli Stati Uniti, il 30 ottobre si è tenuta una conferenza al Kennedy Center su “Terminare la Persecuzione dei Cristiani”, lanciata dalla Conservative Political Action Conference (CPAC). La conferenza era parte di uno sforzo più ampio per aumentare la consapevolezza sul tema della persecuzione dei cristiani e identificare soluzioni politiche al bersagliamento religioso dei cristiani.
Mercedes Schlapp, senior fellow dello CPAC, ha detto a EWTN che “come cattolici, siamo tutti chiamati ad aiutare quelli che hanno più bisogno, che affrontano la persecuzione qui e nel globo”, e ha ribadito di sperare di “continuare in questa battaglia e fornire davvero protezione e soluzioni a quei cristiani perseguitati, a quanti sono morti martiri, e di portare pace nel nostro mondo.
Tra i temi affrontati, quello della recente crescita della violenza politica, certificata dall’assassinio del fondatore di Turning Point USA Charlie Kirk il 10 settembre, e dell’assassinio di Melissa Hortman, già presidente della Camera del Minnesota, e di suo marito Mark Hortman, mentre il 27 agosto una sparatoria nella Scuola dell’Annunciazione di Minneapolis ha lasciato due studenti morti.
FOCUS MULTILATERALE
La Santa Sede all’ONU di New York, lo spazio profondo
Il 27 ottobre, si è tenuta alle Nazioni Unite di New York una discussione tematica sullo Spazio.
Notando l’immensa promessa data dalle esplorazioni spaziali, l’arcivescovo Gabriele Caccia, Osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha messo in luce come lo spazio debba rimanere un luogo dedicato esclusivamente alla pace, alla cooperazione e al bene di tutta l’umanità.
Il nunzio ha chiesto agli Stati di evitare di ripetere i pattern dei conflitti e le competizioni terrestri sul cosmo, e ha chiesto piuttosto una cooperazione multilaterale, solidarietà e un’assistenza responsabile per assicurare che lo spazio resti un dominio di speranza e di progresso per le generazioni future.
La Santa Sede a New York, la cooperazione per lo spazio
L'Arcivescovo Gabriele Caccia, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha rilasciato una dichiarazione in seno alla Quarta Commissione della 80ª Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, al punto 48 dell'ordine del giorno: Cooperazione internazionale nell'uso pacifico dello spazio extra-atmosferico.
In quanto bene comune di tutta l'umanità, l'Arcivescovo Caccia ha sottolineato che lo spazio extra-atmosferico deve essere governato dai principi di cooperazione, solidarietà e pace. Ha chiesto un rinnovato impegno multilaterale per garantire che l'esplorazione spaziale sia al servizio dello sviluppo integrale di tutti i popoli e rimanga libera dalla militarizzazione.
Evidenziando il ruolo chiave del Trattato sullo spazio extraatmosferico del 1967, l’arcivescovo Caccia ha inoltre incoraggiato un rafforzamento del dialogo in seno al Comitato per gli usi pacifici dello spazio extraatmosferico (COPUOS) per garantire pace, stabilità e progresso condiviso per le generazioni future.
La Santa Sede e il suo ruolo nella diplomazia delle coscienze
Nell’ambito delle celebrazioni per gli 80 anni delle Nazioni Unite, l’Università di Notre Dame Australia e la Pontificia Università della Santa Croce hanno organizzato un panel su “La Chiesa e il mondo, da ora fino al prossimo Giubileo”, che ha visto la partecipazione dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher e anche degli ambasciatori presso la Santa Sede George Poulides di Cipro (decano del corpo diplomatico), Frances Collins di Irlanda e Keith Pitt di Australia, nonché di Tom Tugendhat, già ministro della Sicurezza.
Il panel cercava di guardare al ruolo diplomatico della Chiesa nei prossimi 25 anni.
Nel suo intervento, l’arcivescovo Gallagher ha notato che “la Chiesa cattolica ha la responsabilità di essere impegnata e proattiva nella costruzione di un mondo migliore”, e che è chiamata riconoscere “le sfide che affrontano le attuali situazioni geopolitiche”.
In particolare, il “ministro degli Esteri” vaticano ha notato che l’attività diplomatica della Santa Sede è “l’espressione del cattolicesimo della Chiesa” e la sua natura pastorale configura la sua “attività ad extra”, sottolineando che è comunque innegabile che “il Santo Padre fornisca una direzione morale”.
Ci sono, in particolare, tre temi di particolare interesse al momento: le migrazioni, in cui è importante il lavoro dei cristiani nell’accogliere, promuovere e integrare, in un contesto in cui le leggi internazionali non sembrano tenere conto dell’attuale situazione.
Quindi, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, una “realtà senza precedenti”.
E infine, l’impegno per la pace.
FOCUS AMBASCIATORI
L’ambasciatore di Grecia presso la Santa Sede presenta la copia delle lettere credenziali
Il 30 ottobre, l’arcivescovo Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali, ha ricevuto l’Ambasciatore di Grecia Despina Poulou, per la presentazione della copia delle Lettere Credenziali.
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