Venite a me: e credo che tutti noi che siamo qui possiamo dire che abbiamo ascoltato questa parola e siamo venuti. Noi, con questa nostra fragilità, con la nostra originalità, con tutte le doti e i limiti che abbiamo ci siamo sentiti rivolgere questa parola ‘venite a me’, e siamo venuti. La nostra giovinezza è stata visitata in qualche modo da questo invito di Gesù ‘venite a me’, e noi siamo venuti siamo venuti con il nostro entusiasmo, con il nostro desiderio di seguire Gesù, con la nostra fierezza di aver trovato una strada che dà senso alla vita, che dà una direzione da seguire: ecco venite a me e siamo venuti”. Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, nell’omelia della Messa celebrata in suffragio dei sacerdoti, diaconi, religiose e consacrati morti quest’anno.

“Questa stessa parola  - ha aggiunto l’Arcivescovo in Duomo - è stata rivolta ai fratelli e alle sorelle che noi vogliamo suffragare con questa celebrazione, anche loro si son sentiti dire venite a me e sono andati. E noi li ricordiamo uno per uno e possiamo dire che hanno ascoltato la parola del Signore e sono andati, hanno seguito il Maestro, hanno attraversato anche la morte: venite a me, e l'hanno seguito. Venite a me e sono andati, talvolta per strade molto dolorose, attraverso lunghe pene che hanno segnato gli ultimi giorni della loro vita e talvolta anche gli ultimi anni. Sono partiti, hanno attraversato il grande abisso e sono approdati alla gloria di Dio”.

“Noi questa sera – ha concluso Monsignor Delpini - sentiamo ancora questa parola venite a me: si rivolge a noi questa sera e forse questa parola ci raggiunge in un momento in cui dobbiamo scuoterci, forse in un momento in cui siamo un po’ ripiegati su noi stessi, siamo un po’ stanchi, siamo un po’ scoraggiati perché sentiamo così inadeguato il nostro donarci rispetto alle esigenze del Vangelo e della carità. Ecco in questo contesto talvolta un po’ deprimente suona ancora questa voce: vieni a me, venite a me e noi veniamo Signore Gesù. In questo momento della storia della Chiesa, quando ci sembra di vivere un declino inarrestabile, ascoltiamo questa voce e possiamo ritrovare la freschezza degli inizi, l’amore che ci ha attirato, la bellezza di una vita dedicata al Signore”.