sabato, dicembre 06, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Il sinodo sulla sinodalità e i giovani, una occasione sprecata?

“Lo scorso 25 ottobre i delegati e i vescovi hanno votato il Documento finale. Si è chiusa così una fase importante, avviata quattro anni fa accogliendo l’invito di papa Francesco, che ha visto una partecipazione a vario titolo di almeno 500.000 persone" come ha ricordato alla CEI il cardinale Zuppi.

Sergio Ventura, docente di religione cattolica nei licei romani, delegato della diocesi di Roma per il cammino sinodale racconta l'impatto del sinodo sui govani.

“Se non ci lasciamo distogliere dalla ‘vexata quaestio’ Chiesa-Democrazia, non possiamo non vedere nella partecipazione il motore della sinodalità. A quanto risulta, i giovani hanno partecipato al cammino sinodale facendosi sentire, indicando alcuni temi e dando una certa direzione ad altri. Certo, non possiamo pretendere che questo protagonismo abbia riguardato tutti i giovani ma lo stesso vale per gli adulti.

Non dimentichiamo che viviamo nell’epoca della disintermediazione e della crisi della democrazia. Il vero problema, secondo me, è che alcuni giovani (ed alcuni adulti) che avrebbero potuto e dovuto partecipare non lo hanno fatto. Per scetticismo o per paura di avallare un processo non condiviso, questo non lo so. Ma sono convinto che tale atteggiamento ha ‘danneggiato’ il tentativo dello Spirito di far dialogare gli opposti per condurli, più o meno docilmente, verso quella verità più profonda di cui parlavo prima”.

Quale è il ruolo degli insegnanti di religione, secondo il documento sinodale?

“Da un lato è stato riconosciuto in modo esplicito l’aspetto culturale e professionale del loro ruolo, sempre un po’ sacrificato rispetto a quello educativo, anche se tale aspetto non è emerso in tutta la sua portata di mediazione teologica tra contenuti cristiano-cattolici e mondo giovanile. Dall’altro lato, un paragrafo decisivo è restato vittima di un refuso da correggere per meglio rappresentare quanto emerso chiaramente dal cammino sinodale: gli insegnanti – e quelli di religione in particolare – sono stati l’orecchio che ha permesso di cogliere quei ‘segni dei tempi’ emergenti dal mondo giovanile che la Chiesa ‘ufficiale’ non coglie perché questi giovani (spesso con le rispettive famiglie) le gravitano intorno lontano, molto lontano…”.

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