"La fase continentale destinato a favorire la creazione o il rafforzamento di legami di Chiese vicine e al allo stesso tempo per favorire i rapporti tra la Chiesa universale e le Chiese particolari".
Ci sono due vescovi anglofoni, una suora giapponese impegnata nella lotta contro la tratta, un vescovo dal mozambico, e una vecchia conoscenza della Segreteria generale del Sinodo nella commissione preparatoria del Sinodo 2023 – 2024 nominata dal Cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo.
Venerdì scorso è terminata a El Salvador la prima delle quattro assemblee regionali della fase continentale del Sinodo della Sinodalità in America Latina e nei Caraibi, in cui sono state analizzate alcune delle sfide della Chiesa cattolica in America Centrale e Messico.
La questione dell'ordinazione delle donne nella Chiesa cattolica non è mai stata l'argomento principale del sinodo mondiale sulla sinodalità, ma se “la sinodalità verrà fuori”, potrebbero esserci “altre decisioni da prendere in futuro”.
Di fronte alla preoccupazione riguardo ai rapporti della prima fase del Sinodo sulla sinodalità, il Cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ci tiene a sottolineare che le conferenze episcopali non sono “la tomba della profezia”, ma che piuttosto sono il luogo dove i vescovi saranno chiamati a discernere le proposte arrivate dalla grande consultazione sinodale. Nessun annacquamento delle proposte, nessuna normalizzazione, ma piuttosto un ascolto che porta però un necessario discernimento.
Secondo un comunicato della Conferenza Episcopale Italiana, il secondo incontro dei referentti diocesani per il Sinodo dei vescovi è stato caratterizzato da "un clima positivo e propositivo".