Città del Vaticano , 12 November, 2025 / 10:22 AM
Per i cristiani la "fraternità si basa sul comandamento di Gesù, che è nuovo in quanto realizzato da Lui stesso, compimento sovrabbondante della volontà del Padre: grazie a Lui, che ci ha amato e ha dato sé stesso per noi, noi possiamo a nostra volta amarci e dare la vita per gli altri, come figli dell’unico Padre e veri fratelli in Gesù Cristo". Leone XIV lo ha ricordato nella catechesi della Udienza Generale del mercoledì che si è svolta in Piazza San Pietro.
Proseguendo la riflessione sulla spiritualità pasquale il Papa ha spiegato la fraternità che "nasce da un dato profondamente umano" ma che "oggi la fraternità non appare scontata, non è immediata. Molti conflitti, tante guerre sparse nel mondo, tensioni sociali e sentimenti di odio sembrerebbero anzi dimostrare il contrario. Tuttavia, la fraternità non è un bel sogno impossibile, non è un desiderio di pochi illusi. Ma per superare le ombre che la minacciano, bisogna andare alle fonti, e soprattutto attingere luce e forza dal Colui che solo ci libera dal veleno dell’inimicizia".
Allora si deve tornare al saluto di San Francesco: "omnes fratres era il modo inclusivo con cui il Santo poneva sullo stesso piano tutti gli esseri umani, proprio perché li riconosceva nel comune destino di dignità, di dialogo, di accoglienza e di salvezza".
E conclude il Papa "i discepoli diventano pienamente fratelli, dopo tanto tempo di vita insieme, non solo quando vivono il dolore della morte di Gesù, ma, soprattutto, quando lo riconoscono come il Risorto, ricevono il dono dello Spirito e ne diventano testimoni" e quindi "la fraternità donata da Cristo morto e risorto ci libera dalle logiche negative degli egoismi, delle divisioni, delle prepotenze, e ci restituisce alla nostra vocazione originaria, in nome di un amore e di una speranza che si rinnovano ogni giorno.
Leone XIV, l Risorto ci ha indicato la via da percorrere insieme a Lui, per sentirci ed essere “fratelli tutti”
Risorto ci ha indicato la via da percorrere insieme a Lui, per sentirci ed essere “fratelli tutti”".
Ai saluti il Papa ha ricordato che sabato scorso, a Kochi, nello Stato indiano del Kerala, è stata beatificata madre Eliswa Vakayil, vissuta nel diciannovesimo secolo, fondatrice del Terz’Ordine delle Carmelitane scalze teresiane. Il suo coraggioso impegno in favore dell’emancipazione delle ragazze più povere sia fonte di ispirazione per quanti operano nella Chiesa e nella società per la dignità della donna”.
E parlando ai fedeli polacchi ha aggiunto: “Ieri abbiamo commemorato la fine della ‘inutile strage’ della Prima guerra mondiale, dopo la quale per molti popoli, compreso il vostro, è giunta l’alba dell’indipendenza. Siamo grati a Dio per il dono della pace, della quale – come affermava sant’Agostino – nessuna cosa è assolutamente migliore. Custodiamola con il cuore radicato nel Vangelo, nello spirito di fraternità e di amore per la Patria”.
AGGIORNATO ALLE 11.30
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