“Perplessità, sconcerto e dissenso!!”. E’ durissima la reazione di Pax Christi dopo la visita in Medio Oriente del Premier italiano Matteo Renzi. “E’ il minimo che possiamo dire dopo aver ascoltato i discorsi pronunciati dal nostro Presidente del Consiglio, a nostro nome, in Israele, esattamente ad un anno dal terribile massacro che nel luglio scorso ha sconvolto la Striscia di Gaza: più di 2.000 morti, tra cui almeno 400 bambini. Vana è stata la ricerca di questi dati nei diversi interventi di Matteo Renzi”.

Il Movimento internazionale per la pace lancia anche un’altra obiezione. Renzi “non ha fatto riferimento a nessuna delle questioni che da decenni impegnano le Nazioni Unite, dalle colonie all’occupazione militare, dall’assedio di Gaza alle violenze quotidiane che le agenzie dell’Onu monitorano costantemente. Niente di tutto questo”.

Il Presidente del Consiglio è stato in visita in Israele e Palestina il 21 e 22 luglio. Nella due giorni Renzi ha visitato lo Yad Vashem, è intervenuto alla Knesset, ha partecipato ad un evento su innovazione e start-up all’Università di Tel Aviv, e si è recato alla Basilica della Natività a Betlemme. Tra gli incontri bilaterali, quelli con il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e con il Presidente palestinese Mahmoud Abbas. Il Presidente del Consiglio ha anche incontrato il Patriarca latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal.

Ma Pax Christi critica Renzi tutta la linea. “Con grande sconcerto – scrivono in una nota - l’abbiamo sentito ripetere solamente l’ossessivo slogan della “sicurezza d’Israele” senza alcun riferimento alla devastante distruzione di cui è responsabile quello Stato che, secondo Renzi, sarebbe “non solo il Paese delle radici di tutto il mondo” ma perfino “il Paese del nostro futuro””.

Pax Christi lancia l’allarme della vendita di armi: “Ma forse gli italiani comprenderebbero meglio il perché di questo squilibrato e astratto abbraccio allo Stato responsabile dell’attuale apartheid, se qualche media avesse rivelato che il nostro Paese è un grande fornitore di sistemi d’arma a Israele. I commentatori non ricordano un Capo di Stato che negli ultimi anni si sia recato in Israele e Palestina senza far riferimento all’occupazione militare”.

“E stavolta davvero non in nostro nome – continuano -, Renzi ha imitato l’impacciato panico che da qualche tempo sta facendo tremare le gambe a Netanyahu di fronte al successo del pacifico e nonviolento movimento di boicottaggio verso i beni illegalmente prodotti nelle colonie”.

Concludono dal movimento per la pace: “Noi di Pax Christi Italia, che esattamente un anno fa eravamo in Palestina e Israele per solidarietà verso i due milioni di palestinesi sotto attacco e per le vittime – per fortuna pochissime – anche da parte di Israele, vorremmo che il nostro Presidente del Consiglio con un po’ di umiltà si interrogasse sulle aspirazioni di pace e giustizia di milioni di palestinesi e spiegasse in Parlamento come mai, nonostante la recente condanna da parte della Commissione ONU per possibili crimini di guerra a Gaza, l’Italia continui a inviare sistemi d’arma, come gli aerei M346, a Israele. In netto contrasto con la legge 185/90, che vieta la vendita di armi a Paesi in guerra o che violano i diritti umani”.