"È tentazione del male anche quella di abituarsi ad esso, di pensare che sia troppo difficile contrastarlo, di non distinguerlo come avviene quando vediamo senz’amore e tutto diventa ugualel”. Sono queste le parole che il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, ha pronunciato durante la Messa celebrata questa mattina nella Basilica di San Pietro in occasione del primo incontro nazionale dei referenti dei Servizi diocesani per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili e dei Centri di ascolto, prima dell’Udienza con il Santo Padre.

“Avversario è chi viola la dignità, il corpo e l’anima, facendo sentire sporchi o facendo vedere tutto sporco, rovinando la bellezza delle relazioni fraterne e amicali. La cosa peggiore è quando l’avversario è qualcuno ritenuto buono e amico, e per questo approfitta della fiducia o della sua forza. La disonestà del giudice – che si rivela nel non fare giustizia – è complice dell’avversario. Il dolore delle vittime degli abusi è un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che, per molto tempo, è stato ignorato, nascosto o messo a tacere”, dice il Cardinale Zuppi da San Pietro.

“La volontà di Dio è non fare aspettare e fare giustizia prontamente ai suoi eletti, cioè i piccoli e i vulnerabili, perché sa che far aspettare vuol dire far soffrire. Dio non fa aspettare a lungo, come fa quel giudice che rimane in silenzio, impassibile, nascondendosi, facendo finta di non sentire e quindi insinuando che la vicenda è insignificante. L’ascolto aiuta Dio a fare sentire quel grido, a volte silenzioso nella sofferenza che spesso non si sa nemmeno spiegare, che resta silenziosa nelle ferite dell’anima e del corpo. La fede è vedere la guarigione quando non c’è, cercarla, non avere paura del giudice disonesto e combattere per davvero il male. La fede è speranza, apre i cuori alla forza dell’amore. La fede ci assicura che Dio ascolta la nostra preghiera e ci esaudisce al momento opportuno, anche se l’esperienza quotidiana sembra smentire questa certezza. Il Signore ascolta e guarisce il “grido” dell’anima e del corpo feriti che implorano amore e guarigione, il bene che viene rubato dal male. La cosa peggiore è quando chi deve garantire la giustizia tradisce il suo mandato e fa sentire ancora più indifesi e soli. La vittima, come quella vedova, ha bisogno di giustizia, di potersi fidare. E per questo servono l’ascolto e la giustizia per sanare le ferite”, aggiunge Zuppi.

“Preghiamo per quanti hanno subito abusi da parte dei tuoi ministri, perché ottengano giustizia e misericordia. E che il grido dei piccoli feriti, di tutte le vittime, sia sempre ascoltato; che feriti e vittime siano difesi; perché questa è la volontà di Dio che non fa aspettare”, conclude il Presidente CEI.