"Quando abbiamo l’opportunità di riconoscerci e di apprezzarci, anche nelle nostre differenze, offriamo al mondo una parola di speranza capace di incoraggiare e sostenere quanti si trovano sempre maggiormente danneggiati dalla divisione. Possibilità come queste ci ricordano quanto sia importante che le religioni si manifestino sempre più quali fari di speranza, in quanto promotrici e garanti di fraternità". Lo ha detto Papa Francesco nel corso del suo discorso a Bangkok rivolto al Patriarca Supremo dei Buddisti Somdet Phra Ariyavongsagatanana IX.

"Alle fonti del buddismo - ha osservato il Pontefice - la maggioranza dei thailandesi si sono abbeverati e hanno permeato la loro maniera di venerare la vita e i propri anziani, di condurre uno stile di vita sobrio, basato sulla contemplazione, sul distacco, sul lavoro duro e sulla disciplina; caratteristiche che alimentano quel vostro tratto distintivo così peculiare: essere considerati come il popolo del sorriso".

Il Papa ha invitato a percorrere la "strada di reciproca fiducia e fraternità" ribadendo l'impegno suo e della Chiesa "per il rafforzamento di un dialogo aperto e rispettoso al servizio della pace e del benessere di questo popolo. Grazie agli scambi accademici, che permettono una maggiore comprensione reciproca, come pure all’esercizio della contemplazione, della misericordia e del discernimento potremo crescere in uno stile di buona vicinanza", così - ha concluso - "contribuiremo alla formazione di una cultura di compassione, di fraternità e di incontro, tanto qui come in altre parti del mondo. Sono certo che questo cammino continuerà a dare frutti e in abbondanza".

Lasciando il Tempio, Papa Francesco ha firmato il Libro d’Onore. "Rinnovo la mia preghiera affinché la preziosa tradizione di comprensione reciproca tra buddisti e cattolici continui a crescere e porti abbondanti frutti di pace all'amato popolo thailandese", ha scritto il Papa.