Si è tenuta stamane la prima predica di questa Quaresima 2022 del Cardinale Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia.  

Il porporato – affrontando il tema della predicazione - si è rivolto ai sacerdoti e ai vescovi presenti nell’Aula Paolo VI innanzi tutto chiedendo loro di “investire tempo nella preparazione dell’omelia” perchè “i giovani devono capire che la Parola di Dio tocca le questioni reali della vita ed è l’unica a dare risposta domande serie esistenza”.

Secondo il Cardinale Cantalamessa l’omelia si può preparare sedendosi “a tavolino e, dopo aver preparato il tema, chiedere a Dio di benedire”. Tuttavia “per essere profetici occorre compiere il percorso inverso: bisogna prima mettersi in ginocchio e chiedere a Dio qual è la parola che vuol far risuonare per il suo popolo. Dio ha una parola per ogni occasione e non manca di rivelarla al suo ministro se lo chiede umilmente”.

Nella sua predica il religioso cappuccino ha voluto ricordare che “tutta l’attenzione data alla Parola di Dio, da sola, non basta. Su di essa deve scendere la forza dall’alto. L’unzione spirituale è presente sia in chi parla, sia in chi ascolta e sarebbe un errore fare affidamento solo sull’ unzione sacramentale ricevuta una volta per tutte ordinazione nell’ordinazione sacerdotale o episcopale: ci abilita a certe azioni sacramentali, ci dà l’autorizzazione a fare certe cose, ma non necessariamente l’autorità che stupiva le folle quando parlava Gesù. Ci assicura la successione apostolica, ma non necessariamente il successo apostolico.  L’unzione spirituale è come un unguento profumato racchiuso in un vaso che rimane inerte e non sprigiona nessun profumo se non si rompe il vaso. L’unzione non dipende da noi, ma dipende da noi rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l’irradiazione. L’unzione non è necessaria solo ai predicatori sacerdoti o ministri, è necessaria anche agli ascoltatori per accogliere la Parola”.