giovedì, maggio 02, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Traffico di organi, dal Vaticano appello alle organizzazioni internazionali

Foto di gruppo dei partecipanti al summit sul trapianto di organi

Un “crimine contro l’umanità”, che si approfitta di persone disperate: è netta la dichiarazione finale del summit della Pontificia Accademia delle Scienze che si è tenuto in Vaticano il 7 e l’8 ottobre. Una dichiarazione finale che si conclude con 11 punti, alle nazioni, alle organizzazioni internazionali, ai governi e a tutti di affrontare seriamente il problema.

Il traffico di esseri umani e il traffico di organi – si legge nella dichiarazione – sono “crimini contro l’umanità, che devono essere riconosciuti come tali da tutti i leader religiosi, politici e sociali”.

La dichiarazione guarda alle cause che portano al traffico di organi: da una parte, la povertà estrema che rende “le persone vulnerabili” al traffico di esseri umani con lo scopo del traffico di organi; dall’altro, la disperazione di quanti sono disposti a spendere “cifre enormi” per andare all’estero e ottenere quell’organo che potrebbe salvare loro la vita”. Nel mezzo, ci sono gli speculatori, che rendono possibile il traffico di organi senza “considerare la dignità umana”, e utilizzando per le procedure “cliniche non autorizzate che servono clandestinamente i turisti del trapianto”.

La dichiarazione riconosce che nel tempo si sono sviluppati strumenti legali per affrontare il fenomeno, la consapevolezza sul tema è cresciuta, anche i professionisti nel campo della sanità stanno combattendo il fenomeno. Ma – denuncia la dichiarazione – ci sono ancora dei posti dove la legislazione per combattere questi fenomeni non è appropriata. Da qui, le 11 raccomandazioni dei partecipanti al summit.

Le raccomandazioni vanno dall’incoraggiamento alla donazione di organi da parte di leader religiosi alla necessità che tutti gli Stati riconoscano la rimozione e il traffico di organi – incluso l’uso di organi di prigionieri condannati a morte – come un crimine; dalla richiesta alle nazioni di utilizzare misure preventive per evitare il traffico nero di organi, magari ampliando l’accesso al programma nazionale di trapianti, a registri chiari e dettagliati degli organi donati; da una rete di intelligence che possa elaborare informazioni sospette sul traffico di organi a una più forte cooperazione internazionale.

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