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Al Mowafaqa, l’“accordo ecumenico” del Marocco che vive da dieci anni

Decimo anniversario per l’Istituto ecumenico marocchino che punta a soddisfare le esigenze formative di cattolici e protestanti

al Mowafaqa | La sala dei corsi dell'istituto al Mowafaqa in Marocco | Facebook al Mowafaqa al Mowafaqa | La sala dei corsi dell'istituto al Mowafaqa in Marocco | Facebook al Mowafaqa

Si chiama al Mowafaqa, che è la parola araba che significa “accordo” , ed è un istituto teologico ecumenico, fondato nel 2012 sotto gli auspici del Ministero degli Affari Religiosi e dell’arcidiocesi di Rabat. È un istituto ecumenico che ha un peso particolare in Marocco, e non a caso una delegazione di suoi studenti partecipò alla Messa di Papa Francesco a Rabat nel 2019.

Il Cardinale Cristobal Lopez, arcivescovo di Rabat, ne è il presidente insieme al pastore Karen Smith, presidente della Chiesa Evangelica del Marocco, ed ha partecipato a Roma ad un evento che puntava proprio a commemorare l’Istituto Ecumenico di Teologia.

Ma che cosa è al Mowafaqa? È un luogo di formazione, riflessione e interreligioso, che comprende un polo universitario in cui si studiano teologia e scienze religiose e un polo culturale destinato a promuovere l’incontro delle culture, avendo anche una biblioteca specializzata.

Installato a Rabat nei locali dell'ex centro di documentazione La Source, l'Istituto ha

ha accolto i suoi primi studenti nel 2012. Dopo un anno di attività è stata inaugurata

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ufficialmente venerdì 19 settembre e sabato 20 settembre 2013 alla presenza di personalità

Marocchini e stranieri, dall'Africa e dall'Europa.

La sua esistenza, in Marocco, ha un peso non indifferente, e non a caso era il sogno dell’arcivescovo emerito di Rabat Vincent Landel e dell’ex presidente della Chiesa Evangelica in Marocco Samuel Amedro. Perché l’unità tra cristiani è una necessità, in una terra un cui le Chiese cattoliche e protestanti insieme rappresentano meno dello 0,2 per cento della popolazione, e sono quasi tutte composte da stranieri, principalmente cittadini di diversi Paesi dell’Africa sub-sahariana.

L’Istituto al Mowafaqa è aperto a tutte le Chiese cristiane. La formazione teologica è in francese, e punta anche al dialogo con l’Islam.  La formazione viene fornita sotto forma di sessioni intensive con insegnanti in visita provenienti dall'Europa e dall'Africa a cui si aggiungono, per il campo dell'Islam, gli accademici Marocchini.

Ogni anno, più di 80 studenti seguono corsi presso l'Istituto, a tempo pieno o parziale. Sono comunità cristiane giovani, dell’età media di 35 anni, con il 70 per cento che addirittura è al di sotto dei 30 anni. Sono quasi tutti studenti, molti sono arrivati in Marocco per studiare nelle scuole e nelle università, a volte sono di passaggio e altre volte invece si stabilizzano nel Paese.

L'Istituto beneficia di tre convenzioni con l'Istituto Cattolico di Parigi, con

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con l'Università di Strasburgo e con l'Università Cattolica dell'Africa Centrale (Yaoundé).

I corsi sono a due voci, con un insegnante cattolico e uno protestante, e spaziano dall’Europa all’Africa sub-sahariana, da lingua araba ad islamologia. La licenza teologica si ottiene in quattro anni, e i diplomi arrivano dalla facoltà di teologia protestante dell’Università di Straburgo e dall’Istituto Cattolico di Parigi, ma c’è anche un diploma conseguito in quattro mesi che è l’ “al Mowafaqa Certificate for the Dialogue of Cultures and Religions” e un seminario islamico di dieci giorni in estate.

Ci sono prevede tre tipologie di formazione: un primo ciclo di teologia (180 crediti), un certificato di il dialogo delle culture e delle religioni (un semestre - 30 crediti) laurea magistrale Religioni, società e dinamiche transnazionali. L'Istituto offre anche corsi di lingua araba (classica e

Darja).

L'Istituto offre inoltre un seminario di islamologia ogni anno a luglio. Anche lui può

rispondere a richieste di formazione nell'ambito delle proprie competenze (ad esempio,

Formazione dei dirigenti delle Chiese domestiche).

Il centro culturale è il punto di ancoraggio dell'Istituto nella società marocchina. Ha lo scopo di farlo diventare un luogo di creazione artistica in sintonia con la scena marocchina e aperto al resto

del continente africano.