"Un compito non facile, il vostro: servite la Repubblica in tempi difficili e, in molti casi, siete soli; se da una parte siete invidiati, adulati e ricercati da chi spera di ottenere da voi qualche favore o interesse, dall’altra spesso vi trovate a respirare l’incomprensione, la sfiducia, l’ingratitudine, sentimenti sprezzanti alimentati da luoghi comuni, che pretendono di fare di ogni erba un fascio. Su di voi si scaricano tante stanchezze e disillusioni, incertezze e ansietà della nostra gente, provata dalla preoccupazione per il venir meno di un modello tradizionale di lavoro e di sviluppo e, a un livello ancor più profondo, per la fatica di tanti a riconoscersi in una propria identità, nell’appartenenza a una famiglia e a una comunità. Ne sono segno la caduta delle nascite, l’invecchiamento demografico del Paese e la stessa emigrazione di tanti giovani verso l’estero". Lo ha detto il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, nell'omelia pronunciata ieri sera a Roma nel corso della Messa celebrata per i parlamentari in vista del Natale.

"La Costituzione - ha osservato il porporato - indica il vostro dovere, ma il Natale vi mostra qual è il modo più autentico per compierlo: rinascere. E la rinascita politica passa dalla volontà di deporre odi e calunnie, di conoscersi meglio, di arrivare a guardarsi in modo diverso, di tendere a formare una comunità. L’autorità dell’Istituzione parlamentare da sola non basta, se non c’è tra voi la gioia di condividere la grande responsabilità di cui siete investiti; le regole sono importanti, ma da sole non bastano: molto di più possono la chiarezza, lo studio, il confronto, la cordialità e, quel che più conta, la coscienza".

"Tutti coloro che sono chiamati a decidere, a governare, dovrebbero ricordarsi che fuori - haconcluso il Cardinale - il mondo è in subbuglio. Il subbuglio non è una tragedia, ma qualche cosa che mormora dentro, che cerca di richiamare la nostra attenzione. E il bene dell’Italia reclama la vostra attenzione. Il miglior augurio che posso farvi è dunque quello che proviate su di voi il subbuglio del Paese, che possiate davvero vivere le sue inquietudini e che possiate cercare rimedi. Si tratta di fare con passione e competenza il possibile, sapendo che ricostruire un tessuto identitario e comunitario non è opera che s’improvvisa. Possiamo fare il possibile, riconoscendo che si può essere importanti e decisivi anche se non si è onnipotenti".