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Papa Francesco, “una ecclesiologia integrale” per superare le dicotomie

Il Papa chiede di ritornare alla corresponsabilità tra laici e pastori delle origini ai partecipanti al convegno internazionale “Pastori e fedeli laici chiamati a camminare insieme”

Papa Francesco | Papa Francesco incontra i partecipanti al convegno promosso da Laici, Famiglia e Vita | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco | Papa Francesco incontra i partecipanti al convegno promosso da Laici, Famiglia e Vita | Vatican Media / ACI Group

Ci vuole una “ecclesiologia integrale”, che permette di ritornare alla Chiesa delle origini e a quel camminare insieme di “pastori e fedeli laici” che può permettere di evitare le dicotomie. Papa Francesco lo dice incontrando i partecipanti al convegno internazionale “Pastori e fedeli laici chiamati a camminare insieme”, organizzato dal Dicastero Laici, Famiglia e Vita.

Per due giorni, si è parlato di corresponsabilità dei laici alla vita della Chiesa, e il discorso introduttivo del Cardinale Kevin J. Farrell, prefetto del dicastero, ha rimarcato come i laici possano essere persino più efficaci del clero in alcune posizioni.

Nel suo intervento, Papa Francesco sottolinea che “la strada che Dio sta indicando alla Chiesa è proprio quella di vivere più intensamente e ancora più concretamente la comunione e il camminare insieme”, superando “i modi di agire in autonomia, i binari paralleli che non si incontrano mai”, che sono poi “il clero separato dai laici, i consacrati separati dal clero e dai fedeli, la fede intellettuale di alcune élite separata dalla fede popolare, la Curia romana separata dalle Chiese particolari, i vescovi separati dai sacerdoti, i giovani separati dagli anziani, i coniugi e le famiglie poco coinvolti nella vita delle comunità, i movimenti carismatici separati dalle parrocchie”.

Papa Francesco sottolinea che “c’è un popolo unito nella missione”, e questa unità “avvicina pastori e laici” creando “comunione di intenti” e “manifestando la complementarietà dei diversi carismi”.

Ricorda Papa Francesco che “nei momenti di maggiore crisi della Chiesa”, ci sono stati “pastori e fedeli laici insieme”, un popolo che “evangelizza” e che prevede che “la formazione sia orientata alla missione”, e non sia solo teorica ma anche pratica.

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Per il Papa, l’apostolato dei laici è prima di tutto “testimonianza”, mentre ci si forma alla missione prima di tutto “andando sul campo, che è anche “una via efficace di crescita spirituale”.

Papa Francesco sottolinea che la Chiesa “per essere missionaria, è chiamata ad essere sinodale”, ed è in questa cornice che si deve comprendere “la corresponsabilità dei laici nella Chiesa”. Un tema, questo, che non nasce per rispondere alla carenza di sacerdoti, non è una “rivincita” di chi è stato messo da parte in passato, ma va considerato come “una corretta visione della Chiesa” come popolo di Dio “di cui i laici fanno parte a pieno titolo insieme ai ministri ordinati”.

È questa la “ecclesiologia integrale” di cui parla il Papa, che pone l’accento “sull’unità e non sulla separazione”, perché anche in un mondo “sempre più secolarizzato”, ciò che “veramente ci distingue come popolo di Dio è la fede in Cristo, non lo stato di vita in sé considerato”.

Papa Francesco sottolinea che “è vero che i laici sono chiamati a vivere principalmente la loro missione nelle realtà secolari in cui sono immersi ogni giorno, ma ciò non esclude che abbiano anche le capacità, i carismi e le competenze per contribuire alla vita della Chiesa”.

Il pontefice chiede di formare i pastori “sin dal seminario” ad una collaborazione costante con i laici, in una corresponsabilità che permetterà di “superare le dicotomie, le paure e le diffidenze reciproche”.

Sottolinea Papa Francesco: “È ora che pastori e laici camminino insieme, in ogni ambito della vita della Chiesa, in ogni parte del mondo!” E chiede di valorizzare maggiormente i laici, soprattutto le donne, ricorda che questo possono portare “con il loro linguaggio quotidiano, l’annuncio del Vangelo”, possono collaborare nella formazione di bambini e giovani, aiutare i fidanzati nella preparazione del matrimonio e accompagnare gli sposi nella vita coniugale e familiare, e vanno sempre consultati, dando loro voce “nei consigli pastorali come nelle Chiese particolari”.

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Soprattutto, “insieme con i pastori, devono portare la testimonianza cristiana negli ambienti secolari: il mondo del lavoro, della cultura, della politica, dell’arte, della comunicazione sociale. Potremmo dire: laici e pastori insieme nella Chiesa, laici e pastori insieme nel mondo”.

È questo l’ideale del Papa, vale a dire “una Chiesa dove fra laici e pastori si vive una vera fratellanza, lavorando fianco a fianco ogni giorno, in ogni ambito della pastorale”.