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Letture, “Santa Ildegarda e il digiuno”

In queste pagine viene approfondito il tema del benessere fisico - strettamente legato a quello spirituale secondo gli studi della santa - oltre a un excursus delle abitudini in voga nel periodo in cui la mistica è vissuta

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"Ma come la pioggia a precipizio sommerge la terra, così l'eccesso di carni e vino induce l'uomo all'oltraggio dello scherno... e dagli uomini faccio nascere la moderazione, in modo che il loro corpo non venga meno e non si appesantisca per aver ingurgitato cibo più di quanto sia necessario alla vita. Sono cetra che risuona nei suoni di tutte le lodi e trapasso con la buona volontà la durezza del cuore. Quando infatti l'uomo nutre il suo corpo con temperanza, nelle sue preghiere io nel cielo faccio risuonare la cetra; e quando il suo
corpo è puro per la moderazione del cibo, canto al suono dell'organo .. io stabilisco un limite al cibo, affinchè non si secchino gli umori dell'uomo e non trabocchino al di là della loro misura…".

Lo scrive Ildegard von Bingen nel suo straordinario Libro dei meriti di vita. Siamo tra il 1100 e il 1170 e lei è già famosa, è consultata da pontefici, cardinali, vescovi, uomini illustri vari, oltre che da una folla di povera gente che chiede continuamente il suo aiuto.

Sempre in “Liber vitae meritorum” il digiuno viene menzionato nella cura di ben 29 patologie spirituali, ad esempio: "Quelli che in vita persistono in questo vizio, se vorranno rifiutare il suggerimento di questa arte del demonio e ne paventeranno il castigo, affliggano il proprio corpo secondo il tipo e grado dei loro peccati, attraverso il digiuno evitando anche bevande pregiate, secondo la giusta sentenza dei propri giudici".

Oggi di digiuno si parla mlto, a volte a sproposito. E poi adesso siamo in periodo quaresimale… sempre considerando che ormai anche tra i credenti praticanti la purificazione del corpo non è molto preso in considerazione. In Causae et Curae il digiuno, da Ildegarda, è sconsigliato in casi particolari: "Quando le persone digiunano
esageratamente, in modo che non danno al corpo la nutrizione giusta e misurata, esse diventano instabili e spensierate nel loro modo di vivere, altre sono oppresse da molti e grandi disturbi. Così a volte si provocano delle catastrofi nel loro corpo, poiché gli elementi che sono dentro si svolgono disordinatamente".

Purificazione del corpo che riequilibra anche lo spirito. In gran sintesi ecco il senso del digiunare, secondo la grandissima santa. Che per nostra fortuna oggi viene giustamente rivalutata ed è molto citata e ripubblicata. E pazienza se , come spesso accade in questi
casi, si rischia la deformazione, la schematizzazione e anche il fraintendimento della sua figura e del suo pensiero.

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Spesso, infatti, è rappresentata come una specie di protofemminista, ribelle e maltollerata dai poteri maschili del suo tempo e ovviamente dalla Chiesa oppressiva. Ildegard, in realtà, è stata una donna molto rispettata e autorevole; la sua grandezza, attraverso la
quale fede e umanità si fondono mirabilmente ( e non si contrappongono, così come accade sempre con le grandi personalità che costellano la storia della Chiesa e con le persone “sconosciute” ma straordinarie che punteggiano la vita quotidiana e non fanno
notizia). Grande studiosa della natura e dell’uomo, e potente mistica, Ildegarda – proclamata dottore da papa Benedetto XVI - ha maturato una profonda conoscenza in moltissimi ambiti, che la santa stessa ha affermato provenirle da Dio come dono particolare in grado di farle
“comprendere i misteri che sono celati nell’essenza di ogni creatura”.

Certo, la sua è una storia fuori dal comune, quindi è naturale che possa accendere la fantasia di romanzieri e non solo. Stupisce, poi, la profondità e la vastità delle sue conoscenze e delle sue intuizioni. Insieme al suo sguardo alla concretezza della realtà. La questione del digiuno rientra proprio in questo schema. Come lo sottolinea un testo recentemente pubblicato dal titolo “Santa Ildegarda e il digiuno”, scritto da don Marcello Stanzione e Bianca Bianchini. Don Stanzione è ormai un esperto del pensiero di Ildegarda, dopo molti libri scritti sul tema.

In queste pagine viene approfondito il tema del benessere fisico - strettamente legato a quello spirituale secondo gli studi della santa - oltre a un excursus delle abitudini in voga nel periodo
in cui la mistica è vissuta e a numerosi rimedi e ricette per la rigenerazione di corpo e spirito. Ricette a base di zuppe, tisane, insalate e tanti biscotti, farciti di spezie e sapori unici.
Il digiuno secondo Ildegarda infatti, non è mai una privazione assoluta, quanto piuttosto una restrizione in cui vige la regola aurea della discretio, quindi deve essere praticato con misura,
evitando digiuni eccessivi e troppo prolungati. Senza pensare a risolvere così problemi di linea, magari in visita della bella stagione.
Diverse sono le tipologie di digiuno e di dieta per ciascun individuo a secondo che sia in salute o in malattia ed è interessante sottolineare come tutte le principali religioni considerino importante la pratica del digiuno. E per i cristiani in particolar modo nel periodo quaresimale.
Un modo di essere in armonia con se stessi e con il creato".

Marcello Stanzione, Bianca Bianchini, Gribaudi editore, euro 10, pp.112