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CEI, cammino sinodale: creare un coinvolgimento più ampio possibile

Conclusi i lavori del Consiglio permanente, la CEI ha nuovamente espresso preoccupazione circa l’iniziativa referendaria che punta a liberalizzare l’omicidio del consenziente

Monsignor Stefano Russo |  | CEI Monsignor Stefano Russo | | CEI

Si sono conclusi i lavori del Consiglio permanente della CEI riunitosi a Roma in questi giorni. A presentare il bilancio è stato il Vescovo Stefano Russo, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana.

Ribadita, in primis, la preoccupazione per l’escalation di tensione che si sta verificando al confine tra Russia ed Ucraina, poi il riferimento all’elezione in corso da parte del Parlamento del nuovo Presidente della Repubblica.  L’auspicio – scrive la CEI nel comunicato finale – è che il Parlamento “sappia cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese. L’esempio di Sergio Mattarella, come uomo e statista, è un punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione”.

Il cammino sinodale è stato il punto centrale della riflessione dei Vescovi: “in questa delicata fase per la vita sociale del Paese, ma anche di fermento per le comunità ecclesiali, appare decisivo non risparmiare le energie e la creatività per creare un coinvolgimento più ampio possibile. Un ruolo decisivo possono giocarlo i giovani e i laici”.

E dopo aver ribadito l’importanza della vaccinazione contro il Covid, la CEI ha nuovamente espresso “preoccupazione circa l’iniziativa referendaria che punta a liberalizzare l’omicidio del consenziente ed è stato ribadito l’impegno a implementare e rafforzare l’azione di tutela contro la piaga degli abusi”.

E ricordando la Giornata della memoria, Monsignor Russo ha dato lettura di una dichiarazione del Cardinale Bassetti. “Questo giorno – dice il n.1 della CEI - non vuole essere una semplice ricorrenza che si ripete di anno in anno, ma è anche e soprattutto un impegno per il futuro. Perché ciò che è avvenuto, non avvenga mai più. La memoria, infatti, è profondamente legata con il presente e con il futuro. Per questo è importante legarla con il racconto, soprattutto per i più giovani: ignorare una tragedia così grande per l’umanità porta all’indifferenza e al proliferare di quella cultura dello scarto, più volte denunciata da Papa Francesco. L’appello della Chiesa che è in Italia è che il Giorno della memoria sia monito per una cultura di pace, di rispetto e di fratellanza. Purtroppo, nonostante un passato così drammatico, ancora oggi facciamo esperienza quotidiana di minacce e manifestazioni di violenza. Guerre, genocidi, persecuzioni, fanatismi vari continuano a verificarsi, anche se la storia insegna che la violenza non porta mai alla pace. Oggi ribadiamo: mai più crimini così grandi per l’umanità”.

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