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I cristiani nascosti del Giappone e i loro missionari come Giovanni Battista Sidotti

I siti cristiani di Nagasaki dalla persecuzione alla definizione di Patrimonio dell'Umanità

Le isole dei cristiani nascosti nella prefettura di Nagasaki  |  | Prefettura di Nagasaki
Le isole dei cristiani nascosti nella prefettura di Nagasaki | | Prefettura di Nagasaki
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Le isole dei cristiani nascosti nella prefettura di Nagasaki | | Prefettura di Nagasaki
La " Madonna di Kannon" |  | Daniel Ibanez/ Aci Group
La " Madonna di Kannon" | | Daniel Ibanez/ Aci Group

Provate ad immaginare una piccola comunità cristiana appena formata, una proibizione violenta della pratica del cristianesimo e un arcipelago vasto e poco abitato. Ecco il Giappone del XVII secolo, anzi più specificamente la regione di Nagasaki e le tante isolette che la compongono.

I siti cristiani di Nagasaki sono la testimonianza più forte di quanto la fede in Gesù fosse entrata nel cuore dell’animo giapponese.

I missionari arrivarono in quella zona nel XVI secolo e già nel XVII il cristianesimo venne visto come un pericolo dall’ Impero del Sol Levante. Così arrivò la proibizione assoluta di praticare il cristianesimo. Si dovette aspettare la fine del 1800 per poter riprendere in pubblico la vita cristiana. I missionari europei che arrivarono trovarono delle comunità “nascoste” ma vive, comunità che avevano trasformato i simboli pagani in simboli cristiani, come la immagine di Maria Kannon, che riprendeva le sembianze di una dea cinese. Nel XIX secolo i cristiani nascosti usavano questa immagine per pregare la Vergine. Una deliziosa statuetta di porcellana in mostra alla Cancelleria è forse una delle testimonianze più emozionante della forza di questi “cristiani clandestini”.

Ma poi, finita la proibizione, fu l’epoca della rinascita. Chiese e luoghi di culto vennero edificati con l’aiuto dei missionari occidentali.

Quattordici siti storici che sono iscritti dal 2018 nel Patrimonio dell’ Umanità dall’ UNESCO. Chiesette in stile occidentale con ornamenti giapponesi che si stagliano nel profilo orientale dell’ arcipelago di Nagasaki sullo sfondo di una natura rigogliosa e aspra. Santuari e castelli dove piccole croci e volti di angeli si confondono con le risaie e le rovine delle esplosioni atomiche. Piccoli rosari fatti con la carta, oggetti per la costruzione delle  cappelle, luoghi di martirio dei cristiani divenuti luoghi di culto.

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Una storia fatta di tante piccole storie, di tanti fedeli che hanno mantenuto la fede con discrezione e forza.

La Chiesa giapponese ha appena celebrato il 150.mo anniversario della scoperta dei “cristiani nascosti”  e proprio Papa Francesco in una udienza generale ricordò la loro testimonianza: “Erano sopravvissuti con la grazia del loro Battesimo! Questo è grande: il Popolo di Dio trasmette la fede, battezza i suoi figli e va avanti. E avevano mantenuto, pur nel segreto, un forte spirito comunitario, perché il Battesimo li aveva fatti diventare un solo corpo in Cristo: erano isolati e nascosti, ma erano sempre membra del Popolo di Dio, membra della Chiesa”.  

In un paese come il Giappone, le cui radici spirituali erano legate al buddismo e allo shintoismo sin dalla più remota antichità, come è stato possibile diffondere il cristianesimo ed assistere alla sua drammatica rinascita dopo un lungo periodo di agonia?

In questo periodo però non mancavano i missionari che sfidavano le persecuzioni. E’ una giornalista e scrittrice giapponese, Tomoko Furui che racconta la vita quasi sconosciuta di Giovanni Battista Sidotti, missionario italiano che visse le persecuzioni dei cristiani nel Giappone del 1700.“L’ultimo missionario - La storia segreta di Giovanni Battista Sidotti in Giappone”  ne racconta la fede e il martirio. Nel 1708  il Giappone, vive il tempo del sakoku, la proibizione assoluta per gli stranieri di avere contatti con i giapponesi e  per i missionari cristiani un regolamento rigido di comportamento, persecuzioni reali e violente tanto che un episodio rimane singolare. 

Il 12 ottobre 1708, uno straniero vestito da samurai sbarca furtivamente nell’isola di Yakushima. Il suo nome è Giovanni Battista Sidotti ed è un missionario italiano. Viene subito fermato e imprigionato, e insieme a lui anche chi lo aveva accolto. Lo attendono l’abiura o la condanna a morte. “Da quel momento, i nomi di Sidotti e degli abitanti di Yakushima appaiono nei verbali del feudo. Significa che il loro destino era stato risucchiato in un grande vortice, tra questioni politiche, il confucianesimo e il cristianesimo, tra Oriente e Occidente” scrive l’autrice. Ma accade qualcosa di inatteso: Hakuseki Arai, studioso confuciano e consigliere dello shogun, decide di interrogare Sidotti di persona. Ne nasce un dialogo straordinario.

La vita è risparmiata al missionario, senza che debba rinunciare alla sua fede, mentre Hakuseki, ispirato da quelle conversazioni, scrive importanti opere che gettano le basi della riapertura del Giappone. Sidotti muore in isolamento perché nella solitaria vita a cui è destinato dalle leggi ferree di allora trova il modo di impartire il sacramento del battesimo. Sa che così facendo firma la sua condanna a morte, ma non può sottrarsi alla sua missione. Sottolinea Tomoko Furui: “Nel dipingere sulla parete della cella la croce con il proprio sangue, Sidotti, risoltosi alla morte dal momento in cui aveva amministrato loro il battesimo, desiderava lasciare un segno che testimoniasse di aver vissuto lì dentro nel dolore. Il suo sacrificio non è invano… “Concluse la propria esistenza a quarantasette anni. “Signore, affido tutto a te.” Era notte inoltrata, il 27 novembre 1714. Si pensa che la morte sia avvenuta per deperimento, perché gli servi rono sempre meno cibo. Erano passati sei anni da quando era sbarcato a Yakushima”.

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Nel luglio 2014 i suoi resti sono stati ritrovati, là dove era stata la sua prigione, e riconosciuti grazie al DNA. C’è un detto fra i missionari: “Bruciare le proprie navi”… “Non lasciare aperta una via di ritorno. In questa frase è contenuta la ferrea determinazione di dedicare la propria vita alla strada che si è scelta”.

L’Ultimo Missionario La storia segreta di Giovanni Battista Sidotti in Giappone