Advertisement

E' uno degli "scavi" più significativo della cristianità, la basilica del Santo Sepolcro

I lavori di restauro del pavimento della basilica del Santo Sepolcro

I lavori al Santo Sepolcro |  | Università la Sapienza di Roma
I lavori al Santo Sepolcro | | Università la Sapienza di Roma
I lavori al Santo Sepolcro |  | Università la Sapienza di Roma
I lavori al Santo Sepolcro | | Università la Sapienza di Roma

E' uno degli "scavi" più significativo della cristianità, eppure non si tratta di un vero e proprio sito archeologico, perché anzi è uno dei luoghi più vivi della storia del mondo. Si tratta del Santo Sepolcro nella chiesa di Gerusalemme che lo custodisce da secoli. La basilica è di fatto sempre un po' in restauro ma dal 2016 in particolare i lavori si sono concentrati sull' edicola che custodisce il sepolcro di Cristo.

Lavori che hanno portato a sollevare la lastra di marmo che copre da secoli la nuda roccia del sepolcro. Tra il 2016 e il 2017 il monumento che era diventato nero per la fuliggine è tornato a splendere. Il momento più significativo è stato quando la lastra di marmo che copre la tomba è stata spostata per tre giorni. L'ultima volta  era successo nel 1810, durante un restauro a seguito di un incendio. riscoperto anche il lastrone di pietra in marmo rosa bianco sopra il sepolcro vero e proprio che il team di ricercatori ha datato al periodo Crociato e, sotto questo, uno più vecchio in marmo grigio risalente al periodo di Costantino che ordinò la costruzione della Basilica.

Gli ultimi lavori di consolidamento dell'Anastasis, la parte di basilica che custodisce l'edicola del santo Sepolcro, risalivano a quelli progettati dagli inglesi nel 1947. Allora però non ci fu accordo tra le tre comunità cristiane che detengono la Basilica: ortodossa, armena e francescana. Così i lavori vennero sospesi.  Oggi invece l'accordo ha permesso anche di creare una finestrella che permette ai pellegrini di vedere per la prima volta la pietra nuda dell'antica cripta.
U
n paio di anni fa è iniziato il lavoro che ha portato al restauro del pavimento intorno all'edicola e sono emersi moltissimi dettagli della origine del luogo.

Nel marzo del 2022 i lavori del pavimento sono iniziati con una solenne cerimonia ecumenica.  I lavori sono gestiti dalla Custodia di Terra Santa, che si è rivolta all’Università La Sapienza di Roma per gli scavi e al Centro di Conservazione e di Restauro “La Venaria Reale” per il trattamento delle pietre pavimentali. Sono coinvolti anche il Politecnico di Milano, la ditta Ingegneria Geotecnica di Torino e l’azienda Manens-TIFS per la modellazione dei lavori e per gli studi statici e di sicurezza. Questo genere di approfondimenti si rende necessario anche alla luce della sismicità dell’area, che richiede un’attenzione particolare in fase di implementazione dei lavori.

E finalmente eccoci alla più recente tappa del restauro del pavimento. Tra il 15 maggio ed il 9 giugno 2023, in occasione della visita dei responsabili delle Comunità presso il cantiere archeologico nel complesso del Santo Sepolcro a Gerusalemme, sono stati presentati i lavori di scavo in corso a cura del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Roma Sapienza. Le aree interessate fino ad ora sono state parte della navata nord, buona parte della Rotonda e nell’ultima fase si sono concentrate nell’area nord del deambulatorio di età medievale.

Advertisement

Come spiega il comunicato del direttore dei lavori la professoressa Francesca Romana Stasolla: " Gli scavi archeologici hanno interessato l’area di collegamento fra l’ala orientale del triportico paleocristiano e la coeva basilica liturgica, mettendo in luce, da ovest verso est: il muro in comune fra il braccio orientale del triportico e la testata della chiesa paleocristianaun ambiente rettangolare, già ipotizzato da P. Virgilio Corbo sul lato destro dell’abside; la testata dell’abside e l’attacco delle murature di divisione fra la navata centrale e la navata laterale destra della basilica.".

Scoperti anche dei canali di scolo per la pioggia e confermato che le murature della basilica paleocristiana sono collegabili con le altre sotto il Katkolicon e nella cappella di S. Vartan e contribuiscono a completare la planimetria del complesso paleocristiano. Interessanti i bolli di due mattoni della Legio X Fretensis .

Lo scavo non è finito, si va avanti per porzioni per trovare gli intrecci tra paleocristiano e medioevale.