Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha concesso ai media vaticani una ampia intervista in occasione del secondo anniversario del 7 ottobre, quando Hamas penetrò in Israele compiendo una strage, e prendendo diversi ostaggi. L’intervista non solo ricorda un anniversario, e ha creato una certa tensione con Israele perché al tempo si stavano ancora discutendo le condizioni del piano di pace per Gaza.
Papa Leone XIV questo pomeriggio all’uscita della sua residenza a Castel Gandolfo Leone XIV ha risposto alle domande di alcuni giornalisti sul bombardamento a Doha: “Notizie veramente gravi”, ha detto il Pontefice.
Prima di concludere l’udienza giubilare nella Basilica Vaticana, Papa Leone XIV ha pronunciato un appello per la pace in Medio Oriente.
"Questa guerra ha prodotto nelle opinioni pubbliche mondiali anche atteggiamenti di divisione, che a volte sfociano in forme di antisemitismo e antigiudaism
Puntuale anche questo mercoledi l'appello di Papa Francesco per la pace. Sempre rivolto ad Israele, Palestina e Ucraina.
Dopo l'attentato avvenuto a Gaza contro l'edificio della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio, ACI Mena ha parlato con il direttore del Centro medico della Caritas Gaza, George Jamal Antoun, per chiedergli informazioni sul bilancio delle vittime e sui danni subiti dall'edificio.
La nostra amata Terra Santa è cambiata radicalmente durante la scorsa settimana
Nei saluti in lingua italiana il pensiero del Papa è rivolto subito al Medio Oriente. L'appello per la pace di Papa Francesco è intenso e sentito. Il Pontefice chiede anche ad Hamas di rilasciare gli ostaggi.
“L’attacco contro Israele e la reazione che ne sta seguendo, con un’escalation inimmaginabile, destano dolore e grande preoccupazione. Esprimiamo vicinanza e solidarietà a tutti coloro che, ancora una volta, soffrono a causa della violenza e vivono nel terrore e nell’angoscia. Chiediamo il pronto rilascio degli ostaggi”. Lo afferma una nota della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, pubblicata questa sera.
“Seguo con apprensione e dolore quando sta venendo in Israele, dove la violenza è esplosa provocando centinaia di morti e feriti: esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime, prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo ore di terrore e di angoscia”. Lo ha detto stamane Papa Francesco al termine dell’Angelus commentando quanto sta accadendo da ieri in Israele.
Oggi 21 dicembre il Papa ha ricevuto le famiglie di quattro ragazzi israeliane vittime di Hamas, accompagnati dall'Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede.
Le ricerche archeologiche più interessanti a volte nascono in contesti inattesi.
È una situazione difficile, quella della Terrasanta, colpita dal COVID e messa in ginocchio anche dall’assenza di pellegrini internazionali. E i vescovi del Coordinamento Terrasanta, il gruppo di vescovi europei, nord-americani e sud-africani che dagli anni Novanta si reca periodicamente in Terrasanta, per visitare le comunità cristiane, lo sottolinea nel messaggio finale della riunione di quest’anno. Una riunione che, per la prima volta, si deve tenere da remoto e non sui luoghi di Gesù.
L’impegno della Chiesa cattolica in tempo di pandemia è ampio e anche la comunità cattolica di Terra Santa grazie anche ai frati della Custodia è stata in prima linea.
Da ieri pomeriggio anche la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme ha chiuso i battenti. Con i pellegrinaggi azzerati le autorità civili hanno deciso per questa misura eccezionale.
“La Santa Sede ribadisce la sua posizione in merito alla soluzione di due Stati per due popoli, come unica via per arrivare ad una soluzione definitiva dell’annoso conflitto”. E’ quanto afferma un comunicato della Santa Sede pubblicato stamane in seguito “a recenti decisioni che rischiano di minare ulteriormente il processo di pace israelo-palestinese”.
“Sono rimasto inorridito dall'apprendere la profanazione di ieri del cimitero del monastero di Beit Jamal. Condanno fermamente e inequivocabilmente questo atto di odio contro la comunità cristiana”.
Il Custode di Terra Santa Padre Francesco Patton in questi giorni è a Roma per partecipare ai lavori della ROACO, la Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali, che quest’anno celebra il 50/mo anniversario della sua fondazione. ACI Stampa ha raggiunto il religioso francescano per un colloquio a tutto campo.
Theophilos III, patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Nurhan Manougian, patriarca armeno apostolico di Gerusalemme, e padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, hanno inviato una lettera al premier Benjamin Netanyahu definendo il disegno di legge israeliano che mira alla confisca di proprietà ecclesiastiche in Israele come “Un attacco sistematico e senza precedenti contro i cristiani di Terra Santa”, capace di violare “i diritti più elementari” e minare “il delicato tessuto di relazioni” costruito lungo decenni tra le comunità cristiane locali e lo Stato ebraico.
Una parrocchia personale per migranti e rifugiati in Israele, per curare “sotto tutti gli aspetti pastorali, sacramentali e formativi i rifugiati e i migranti che si trovano nel territorio di Israele”. E l’elevazione a Vicariato episcopale del coordinamento per la pastorale dei Migranti e dei Rifugiati per affrontare le nuove sfide dovute anche alle recenti decisioni di Israele. Sono questi i due provvedimenti annunciati dall’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, in una lettera del 23 marzo diffusa il 4 aprile sul sito ufficiale del Patriacato.