Volete capire la sinodalità di Papa Francesco?
Una specie di sinodo nel sinodo. Si tratta dei gruppi di studio, dieci, che dovevano studiare alcuni temi specifici e che ieri hanno presentato alla Assemblea le loro relazioni.
La situazione di guerra in Libano mette a rischio la presenza dei Patriarchi cattolici orientali del Libano alla seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità in Vaticano.
Da un testo breve, con una serie di schede che rappresentavano proposte di lavoro, a un testo più lungo, teologicamente più fondato e, se vogliamo, quasi in linea con la tradizione degli Instrumenta Laboris dei Sinodi precedenti. Da una griglia che apriva un discorso ad una struttura che tende a indirizzare il discorso, a guardare ai grandi temi, a dare più nerbo a quella che si definisce “Chiesa sinodale”. Una Chiesa che non può prescindere dall’autorità del Papa e dei vescovi, ma che allo stesso tempo vuole essere ascoltata in maniera concreta.
"Come essere una Chiesa locale sinodale in missione",
"Dispongo pertanto che, secondo quanto stabilito dall’art.
"COME essere Chiesa sinodale in missione?"- E' la domanda guida per il lavoro di preparazione per la prossima sessione della Assemblea sinodale di ottobre 2024.
La riforma del C9 in un Consiglio Sinodale. La richiesta di istituire un Consiglio di Patriarchi e arcivescovi maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche presso il Santo Padre. Le proposte di approfondire vari cammini, da quelli del diaconato femminile a quelli riguardanti l’identità di genere, e persino la poligamia in Africa (ma è un punto su cui c’è stata vasta contrarietà). E la consapevolezza che “la Parola di Dio viene prima della parola della Chiesa”. Si presenta in 42 pagine, 3 parti (Il volto della Chiesa sinodale”, “Tutti discepoli, tutti missionari”, “Tessere legami, costruire comunità”) e ogni paragrafo diviso in convergenze, questioni da affrontare e proposte il testo di sintesi del Sinodo sulla sinodalità, o per meglio dire su comunione, missione e partecipazione.
E così questa sera sapremo che cosa hanno fatto i partecipanti al Sinodo in un mese.
Quaranta pagine, tre parti, venti paragrafi e una conclusione: si presenta così il documento di sintesi del Sinodo 2023, nella sua bozza ancora non emendata. Alcuni paragrafi saranno cambiati, altri avranno una nuova formulazione, ma la struttura e le parti della bozza resteranno essenzialmente quelle già delineate. Resta aperta, invece, la questione della road map da portare avanti nell’anno che porterà alla seconda tappa del Sinodo, mentre tra le proposte è quella di istituire un sinodo permanente di vescovi eletti dalle conferenze episcopali a sostegno del ministero petrino.
Siamo giunti quasi alla fine di questa prima parte di Sinodo sulla Sinodalità. Ieri la diffusione della Lettera al popolo di Dio e sabato sera la lettura e successivamente la pubblicazione della Relazione di Sintesi in Aula Paolo VI. Questa mattina si sono riuniti i Circoli Minori (per la XIII sessione) per la consegna dei "modi" di quest'ultimi alla Segreteria Generale.
È la voce dell’Asia, territorio di antica evangelizzazione e dalle molte religioni, quella che il Cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, porta al Sinodo dei vescovi, nell’omelia che apre l’ultima settimana della XVI assemblea generale del Sinodo. Il Cardinale Bo parla anche delle sfide della Chiesa in Myanmar, della Chiesa in Asia, dell’impatto ambientale, ma sottolinea anche l’importanza di un cammino sinodale che “non è un’odissea nello spazio preprogrammata”, e che ha l’intenzione di “guarire e riconciliare il mondo in giustizia e pace”.
L’esperienza dei due vescovi cinesi inviati al Sinodo potrebbe terminare già oggi. Secondo alcune fonti, i due vescovi provenienti dalla Cina che hanno partecipato al Sinodo dovrebbero imbarcarsi già il 16 ottobre per tornare nella madre patria, terminando così una breve e intensa esperienza. La loro presenza al Sinodo ha comunque aperto ad una serie di interrogativi non di poco conto.
Preghiera e conversazione nello Spirito. Proseguono così i lavori del Sinodo sulla Sinodalità.
La nomina dei membri della commissione per la sintesi finale di questa prima parte del Sinodo ha rappresentato una sorta di punto di svolta per l’intera assemblea. La prima settimana, tra circoli minori e congregazioni generali, è infatti andata avanti in maniera interlocutoria, cercando di comprendere e apprendere le nuove metodologie sinodali. Ora si sa chi lavorerà sulla relazione di sintesi, e quindi si possono comprendere anche le sensibilità particolari che potrebbero avere più enfasi nella stesura del documento che concluderà questa prima parte di assise.
Non tanto un Sinodo sulla sinodalità, ma un Sinodo attraverso la sinodalità. Sembra non esserci un argomento base, si parla di diversi temi ma nello spirito sinodale. La formazione dei sacerdoti, dei seminari, la formazione per le famiglie e di tutti i battezzati, il modo in cui la gerarchia deve essere all’interno della comunione, il termine lessicale della sinodalità, alcune delle questioni sollevate. Con il passare dei giorni e con le poche informazioni ufficiali che vengono comunicate alla stampa il Sinodo, dunque, sembra assumere la sua fisionomia, sempre più nuovo e lontano da quelli passati.
Non c’è, nel regolamento del Sinodo sulla sinodalità, il tanto temuto “segreto pontificio”. Eppure, la richiesta di riservatezza e alla confidenzialità che si trova nel regolamento è ancora più stringente di qualunque segreto pontificio. Perché nei precedenti Ordo Synodi si chiedeva il segreto pontificio riguardo il dibattito e le argomentazioni di altri, ma non delle proprie. Ora, invece, il regolamento sottolinea che “ognuno dei Partecipanti è tenuto alla riservatezza e alla confidenzialità sia per quanto riguarda i propri interventi, sia per quanto riguarda gli interventi degli altri partecipanti”. Inoltre, “tale dovere resta in vigore anche una volta terminata l’Assemblea sinodale”.
Papa Francesco con un discorso a braccio apre i lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in Aula Paolo VI. Protagonista del suo discorso è lo Spirito Santo. "Se noi in questo Sinodo finiremo in una dichiarazione tutti uguali, senza nuances, lo Spirito è rimasto fuori. La Chiesa è un'armonia di voci". Il Papa nel suo intervento insiste su questo concetto e "regala" anche alcuni consigli ai giornalisti che racconteranno questa prima parte del Sinodo fino al 29 ottobre.
Nella storia della Chiesa cattolica cardinali e vescovi hanno proposto questioni concrete note come dubia, o "dubbi", per ricevere risposte affermative o negative dal Santo Padre o dal dicastero competente sulla materia proposta. Nella storia recente della Chiesa, a partire dalla fine del Concilio Ecumenico Vaticano II, sono stati proposti dubia relativi alle questioni più diverse, tra cui quelle relative all'amministrazione dei sacramenti, alla liturgia e alla natura vincolante dell'insegnamento morale.
Il ritiro dei partecipanti al Sinodo è cominciato con due meditazioni del teologo domenicano Timothy Radcliffe, i Vespri, una Messa. Il tutto per portare i partecipanti al Sinodo al mettersi in ascolto dello Spirito Santo, secondo quel metodo dell’ascolto dello Spirito e del discernimento che dovrebbe essere cruciale nello svolgersi dei lavori.