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Quanto è importante per la società civile la Dottrina Sociale della Chiesa?

Alberto Stizzoli racconta la XII edizione del Festival della Dottrina Sociale

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Si è svolta a fine novembre a Verona la XII^ edizione del Festival della Dottrina Sociale dal titolo ‘Costruire la fiducia – La passione dell’incontro’, organizzata dalla Fondazione ‘Segni Nuovi’ e incentrata sul tema della fiducia reciproca.

Al termine del festival ad Alberto Stizzoli, presidente della Fondazione ‘Segni Nuovi’, abbiamo chiesto di spiegare il motivo del titolo: “Le armi tuonano in ben 50 guerre locali nel mondo. E con l’invasione russa dell’Ucraina, dopo 80 anni, lo spettro della guerra e la minaccia della apocalisse nucleare si affaccia anche in Europa. La senatrice Segre, nell’aprire i lavori del Senato dopo le elezioni del 25 settembre ha denunciato i limiti di una politica urlata di contrapposizioni tra i partiti della mancanza di gentilezza e di capacità di dialogo nella politica italiana. Il Festival della Dottrina Sociale sceglie sempre temi che esprimano i segni dei tempi. La Dottrina Sociale offre una bussola sulla solidarietà e sul bene comune, sulla dignità della persona è sulla solidarietà. Ecco perché in un tempo caratterizzato dallo scontro, più che sull'incontro cerchiamo di offrire spunti e esperienze concrete sull’arte del dialogo. Perché la guerra porta morte e distruzione. Il dialogo costruisce invece pace e solidarietà”.

Quanto è importante per la società civile la Dottrina Sociale della Chiesa? 

“La dottrina sociale della Chiesa offre una visione integrale della condizione umana e una comprensione molto articolata della sua dimensione personale e sociale. Basandosi sui principi dell’antropologia cristiana, sostiene i valori più autentici della condizione umana, e così facendo, si rende testimonianza della fede cristiana nel mondo. D’altro canto, aiuta nel processo di inculturazione della fede, superando eventuali contrasti tra Vangelo e cultura.

Il Papa san Giovanni Paolo II ricordava che la dottrina sociale della Chiesa diventa un efficace strumento di lavoro nella missione di nuova evangelizzazione. E’ ciò che la Chiesa cattolica identifica come il ruolo pastorale della dottrina sociale, la quale ha anche un importante ruolo nella formazione cristiana, in modo particolare, nella formazione di chi si assume delle responsabilità nella vita pubblica e nella società in generale.

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Certamente questo impegno non si porta a compimento attraverso la mera spiegazione di teorie astratte, ma piuttosto motivando l’azione di chi lavora per rendere più umano il mondo attraverso l’annuncio del Vangelo. In un modo simile, la dottrina sociale ha un ruolo di grande rilievo nel dialogo dei fedeli tra la Chiesa cattolica e le Chiese non cattoliche, e persino, con quelli appartenenti ad altre religioni. Questa cooperazione trova la sua cifra nella comune difesa della dignità di ogni persona umana, nella promozione della pace e nella generosa cura dei poveri.

Perciò, ogni fedele cristiano ha un ruolo da svolgere nella vita sociale, che inizia con la testimonianza di una vita radicata nella fede in Cristo, che si esprime nella vita sociale con quella prudenza che rivela la capacità di decidere con saggezza e coraggio quali siano le scelte più giuste ed efficaci, che comportano la pratica della giustizia e della solidarietà come valori fondanti della vita in società.

In questo lavoro la Chiesa incoraggia lo spirito di collaborazione per cui le associazioni hanno un ruolo primario nell’offrire formazione e nel coordinare i propri sforzi in funzione dell’impegno nell’ambito sociale. E’ proprio questo ciò che la Fondazione ‘Segni Nuovi’ si sforza di fare da diversi anni, formando tanti giovani, volontari e persone impegnate nelle attività pubbliche e sociali, promuovendo annualmente il ‘Festival della Dottrina Sociale’, sostenendo la ‘Scuola per l’alta dirigenza in Dottrina Sociale’, e cercando forme innovative di collaborazione con altri organismi cattolici che, in diverse parti del mondo, condividono questa passione per ‘tutto ciò che è umano’, come affermava papa san Paolo VI".