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Vaticano, nuove restrizioni anti-COVID: dall’1 ottobre si entra solo con Green Pass

Il governatorato dello Stato di Città del Vaticano comunica le nuove restrizioni anti-COVID dello Stato. Unica eccezione: i fedeli che partecipano alle celebrazioni

Porta Sant'Anna | Porta Sant'Anna, uno degli ingressi del Vaticano | tds Porta Sant'Anna | Porta Sant'Anna, uno degli ingressi del Vaticano | tds

Dall’1 ottobre, non si potrà entrare in Vaticano se non si è muniti di green pass vaccinale, e questo vale sia per i lavoratori che per quanti fruiscono dei servizi del Vaticano, dalla farmacia al servizio fotografico vaticano. La decisione sta in una ordinanza dello Stato di Città del Vaticano, emessa su richiesta diretta di Papa Francesco.

A partire dall’1 ottobre, dunque, è “è consentito l’ingresso nello Stato della Città del Vaticano” e negli immobili definiti dall’articolo 15 e 16 del Trattato lateranense solo a quanti anno il Certificato Digitale COVID dello Stato (ribattezzato green pass vaticano), il green pass europeo, una certificazione verde COVID 19 estera che comprovi la vaccinazione, la guarigione o un test molecolare antigenico rapido.

Per la precisione, gli immobili extraterritoriali cui si fa riferimento sono i palazzi della Datarìa, della Cancelleria, di Propaganda Fide in Piazza di Spagna, il palazzo del Sant’Offizio ed adiacenze, quello dei Convertendi (ora Congregazione per la Chiesa Orientale), il palazzo del Vicariato, e poi ancora Università Gregoriana, Istituto Biblico, Orientale, Archeologico, Seminario Russo, Collegio Lombardo, i due palazzi di Sant’Apollinare e la Casa degli esercizi per il Clero di San Giovanni e Paolo.

I gendarmi saranno chiamati a controllare l’accesso agli immobili, e le disposizioni “si applicano ai cittadini, ai residenti nello Stato, al personale in servizio, a qualsiasi titolo, nel Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e nei vari Organismi della Curia Romana e delle Istituzioni ad essa collegate, a tutti i visitatori e fruitori di servizi”.

Unica eccezione, “coloro che partecipano alle celebrazioni liturgiche per il tempo strettamente necessario allo svolgimento del rito, fatte salve le vigenti prescrizioni sanitarie sul distanziamento, sull’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, sulla limitazione della circolazione e dell’assembramento di persone e sull’adozione di peculiari norme igieniche”.

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