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Gli scavi al Santo Sepolcro di Gerusalemme e la storia della città all'epoca di Gesù

Il rapporto della direttrice Francesca Romana Stasolla

La Rotonda e l' Edicola del Santo Sepolcro |  | wikimedia commons
La Rotonda e l' Edicola del Santo Sepolcro | | wikimedia commons
I graffiti al Santo Sepolcro |  | IMOT
I graffiti al Santo Sepolcro | | IMOT
La strada romana |  | IMOT
La strada romana | | IMOT

La città Romana sotto la basilica paleocristiana, con strade e marciapiedi. Sono le scoperte più recenti degli scavi di studi intorno alla edicola del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Un lavoro che va avanti da anni e che nonostante la guerra procede grazie al Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Roma Sapienza.

Dal 3 dicembre gli studi hanno interessato le aree della Rotonda, la parte della chiesa nella quale si trova il Santi Sepolcro, sud-orientale, dello spazio antistante l’Edicola, del deambulatorio nord-orientale suddivise in 6 aree di scavo, per un totale di 369 m2.  Il rapporto di scavo della direttrice dei lavori Francesca Romana Stasolla presentato a fine dicembre, spiega che è stato mosso in luce un tratto di strada con un marciapiede. Nella prima fase cristiana l’area dove sorgeva la tomba venerata fu oggetto di un’opera imponente di sbancamento che arriva a ridosso dell’ingresso attuale dell’Edicola. Trovate anche le tracce della prima monumentalizzazione della tomba di Cristo che con ogni probabilità era a cielo aperto e rotonda circondata da 12 colonne.

Alla fine del IV secolo venne costruita la Rotonda. La cronologia è data dalle monete ritrovate nel 2022 nella preparazione pavimentale della Rotonda, che sono del terzo e del IV secolo. Abbattuto il colonnato, si prepara un nuovo pavimento anche all’interno dell’Edicola.

Le tracce della prima basilica vengono ritrovate sotto il dembulatorio medievale fino alla cappella di fronte all' ingresso dell' edicola. Ritrovate anche le tracce del portico della Basilica. Fu nell' XI secolo che Costantino Monomaco, imperatore bizantino,fece ulteriori modifiche dopo la distruzione ad opera del califfo al- Akim. Monomaco sfrutta le grandi lastre pavimentali in marmo bianco di IV secolo, e le arricchisce con pietre di vari colori. Le tracce archeologiche indicano cambiamenti che si susseguono anche grazie al riutilizzo dei marmi.

Si deve arrivare poi la XVI secolo quando l’area dell’Edicola viene ripensata. Le lastre del rivestimento riportano graffiti lasciati dai pellegrini, con riportano nomi, date, stemmi araldici, con una cronologia che arriva al XVIII secolo. Ci dice che lasciare graffiti sui monumenti è vandalismo dovrebbe forse prima parlare con un archeologo.

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Lo scavo ha portato alla luce anche l’assetto di fronte all’Edicola  come si vede nella pianta del 1609 di Bernardino Amico, che mostra due gradini, la presenza di un altare e il corridoio sopraelevato verso l’edicola. La documentazione archeologica mostra che i due gradini presentavano un rivestimento in lastre rosse e nere ed attesta che il rialzamento del pavimento della zona centrale, avvenne in un momento successivo alla loro costruzione.

Alle più recenti fasi di vita del complesso appartengono i resti dell’incendio ottocentesco e  i restauri dell'epoca del Mandato Britannico.

Le foto sono © Archivio Università La Sapienza, Roma