"L’uso sconsiderato e coercitivo della tecnologia, applicata a ritmi di produzione insostenibili, assoggettata a modelli di consumo omologanti, ha un prezzo altissimo. Lo dimostra la crisi climatica che stiamo attraversando". Papa Francesco lo scrive nel messaggio inviato ai partecipanti ai Villaggi Coldiretti che si conclude oggi a Roma.

Nel testo il Papa, prendendo spunto dalle parole di Giovanni XXIII, parla della eredità del Creato e dice "l’uomo è chiamato da Dio a svolgere con intelligenza un’attività tecnica a cui è associato il dovere di una custodia, non solo materiale, ma anche morale". Poi ricorda i principi che gli sono cari. "Più maltrattiamo la terra- scrive il Papa- inquinando l’acqua e l’aria, più sottraiamo spazio alla biodiversità, abbattendo le foreste e compromettendo gli ecosistemi, più diventa difficile far fronte all’instabilità degli eventi metereologici. Coltivare la terra mentre aumentano le ondate di calore, le piogge torrenziali, le improvvise gelate di freddo, rende il lavoro agricolo un’impresa sempre più difficile da realizzare. A pagarne il prezzo non è soltanto la natura, ma anche i poveri. È il paradosso “scandaloso” della cultura dello scarto: produciamo alimenti sufficienti a sfamare l’intera popolazione mondiale, ma la maggior parte di essa vive senza il pane quotidiano". L'invito è ad  "estirpare questa ingiustizia mediante azioni concrete e buone pratiche, attraverso politiche locali e internazionali che abbiano il coraggio di scegliere il giusto e non soltanto l’utile, il conveniente, il profittevole". E conclude il Papa: "mentre riflettete su come valorizzare la distintività e la qualità del Made in Italy agroalimentare, vi invito a ricordarvi di chi manca del necessario per sfamarsi. Per favore, non dimentichiamoci dei poveri. Sogniamo un mondo in cui l’acqua, il pane, il lavoro, le medicine, la terra, la casa, siano beni disponibili per ogni individuo".