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Navarro Valls, il portavoce di un santo

Il 5 luglio 2017 ci lasciava Joaquín Navarro-Valls, l’uomo che è riuscito con la sua dedizione e la sua integrità a rivoluzionare la comunicazione della Santa Sede

Navarro Valls e Giovanni Paolo II |  | Archivio Navarro Valls Navarro Valls e Giovanni Paolo II | | Archivio Navarro Valls

Il 5 luglio 2017 ci lasciava Joaquín Navarro-Valls, l’uomo che è riuscito con la sua dedizione e la sua integrità a rivoluzionare la comunicazione della Santa Sede. Navarro-Valls, giornalista e medico, laico dell’Opus Dei, è stato direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che ha guidato con grande carisma e dedizione per 22 anni, aiutando San Giovanni Paolo II a trasmettere il messaggio evangelico.

Il suo rapporto con San Giovanni Paolo II era unico del suo genere, non era solamente il portavoce, ma anche un suo amico fidato. È riuscito a trasmettere la dimensione umana del Papa, attraverso il loro rapporto unico, ricco di momenti informali e di convivialità. Ha incarnato perfettamente il ruolo del portavoce, che, almeno in Italia, non esisteva in quel periodo, riuscendo a tessere delle importanti relazioni con giornalisti, direttori e colleghi.

Il 5 giugno, in occasione del quarantacinquesimo anniversario dell’elezione di Karol Wojtyla, alla Pontifica Università della Santa Croce è stato presentato il libro intitolato ‘I miei anni con Giovanni Paolo II – note personali’. Una raccolta degli appunti, che Navarro prendeva a mano durante il suo mandato per conoscere meglio il "portavoce". Per ACI Stampa abbiamo intervistato Diego Contreras, giornalista e professore di Analisi e Pratica dell’informazione presso la Pontificia Università della Santa Croce.

Professore, quando ha conosciuto Navarro-Valls e che impressione ha avuto di lui?

‘La prima volta che l’ho incontrato è stato quando sono andato a trovarlo alla Sala Stampa. Ero arrivato da poco a Roma come giornalista inviato di un’agenzia spagnola, lui è stato molto accogliente, mi ha aiutato moltissimo per delle questioni molto semplici, ma io lo vedevo già come un mito, ti faceva sentire a casa.’

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Che ricordi ha di lui come collaboratore della facoltà?

‘Lui ha collaborato sin dal primo momento con questa facoltà, che tra le sue finalità ha di contribuire alla comunicazione istituzionale della Chiesa, sia nella formazione che nella ricerca e si è mostrato molto generoso, anche se non aveva corsi regolari. Veniva spesso ad incontri e a tesi di dottorato.’ – Infatti Navarro è stato professore visitante presso la Pontificia Università della Santa Croce, facoltà di comunicazione sociale istituzionale, dal 1996.

Perchè pubblicare questo libro solamente dopo la sua morte?

‘Lui voleva assolutamente che fossero pubblicati dopo la sua morte e questo è il motivo per cui è stato pubblicato adesso, era un suo desiderio e non voleva apparire come protagonista, perché non gli piaceva, noi abbiamo collaborato nel preparare quel materiale per pubblicarlo ma il testo in realtà, è stato scritto da lui all’epoca.’

Cosa si è scoperto di significativo del rapporto tra San Giovanni Paolo II e Navarro-Valls?

‘Da questo libro risalta molto la vita del Papa dietro le quinte, il protagonista del libro è il Papa, scrive lo stesso Navarro, però in realtà lui vuole presentare la vita e le attività del pontefice sotto un altro punto di vista, ci sono molti colloqui, cene, diversi periodi estivi per esempio, direi che proprio questi momenti privati sono la  cosa più simpatica, perché si può vedere un Papa con un grande senso dell’umorismo, molto interessato alle persone, con una grande capacità di conversazione su argomenti molto variegati – continua poi specificando - Non ci sono molti episodi inediti, perché il pontificato di Giovanni Paolo II è molto conosciuto, ma c’è questa nuova visione, più intima della vita del papa.’

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