Quasi 5 milioni gli italiani all’estero al 1 gennaio 2015, con un aumento del 3,3% rispetto all’anno precedente. Sono infatti circa 150mila gli italiani che nei dodici mesi del 2014 si sono iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero. Un flusso che è dovuto soprattutto all’espatrio, per circa la metà dei censiti. Mete preferite, Germania e Regno Unito. E’ quanto emerge dal rapporto “Italiani nel Mondo”, presentato oggi dalla fondazione Migrantes a Roma.

Tra gli emigranti non solo gli italiani provenienti dalle regioni del sud. Sebbene la maggior parte dei residenti all’estero proviene dalla Sicilia (circa 700mila), seguita da Campania, Lazio e Calabria, dalle regioni settentrionali sembra originarsi un nuovo movimento emigratorio. Dalla Lombardia e dal Veneto, per esempio, solo nel corso del 2014, sono emigrati rispettivamente 24mila e 15mila cittadini in più rispetto agli anni precedenti.

“La crescita, in valore assoluto – spiegano da Migrantes -, è di tutte le classi di età. In particolare: 62.797 sono in età lavorativa avendo tra i 18 e i 49 anni; i minori sono 20.145 e di questi il 12,8% ha meno di 10 anni; hanno più di 65 anni 7.205 persone, di cui 685 hanno più di 85 anni. Tra questi ultimi il 54,2% sono donne”.

Il rapporto quest’anno è giunto alla sua decima edizione. Il primo studio, infatti, risale al 2006. Sono stati, fanno sapere gli estensori del volume di circa 500 pagine, “dieci anni di impegno culturale della Fondazione Migrantes per la mobilità italiana di ieri e di oggi. In questo arco di tempo molte cose sono cambiate in Italia. L’ultimo decennio è stato contraddistinto da una serie di ele-menti e situazioni nazionali e internazionali che hanno portato a un profondo cambiamento nelle ca-ratteristiche della mobilità in generale, di quella italiana in particolare e del nostro Paese, che si è sempre più confermato quale meta strutturale per tanti immigrati giunti nel corso degli anni”.

Oggi, spiegano da Migrantes, “l’Italia, quindi, sta vivendo una nuova fase della sua storia migrato-ria: da paese di emigrazione, si diceva solo qualche anno fa, a meta di immigrazione. Oggi possiamo dire che il Belpaese è ancora terra di partenze e di arrivi e ultimamente sempre di più di sbarchi di centinaia di persone in fuga e alla ricerca di protezione internazionale”.

E “la migrazione è cambiata perché è lo scenario mondiale ad essere mutato. L’Italia, in questo con-testo internazionale ed europeo, sta vivendo una delle più lunghe recessioni economiche e occupa-zionali. I giovani, i lavoratori, le famiglie, persino gli anziani sono in partenza”.

“L’analisi del decennio – concludono dalla fondazione - mostra chiaramente questa escalation: in dieci anni si è passati dai 3.106.251 iscritti all’Aire (dato del 2006) ai 4.636647 del 2015 con una crescita del +49,3% in dieci anni. È evidente l’assottigliamento costante, anno dopo anno, della dif-ferenza di genere tra gli italiani che risiedono all’estero così come è facilmente constatabile che la crescita ha riguardato tutti i continenti ma, in particolar modo, l’Europa e l’America. L’Asia si sta, invece, contraddistinguendo per uno specifico dinamismo in questi ultimi anni”.