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La Specola vaticana e la lente che doveva arrivare dalla Germania che ora è in Russia

Paolo VI segue l'allunaggio dalla Specola  |  | AA/ Archivio Specola
Paolo VI segue l'allunaggio dalla Specola | | AA/ Archivio Specola
Padre Gabriele Gionti con uno dei telescopi del Palazzo Apostolico  |  | AA
Padre Gabriele Gionti con uno dei telescopi del Palazzo Apostolico | | AA
Uno dei telescopi della Specola  |  | AA
Uno dei telescopi della Specola | | AA
La terrazza della Specola sul Palazzo Apostolico  |  | AA
La terrazza della Specola sul Palazzo Apostolico | | AA
Verso il lago |  | AA
Verso il lago | | AA
La specola sulla Torre dei venti in Vaticano  |  | AA
La specola sulla Torre dei venti in Vaticano | | AA

“Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che hai fissato, che cos'è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi?” Queste parole del salmo 8 sono la guida di un gruppo di una quindicina di astronomi che lavorano per il Papa.

Sono la comunità dei gesuiti della Specola Vaticana. Una storia lunga e affascinante, spesso poco nota al di fuori del campo degli addetti ai lavori. Se ne parla magari per qualche battuta sugli extraterrestri e poi niente più.

Ma nella nuova sede di Castelgandolfo, nei Giardini delle Ville pontificie voluta nel 2009 da Benedetto XVI c’è molto di più.

Una visita alla sede della Specola inizia sempre dai telescopi. Solenni, belli, storici. Che staccano dal contesto antico delle ville e raccontano storie di stelle e di Papi.

Come Paolo VI che volle vedere il primo passo di un uomo sulla luna proprio da uno di questi telescopi.

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E del resto la Specola esiste proprio per volontà espressa di un Papa che seppe anticipare la modernità: Leone XIII.

Visitare la sede di Castelgandolfo della Specola vaticana non è facilissimo, ma nemmeno impossibile. Nelle Ville i luoghi di lavoro sono tre. I telescopi sul tetto del Palazzo Apostolico, i telescopi nei giardini con l’attuale museo e la biblioteca, e la sede dove vivono e lavorano i gesuiti astrofisici.

Padre Gabriele Gionti, gesuita, si occupa di cosmologia teorica e ci racconta un po’ di storia. 

“La nuova Specola vaticana fu voluta nel 1891 da Leone XIII sotto suggerimento del Padre Francesco Denza per dimostrare al mondo che la Chiesa non era contro la scienza in un periodo in cui regnava il modernismo. Quella corrente culturale che accusava la Chiesa di oscurantismo e che Pio IX aveva condannato con il Sillabo.

La Chiesa non era contro la scienza e lo dimostrava aprendo un istituto scientifico dedicato all’astronomia che da secoli era considerata la regina delle scienze, avendo come membri sacerdoti e religiosi. Sia membri del clero sia scienziati per fare vedere che i due aspetti, quello scientifico e quello religioso non erano in contrasto l’uno con l’altro. Da allora in poi il Vaticano ha sempre sponsorizzato appoggiato, sostenuto, finanziato le attività scientifiche della Specola Vaticana”.

Che tipo di ricerche si compiono?

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“Si fa ricerca professionale teorica, non osservativa a causa dell’inquinamento luminoso”.

La Specola infatti ha una sede in Arizona dove sono collocati i telescopi più importanti e moderni. Lo scorso anno la comunità ha temuto per la istallazione a causa di un violento incendio nei boschi vicini. Il resoconto è raccontato nei dettagli nel’ Annual Report del 2017 che si trova nel sito della Specola.

Ma i telescopi più datati, ed egualmente funzionanti, che si affacciano sullo specchio del lago hanno tanto da raccontare. Spiega Padre Gionti:

“Uno fu costruito nel 1935 montandolo si accorsero che la lente aveva delle “aberrazioni” cioè non si osservava bene. Una lente difettosa. La smontarono e la mandarono alla Zeiss la casa produttrice in Germania, e la Zeiss mandò una lente sostitutiva che non essendo originale creava comunque dei problemi. Ma nel frattempo scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e la Zeiss dovette lavorare per l’esercito tedesco e non poté più aggiustare la lente. Finita la Guerra Jena si trovava nella Germania est dove arrivarono i sovietici. Presero la lente e oggi forse la lente che era destinata alla specola del Papa, è usata in qualche telescopio russo o nelle ex repubbliche sovietiche. Le lenti vengono sempre riutilizzate perché sono di altissimo livello professionale e non si perdono”.

In effetti oggi il telescopio si usa per i pianeti extra solari, un genere di osservazione che non teme l’inquinamento luminoso. Il problema è che nessuno di noi per ora alla Specola fa questo tipo di ricerca, ma forse in un futuro arriverà qualcuno.

I due telescopi sono comunque funzionanti, ma si usano soprattutto per motivi amatoriali. Certo è difficile aprire al pubblico perché l’edificio appartiene alle Ville Pontificie e non è facile ospitare grandi gruppi e c’è sempre bisogno di sorveglianza.

La specola come tale in effetti nasce quando Papa Gregorio XIII volle riformare il calendario. Allora era in Vaticano alla Torre dei Venti. Ma poi finito il compito per molto tempo rimase inattiva. Fino appunto a Leone XIII.

Oggi la Specola vaticana si occupa della ricerca astronomica a largo spettro dell’origine e dell’evoluzione del sistema solare, quindi la planetologia, delle stelle vicine, delle galassie, degli oggetti cosmologicamente rilevanti, come i super ammasi di galassie, i quasar, fino ad arrivare al big bang, alla cosmologia a larga scala e all’inizio del nostro universo.

E la fede ? L’esperimento di Leone XIII è riuscito?

“La ricerca scientifica porta ad una ammirazione per l’armonia della struttura meravigliosamente ordinata del nostro universo da cui traspare una bellezza che per un uomo di fede non può che essere una immagine della bellezza e dell’amore di Dio”. 

La Specola vaticana è famosa per lo studio delle variabili che addirittura vengono chiamate “ stelle variabili vaticane” negli anni ’60 e poi perché fu scoperta una cometa da un fratello gesuita, fratel Timmer agli inizia del ‘900, e per le conferenze fatte sia a Castel Gandolfo che alla Accademia Pontificia delle Scienze, dove gli scienziati di tutto il mondo vengono a discutere dei temi più scottanti.

 

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