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Svizzera, 75 anni fa la canonizzazione di Nicola di Flüe. “Fu un pacificatore”

Il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha celebrato il ricordo del patrono della Svizzera

Nicola di Flüe | La vocazione all'eremitaggio di Nicola di Flüe in una illustrazione | PD Nicola di Flüe | La vocazione all'eremitaggio di Nicola di Flüe in una illustrazione | PD

La vita di Nicola da Flüe non pone solo la questione della santità, ma soprattutto quella “se vogliamo diventare sempre più santi”. Lo ha detto il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ricordando lo scorso 15 maggio a Sachsen il 75esimo anniversario della canonizzazione del santo eremita, patrono della svizzera. Il quale, ha detto il cardinale, fu soprattutto “un pacificatore”.

Padre di dieci figli, quando il più grande aveva quasi venti anni e il più piccolo nemmeno un anno chiese alla moglie il permesso di ritirarsi in solitudine, e visse da eremita il resto della sua vita, nutrendosi solo di Eucarestia, ed elargendo consigli che furono decisivi anche per la sopravvivenza della Confederazione Elvetica. Fu canonizzato da Pio XII il 15 maggio 1947, e 75 anni dopo il Cardinale Kurt Koch, che è stato vescovo di Basilea, lo ricordato in una celebrazione a Sachsen, dove Nicola ebbe la sua attività, sottolineando che “la santità non consiste in alcun eroismo inimitabile, ma risiede nella vita quotidiana dei cristiani, a partire da Dio”.

Nell'omelia il cardinale ha ricordato che è santo l'uomo che cerca nella sua vita la volontà di Dio e che è disposto ad acconsentire ad essa”. La vocazione cristiana alla santità non è né elitaria né egualitaria.

Attraverso il battesimo, tutti gli uomini sono chiamati alla santità, ha aggiunto il cardinale, sottolineando poi che la commemorazione della canonizzazione di San Nicola ci chiede se “vogliamo diventare sempre più santi” e se siamo “veramente 'abitabili' per Dio e quindi ricettivi verso i nostri simili. O se la nostra dimora interiore è così ingombra di faccende quotidiane che non c'è più posto per Dio e per gli uomini? 

Senza menzionare la guerra in Ucraina, il cardinale Koch ha ricordato che fratello Nicolas era un pacificatore: "Il miracolo politico di Stans, cioè l'instaurazione della pace nel 1481, è inconcepibile senza il miracolo religioso della sua amicizia con Dio a Ranft. Come amico di Dio, è stato anche amico degli uomini”.

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