venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Giuseppe Lubrino: la difesa della fede in Joseph Ratzinger

La copertina del libro

“Nel panorama culturale attuale, come Chiesa e come uma-nità, siamo immersi in un’epoca di profonde trasforma-zioni, di sfide inedite e di interrogativi che scuotono le fondamenta stesse del nostro vivere e del nostro credere. In que-sto scenario complesso, il pensiero teologico di Joseph Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI, risuona con una pertinenza ed una profondità che, lungi dall’essere attenuate dalla sua dipartita terrena, appaiono ogni giorno più luminose e necessarie. 

 

Il saggio di Giuseppe Lubrino, ‘Difendere la Fede: la teoria di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Una Risposta a Paolo Flores d’Arcais’, è un’occasione preziosa per riappropriarci di questa ricchezza intellettuale e spirituale. L’autore ci offre una confutazione puntuale e argomentata delle accuse mosse da Paolo Flores d’Arcais, dimostrando come la visione di Ratzinger non fosse affatto quella di un ‘oscurantista’ o di un ‘antimo-dernista’ chiuso al dialogo, bensì quella di un pensatore acuto e coraggioso, impegnato a tessere un dialogo fecondo tra fede e ragione, tra Cristianesimo e modernità. Potrebbe sembrare, a prima vista, che l’opera di papa Ratzinger, data la sua scomparsa, abbia concluso un capitolo. Invece, la sua eredità teologica, custodita nei suoi scritti, nelle sue encicliche, nei suoi discorsi, rappresenta una fonte inesauribile a cui attingere per orientarci nel presente…Affrontare i temi di attualità con una solida preparazione teologica significa attingere a fonti autorevoli come quella offerta dal magistero ratzingeriano. Significa comprendere che la modernità non è un nemico da combattere, ma un campo in cui seminare il Vangelo, riconoscendo i grandi valori che in essa sono germinati anche grazie al Cristianesimo”.

 

Dall’introduzione del domenicano, fra Gabriele Giordano M. Scardocci, al volume ‘Difendere la Fede: la teoria di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Una Risposta a Paolo Flores d’Arcais’ del professor Giuseppe Lubrino, docente di religione cattolica, prendiamo spunto per farci raccontare il motivo di questo libro: “Questo libro nasce da una conversazione con il professor Pasquale Giustiniani, docente di filosofia, teologo e autore di numerosi libri e saggi. 

 

Prevalentemente, esso intende far conoscere, ad un pubblico più ampio, la ricchezza e la profondità del pensiero teologico di Joseph Ratzinger. Ho provato (in punta di piedi) a fornire una lettura alternativa della parabola ratzingeriana, così come presentata dal noto filosofo Paolo Flores d’Arcais nel suo saggio ‘La fede e l’anatema. La crociata oscurantista di Benedetto XVI contro la modernità’. Il direttore di Micromega effettua un bilancio dell’insegnamento e del pontificato ratzingeriano piuttosto negativo, e le sue disquisizioni sembrano essere più dettate da finalità ideologiche che da reali esigenze ermeneutiche”.

 

Perchè papa Ratzinger ha cercato di instaurare un dialogo tra fede e ragione?

“Ratzinger (a mio modesto parere) può essere definito un pioniere del dialogo tra ‘fides et ratio’. Il motivo principale per cui egli ha insistito su tale aspetto, credo risieda nel fatto che Benedetto XVI ritenesse indispensabile, per poter risvegliare il problema di Dio nella coscienza dell’uomo contemporaneo, recuperare la dimensione razionale della fede. La fede cristiana è sorretta da un utilizzo adeguato della ragione. Senonché la religione oggi (come egli sapientemente afferma nell’introduzione del suo bestseller ‘Introduzione al Cristianesimo’) rischia di assomigliare al clown descritto da Kierkegaard. La lectio magistralis tenuta a Ratisbona nel 2006 costituisce una pietra miliare in tal senso: l’incontro tra rivelazione biblica e pensiero greco è alla base della civiltà occidentale ed europea. Recuperare il “cuore” di tale civiltà, ispirata ai grandi valori umani, significa promuovere un dialogo autentico tra fede e ragione. Da questi presupposti si può cogliere anche l’influenza che Sant’Agostino ha esercitato sul papa tedesco”.

 

Però anche la Chiesa alcune volte ha chiuso a questo dialogo?

“Se ci si riferisce al Sillabo (elenco contenente i principali errori del nostro tempo, chiamato Sillabo, ndr) pubblicato l’8 dicembre 1864, bisogna essere cauti. La Chiesa, pur essendo un’istituzione divina, è formata da esseri umani fragili e peccatori. Pertanto, in tutte le stagioni della storia umana, essa è stata caratterizzata da luci e ombre, santi e uomini meno santi. Fondamentalmente, la Chiesa non ha mai rigettato il dialogo. Tuttavia, in alcune epoche ha esercitato un’eccessiva prudenza. Laddove si rinnega il dialogo tra fede e ragione, come Ratzinger ha affermato più volte, si sfocia in un mero ed aggressivo fondamentalismo”

 

Quale è il ruolo educativo della Chiesa per il pensiero ratzingeriano?

“Credo che la Chiesa oggi, sotto la guida paterna e sapiente di Papa Leone XIV, debba valorizzare e diffondere l’insegnamento di Joseph Ratzinger, che costituisce un’eredità spirituale molto ricca in termini di cultura e spiritualità, e molto equilibrata per i tempi che viviamo. Ratzinger è un pioniere della ‘paideia’ cristiana. Recuperare l’aspetto educativo e formativo della fede credo sia molto efficace in un’epoca in cui i giovani sono sempre più esposti a nuove e aggressive forme di disagio, disorientamento e confusione esistenziale. Ritrovare nei fondamenti della civiltà cristiana un porto sicuro non appare temerario”.

 

Quale è stato l'approccio di papa Benedetto XVI nei confronti del dialogo interreligioso, specialmente con l'ebraismo?

“Contrariamente alle numerose accuse ricevute, Benedetto XVI ha curato molto il dialogo interreligioso e, in modo particolare, quello con l’Ebraismo. La sua corrispondenza con il rabbino Arie Folger ne costituisce un esempio emblematico in tal senso”.

 

Cosa è la storia per Ratzinger?

“”Riprendendo una delle fonti principali del suo pensiero teologico, ovvero san Bonaventura, per Ratzinger la storia è essenzialmente un ‘luogo teologico’, ovvero lo spazio entro cui il Dio della Rivelazione giudeo-cristiana si è fatto conoscere dall’umanità in maniera graduale e progressiva. La storia è metaforicamente il “teatro” entro cui si realizza il progetto salvifico di Dio a favore dell’umanità. E’ epifania e svelamento del Dio-Uomo”.



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